Un titolo recente su The Week diceva: “NSA: Stavamo per smettere di spiare tutti poco prima che parlasse Snowden” (30 marzo 2015). A prima vista si direbbe una buona imitazione di un titolo satirico di The Onion, se non fosse che la realtà è più strana della finzione.
La Associated Press dice: “A sentire alcuni attuali ed ex funzionari dell’intelligence, che hanno chiesto l’anonimato per questioni di sicurezza, la proposta di chiudere il programma circolava tra i vertici ma non era ancora arrivata sulla scrivania del generale Keith Alexander, allora direttore della Nsa.”
La reazione tipica è la risata. L’idea che la Nsa, un’organizzazione che è praticamente sinonimo di spionaggio sugli americani, stesse per imporsi delle regole merita una bella risata.
Il fatto che bisognasse convincere Alexander che il programma era un fallimento basta a dimostrare che era solo una chiacchiera. Se devi convincere il tuo capo di qualcosa di cui tutti conoscono la verità e che lui è poco propenso ad ammettere, cosa pensi che accada?
Questa dinamica all’interno di una gerarchia non è nuova, e si ricollega ad un fenomeno che Kevin Carson chiama “pensiero magico”.
Chi lavora ai gradini più bassi della Nsa, per quanto sia complice di questi orribili affronti alla nostra dignità, è molto più addentro di altri a quello che l’agenzia fa realmente. Per questo sa bene cosa succede e cosa sarebbe bene cambiare. Ma non è incentivato a farlo sapere alle persone in alto perché sa che potrebbe essere licenziato o punito in qualche modo.
Persone come Alexander sono probabilmente più occupate a firmare un comunicato stampa o a rispondere a qualche articolo dei giornali piuttosto che ad interrogarsi sulla politica dell’agenzia. Perciò il suo contatto con l’attività dell’agenzia è debole, e si vede. Quando Alexander prova a parlare delle conseguenze e degli effetti delle sue attività sulla sicurezza dell’America è, nel migliore dei casi, incoerente, quando non completamente sballato.
Nel 2013 la New America Foundation disse che, “Un’analisi approfondita su 225 persone… accusate di atti terroristici in America dopo l’undici settembre 2001, mostra come i tradizionali metodi investigativi, come l’uso di informatori locali e le operazioni di intelligence mirate, fossero alla base delle accuse nella maggior parte dei casi, mentre il contributo fornito dalla sorveglianza a tappeto della Nsa era minimo.”
Ed ecco ora che questa organizzazione, incompetente ma incredibilmente potente, dice: “sì, stavamo per fermare tutto quando qualcuno ha fatto la soffiata!”
Perché non ne inventano un’altra?