Lunedi tredici gennaio due poliziotti di Fullerton, in California, accusati di aver pestato a morte Kelly Thomas, sono stati assolti. L’accusa ha annunciato l’intenzione di non procedere contro un terzo agente coinvolto. I milioni di persone che hanno seguito la storia hanno ascoltato il verdetto con incredulità: come è possibile, dopo aver visto il video terribile in cui si vede Thomas immobilizzato a terra, pestato brutalmente con pugni e manganelli, che chiede di non essere ucciso, che urla il nome di suo padre; come è possibile che qualcuno possa emettere un verdetto che non sia di colpevolezza?
La risposta è contenuta in un famoso esperimento psicologico condotto nel 1961, l’Esperimento Milgram. Questo esperimento, condotto quando i processi di Norimberga erano un ricordo vivo, consisteva nel far credere ad un gruppo persone che stavano torturando un soggetto nella stanza accanto (che in effetti era uno di loro che fingeva di essere un volontario, e non provava alcun dolore) con delle scosse elettriche sempre più potenti. Rassicurati dalle parole degli scienziati in camice bianco, che dicevano che si sarebbero assunti ogni responsabilità, e spronati a continuare, queste persone continuarono a (così credevano) infliggere scosse sempre più forti, anche quando le urla salirono di tono e poi cessarono. In breve, queste persone erano pronte ad infliggere dolore a degli sconosciuti che chiedevano pietà, fino a farli svenire, o anche morire, basati sulle rassicurazioni fornite da “persone responsabili fornite di autorità”, purché la vittima non fosse uno di loro.
Sappiamo dagli psicologi dell’età evolutiva che nel processo di socializzazione i bambini sono portati a vedere nell’autorità politica un’estensione dell’autorità genitoriale. Il presidente è visto come Mamma o Papà, e tutti gli americani come la famiglia. Piano piano attori come il Congresso, le corti e così via entrano nel quadro, inizialmente come semplici “aiutanti” del presidente, e solo in un secondo momento come freno all’autorità presidenziale. Ma anche anche allora l’aura dell’autorità genitoriale persiste a livello subliminale.
Questa continua aura di autorità stimola la tendenza a dare ai leader politici il beneficio del dubbio quando iniziano una guerra (“forse hanno informazioni esclusive che noi non abbiamo”), e a considerare l’autorità formale come qualcosa che serve a risolvere i problemi comuni attraverso il consenso popolare (“lo stato siamo noi”). Questa tendenza è più evidente nel modo in cui viene inculcata l’immagine del poliziotto nei bambini. “Il poliziotto è tuo amico.” “Se hai problemi o hai bisogno d’aiuto chiama un poliziotto.” “Qualcosa devono averla fatta sennò non li avrebbero arrestati.”
Tutto ciò è falso. Forse in passato la polizia era la presenza più rassicurante del vicinato o del paese, dove gli abitanti si conoscevano tutti e tutti andavano d’accordo con il poliziotto in servizio (anche se non era così per i vagabondi o le minoranze razziali). Ma oggi gran parte degli agenti, in dipartimenti grandi e piccoli, sono persone scelte sulla base del carattere autoritario e la volontà di brutalizzare gli altri; altri sono addestrati alla brutalità una volta arruolati, e altri ancora sono chiamati ad onorare la consegna del silenzio quando assistono ad episodi di brutalità da parte dei loro “compari”.
Quello che è accaduto a Thomas è procedura standard nella maggior parte delle giurisdizioni: Continua a brutalizzare una persona dopo che è stata resa incapace di reagire – se non con spasmi involontari dovuti al dolore – e urla continuamente “Non opporti! Non opporti!” Le forze di polizia locale sono sordidi imperi criminali basati su prove contraffatte, induzione al reato, testimonianze estorte, racket della “confisca” e cani addestrati ad attaccare a comando. Grazie alle forze armate che hanno fornito addestramento e armi in eccedenza, la polizia è stata militarizzata al punto che oggi le squadre speciali sono usate per attività di routine come le perquisizioni e i mandati d’arresto: abbattono le porte a colpi d’ascia, sparano gli animali da compagnia, saccheggiano le case e terrorizzano le famiglie nel cuore della notte né più né meno come faceva la polizia segreta sovietica o nazista. Agli occhi della polizia, i civili sono come la popolazione di un paese sotto occupazione da terrorizzare con dimostrazioni di forza condotte a caso.
Finché la popolazione non abbandonerà il rispetto inculcato dallo stato per l’autorità in uniforme, e finché non smetterà di considerare le persone sotto accusa come “loro”, i verdetti contro i vari Rodney King e Kelly Thomas, e chissà quanti altri, non cesseranno.