“Dio mio il livello di allerta a Londra è appena stato innalzato e mi è passata la voglia di uscire :(” Così diceva un sms di un mio amico. La recente notizia secondo cui il governo britannico ha innalzato il livello di allerta terroristico a “serio” riaccende il clima di paura, riflesso sui social media e sui maggiori organi di stampa. Anche ammettendo che sia aumentato il rischio di attacco terroristico, in che modo l’innalzamento del “livello di allerta” può far diminuire le probabilità che avvenga?
Ovviamente, il mio amico non ha cambiato i suoi programmi. Quasi nessuno lo fa. È probabile che l’unico cambiamento nel comportamento delle persone consista in un maggiore senso di paura quando vedono qualcuno dall’aspetto “vagamente straniero”. Seminare paura serve al governo, che ha tutto l’interesse a controllare e dominare la popolazione usando lo stratagemma di sempre: compattare la popolazione contro “il nemico tra noi”. Si adatta perfettamente alla definizione di xenofobia, spacciato dal governo con un tale successo che circa tre quarti della popolazione britannica oggi è contro l’immigrazione. In assenza di qualunque genere di valore protettivo, il tanto pubblicizzato annuncio di Theresa May si può considerare un tentativo di galvanizzare il supporto in vista delle prossime elezioni. A tenere in piedi questo supporto c’è la pratica di scaricare le colpe dei problemi economici e sociali del paese su tutti tranne i politici.
Chi ha scelto di non prendere sul serio l’innalzamento del livello di allerta ha risposto britannicamente con la presa in giro, con numerose parodie di #ThreatLevel che fanno il giro di Twitter. Quando la probabilità di morire annegato in una vasca da bagno è quattordici volte quella di essere vittima di un attacco terroristico, questa incuranza per i livelli di allerta del governo è comprensibile. Gli attacchi terroristici sono orribili, nessuno lo nega. Ma che voi (o qualche vostra conoscenza) possiate diventare vittima di un attacco terroristico è incredibilmente improbabile.
È vero che c’è qualche britannico che combatte per l’Isis in Iraq e Siria. Ma è anche vero che tutto questo strombazzare l’innalzamento del livello di allerta non potrebbe nulla se dovessero decidere di compiere un attacco terroristico. Forse se i politici sostituissero queste pose inutili con un esame del fallimento della politica estera, darebbero un vero contributo alla sicurezza dei britannici. Finché questo non avviene, non ci rimane che l’ironia cupa: gli “allarmi terroristici” del governo britannico non aiutano nessuno e, se presi seriamente, servono solo a creare altro terrore.