#redefinework

Di ZH. Originale: #redefinework, 29 luglio 2021. Traduzione di Enrico Sanna.

Sono il fondatore e direttore esecutivo della Automotive Free Clinic (AFC). La AFC è una libera autocarrozzeria a basso costo di Prattville, Alabama, una cittadina appena fuori Montgomery, progettata secondo i principi del mutuo aiuto e della teoria del valore lavoro di Marx. Nasciamo a marxo 2020 come servizio di soccorso legato alla pandemia e nel corso degli ultimi quindici mesi abbiamo riparato, fatto manutenzione e controllato un centinaio di veicoli. Ma abbiamo anche organizzato vari incontri settimanali, con seminari sul marxismo e il Capitale, i Grundrisse, i Quaderni dal carcere di Gramsci, I dannati della terra e La società dello spettacolo. Questi incontri popolari rappresentano per i nostri soci lavoratori tanto un’occasione di studio quanto un contributo in un momento difficile. La nostra organizzazione è formata esclusivamente da lavoratori bianchi, noi ci definiamo “redneck”, e a mo’ d’indennizzo doniamo il 10% ad un’organizzazione di persone di colore di Birmingham, nell’Alabama.

Secondo la teoria del valore di Marx, nel modo di produzione capitalistico il valore è creato dai lavoratori che producono le merci e rappresenta il principio cardine del capitale. I lavoratori che non producono merci tecnicamente non producono valore all’interno di questo modo di produzione. I lavoratori che producono merci sono spesso detti qualificati, hanno maggiore autonomia sul luogo di produzione e, perlomeno in certe cerchie, sono considerati gli attori storici della trasformazione socialista. Gran parte della storia socialista ruota attorno al tentativo dei lavoratori di acquisire più potere e una fetta più grande del valore che essi creano. Quello che non si è riusciti a fare, secondo noi, è cambiare la stessa relazione di valore. Che purtroppo è generalmente considerata una realtà universale, e non un prodotto delle relazioni sociali capitaliste.

Se si vuole cambiare il sistema capitalista, occorre che la relazione di valore sia trasformata in una relazione di altro tipo, possibilmente producendo una merce di genere completamente diverso: la merce socialista.

Le attività che non producono valore sono l’assistenza domiciliare, l’assistenza all’infanzia o ai clienti; neanche la riparaizone di un’auto produce valore. Detto in termini semplici, l’attività riproduttiva è esclusa dal tempo di lavoro socialmente necessario, o valore. Tutto questo mi appare chiaramente retrivo, così come gran parte del capitalismo. Al livello più elementare, la riproduzione ha un’importanza primaria in qualunque rapporto di lavoro. Senza il parto non esisterebbero lavoratori. E poiché solo chi possiede un utero può partorire, ecco che le relazioni sociali capitaliste assumono un carattere profondamente misogino, perché privilegiano attività secondarie (la produzione) a discapito di attività primarie (la riproduzione).

Ma come facciamo a trasformare una relazione di valore in qualcosa che sia soprattutto o almeno egualmente riproduzione di valore? Noi di #redefinework all’AFC lo facciamo combinando processi produttivi e riproduttivi nel valore creato dalla nostra organizzazione. Le autofficine tradizionali hanno un rapporto antagonistico con la loro clientela. Il meccanico è pagato a riparazione e questo lo incentiva a raccomandare quante più riparazioni è possibile al cliente. Anche i consulenti, che sono pagati un tanto a commissione, sono incentivati a vendere quante più riparazioni è possibile. Gli interventi che raccomandano riguardano spesso un insieme di sicurezza (indispensabile), difetti (consigliabile), manutenzione (consigliabile ma non indispensabile) e piccoli difetti (perlopiù inutile). Data la loro relativa ignoranza tecnica e la complessità delle moderne automobili, spesso i clienti non sanno cosa fare. Questo crea una forte sfiducia nei confronti degli autoriparatori, effetto del modello imprenditoriale del settore. Pertanto, la relazione di valore prodotta dall’industria delle autoriparazioni colpisce tanto il tecnico quanto il cliente.

Alla AFC non abbiamo clienti. Abbiamo membri della comunità. Forniamo pezzi di ricambio a prezzo di costo, con un risparmio di circa il 45%, mentre la manodopera è a donazione, si paga quel che si può, anche nulla. Andiamo avanti con le donazioni della comunità e il sostegno di istituzioni solidali. Tutta la comunità si dà da fare per far andare le auto dei bisognosi, un fatto d’importanza vitale in un paese in cui scarseggiano i trasporti pubblici.

Il nostro è un modello imprenditoriale socialista che produce una relazione di valore di genere diverso da quella capitalista. Le relazioni con i membri della comunità e l’aiuto reciproco, uniti alla riparazione fisica dell’auto, sono per noi più importanti che spennare il cliente. L’AFC produce un genere di merce il cui valore sta sia negli aspetti produttivi che in quelli riproduttivi. È una sintesi dialettica, è la scelta più adatta tanto per i membri della nostra comunità quanto per i tecnici stessi.

Questi ultimi subiscono un deterioramento psichico e fisico, a quarant’anni cominciano a sentire gli effetti di un ritmo di lavoro che è infernale. Molti passano dall’officina alla consulenza. Qui all’AFC i tecnici non sono pagati a riparazione (in questo senso, siamo tutti volontari) e non c’è l’urgenza di riparare l’auto il prima possibile. Questo significa meno errori, meno stress per i tecnici, i quali sono più soddisfatti del loro lavoro. Il tecnico è più orgoglioso del proprio lavoro quando sa che sta offrendo un servizio agli altri.

Per cambiare la natura della relazione di valore, e quindi anche delle merci prodotte, abbiamo creato #redefinework, per servire la comunità e non per fare profitto. Come abbiamo detto più volte, noi vogliamo che il settore delle autoriparazioni diventi come i volontari dell’antincendio: lavoratori rispettati di cui fidarsi per l’assistenza della comunità.

Scritto da Zac Henson, ricercatore, meccanico con qualifica della Automotive Service Excellence.

Anarchy and Democracy
Fighting Fascism
Markets Not Capitalism
The Anatomy of Escape
Organization Theory