Di Kevin Carson. Originale pubblicato il 29 marzo 2015 con il titolo “Libertarians” for Ethnic Cleansing. Traduzione di Enrico Sanna.
Quando un libertario di destra difende la gentrificazione, lo fa di solito inquadrandola come fenomeno del tutto spontaneo proprio del libero mercato, e minimizzando o ignorando il ruolo dello stato nel promuoverla. Già questo è un male. Peggio ancora è vedere qualcuno che approva apertamente l’intervento dello stato, affinché sloggi i poveracci a favore degli interessi economici. Walter Block in questo non conosce mezze misure (“Gentrification Makes the World a Better Place,” LewRockwell.com, 9 febbraio).
Parte ovviamente difendendo la gentrificazione in quanto semplice manifestazione di autonome preferenze del mercato. È vero, ammette, che i gentrificatori spingono i residenti, talvolta di terza o quarta generazione, a cambiare casa, costringendoli a ritirarsi in “zone meno ambite. È chiaro che sono costretti, perché se preferissero abitare altrove lo farebbero senza pressioni esterne.” E le case che sono costretti ad abbandonare “sono parte di vicinati, comunità e associazioni. Hanno una storia dietro. I figli sono strappati alle loro amicizie.”
Ma poi Block dice: E con ciò? I gentrificatori fanno tutte queste cose terribili esclusivamente per cercare di prendere in affitto o acquistare immobili in una certa zona, “offrendo prezzi più alti di quelli che i residenti potrebbero avere altrimenti.”
Chiede: È ingiusto? “Certo che no. Purché i ricchi e i loro soldi arrivino per vie oneste, non grazie a concessioni o privilegi particolari dati dallo stato secondo la logica del capitalismo clientelare, ma passando dal capitalismo laissez-faire.” Così, dopo aver liquidato idealmente tutto quel mondo di privilegi di cui godono i capitalisti reali, e il fatto che i governi locali non sono altro che lo spazio acquisti degli interessi immobiliari locali, Block arriva alla conclusione che, senza disuguaglianza e gentrificazione violenta, tutto il resto è una grave ingiustizia ai danni dei ricchi, perché sono loro che “contribuiscono più di ogni altro al benessere dei poveri.”
Dopo questa sviolinata a favore di quei poveracci sofferenti che sono i ricchi, quasi mi sembra di vedere uno degli assistenti di Block che dice (chiedo scusa a Mezzogiorno e Mezzo di Fuoco): “Mi piange il cuore a vederti così, capo. Ti sentiresti meglio se andassi a far fuori qualcuno di quelli là?”
Block non arriva a tanto, ma nel suo elenco di gentrificazioni ammesse, oltre agli studenti dei college “che spesso hanno più soldi da spendere dei vecchi residenti”, pone gli sgomberi di massa dei poveri per fare spazio ad esposizioni universali e olimpiadi. Nelle città che ospitano le olimpiadi, dice papale papale, “la popolazione viene trasferita in massa per far posto a nuovi stadi, piscine, campi di gioco eccetera… Anche lì si trasferiscono, volenti o nolenti, persone che hanno una lunga storia alle spalle. Anche lì si sradicano culture e comunità che prima dell’uragano erano vive.”
Quello che Block non dice è che tutto questo “accade” grazie a governi locali che usano gli espropri per radere al suolo intere zone, spesso abitate da poveri di colore; l’abbiamo visto di recente in Brasile, dove in occasione dei mondiali di calcio sono state rase al suolo intere favelas con una furia tale da far invidia a Israele nella Striscia di Gaza. E la pulizia etnica non si ferma qui, ma arriva a cacciare via venditori ambulanti e senzatetto lontano dalla vista. I burocrati olimpici sono trattati come invasori, con intere corsie d’autostrada dedicate al loro uso personale (se non ci credete, date un’occhiata all’elenco di richieste del comitato olimpico, che chiede un trattamento principesco nel caso in cui Boston venga scelta come sede delle olimpiadi estive del 2024).
Block conclude che chi si oppone alla gentrificazione, cercando di soffocare la nostra “naturale tendenza agli affari”, dimostra di ignorare Adam Smith. Ma Smith ha scritto anche, parlando della oligarchia terriera whig dei suoi tempi, che i proprietari terrieri “amano raccogliere dove altri hanno coltivato.” Non riconoscendo che la gentrificazione è la stessa cosa, è Block a mostrarsi ignorante.
Articolo citato in:
• Walter Block, Left ‘Libertarians’ Hate Progress if it’s Equal, lewrockwell.com, 2 maggio 2015
• Kevin Carson, “Libertarians” For Ethnic Cleansing, Counterpunch, 20 aprile 2015