Qualche giorno fa mi è capitato di leggere l’articolo di Christopher Dickey “What the D-Day Veteran Told Obama at the 70th Anniversary Commemoration” (The Daily Beast, 6 giugno). Tra i presenti alla giornata dei veterani, assieme ad Obama, c’era il presidente francese Hollande e quello russo Putin. Per lo più, l’articolo parlava dei discorsi dei tre e del fatto che fosse strano vedere assieme Obama e Putin nonostante i piccoli “contrasti” sull’Ucraina.
Prima di parlare dei discorsi, l’articolo descrive Obama e Hollande che passeggiano assieme e stringono le mani con la folla. Un uomo, in particolare, ha trattenuto Obama un po’ più a lungo degli altri e gli ha detto qualcosa all’orecchio. Verso la fine, l’articolo rivela che si trattava di un veterano americano del D-Day. Dickey gli ha chiesto cosa aveva detto al presidente e lui ha risposto: “L’ho ringraziato per averci tenuto fuori dalla guerra.”
Tranne: Gli attacchi continui con i droni che uccidono innocenti in tutto il Medio Oriente e in Africa da quando Obama è stato eletto. L’invio di ulteriori 30.000 soldati in Afganistan (ai tempi del premio Nobel per la pace). L’azione Nato in Libia presumibilmente per aiutare la popolazione a liberarsi di un dittatore (mentre il governo americano ha appoggiato e continua ad appoggiare dittature per conto proprio). La presenza in tutto il pianeta di basi militari e truppe americane che hanno come unico scopo la difesa degli intrighi e dello sfruttamento delle risorse economiche a vantaggio della plutocrazia corporativa. La quasi invasione della Siria per, ancora una volta, presumibilmente aiutare la popolazione a liberarsi di un dittatore. E poi: l’intensificazione della presenza militare nel Golfo Persico attorno all’Iran, un aumento delle forze nel tentativo di stringere la Cina, e finalmente la promessa di un miliardo di dollari per rafforzare la presenza Nato attorno all’Ucraina.
Se qualcuno fa caso a tutto il fervore militarista dell’amministrazione Obama, le parole del veterano gli appariranno fuorvianti. Eppure questo genere di ignoranza è tutto intorno a noi, soprattutto tra i liberal del partito democratico (non che i repubblicani siano perdonati). Per molti di loro, Obama è un presidente che ama la pace e sta facendo tutto il possibile per far cessare le guerre e mettere a posto l’economia, non l’imbroglione guerrafondaio che fa una politica a favore delle élite monopolistiche rigurgitanti avidità. Ci sono liberal, come Michael Moore, che hanno criticato Obama ma poi l’hanno votato nel 2012 perché era il “migliore tra due mali”; come se in questa tirannia a due partiti potesse esserci un migliore.
Il semplice fatto che qualcuno del potere dica che stanno aiutando gli altri, non significa che quello che fanno si tramuti in un aiuto vero e proprio. Quelli che credono a tutto quello che dice una persona semplicemente perché l’hanno votata sono vittime di quegli avversari narcisistici che dicono qualunque cosa pur di aumentare il consenso e poi fare il contrario di quello che hanno fatto credere ai loro elettori.
Come disse Hitler, il dittatore totalitario e assassino di massa, “Fabbricate una grossa bugia, semplificatela, ripetetela continuamente, e alla fine ci crederanno.”