Di James Tuttle. Originale pubblicato il 18 agosto 2020 con il titolo Pandemics and the Threat from Adults. Traduzione di Enrico Sanna.
Autodifesa è parola riverita. Nel contesto politico, è considerata una dura conquista rivoluzionaria, con la sua sacralità e i suoi strumenti scritti nei codici e sulle t-shirt.
Voi avete il diritto di difendervi.
Questo mese (agosto 2020), i politici decidono la riapertura delle scuole con la pandemia in corso. Lo stesso dilemma riguarda i genitori: devono mandare i loro figli a scuola… con una pandemia in corso?
“I ragazzi devono tornare a scuola e i dirigenti scolastici devono programmare il rientro, punto,” ha detto il segretario all’istruzione Betsy DeVos alla trasmissione della Cnn State of The Union.
“Il presidente e l’amministrazione scherzano con la salute dei nostri ragazzi,” ha detto lo speaker della camera Nancy Pelosi.
“Dobbiamo aprire le scuole,” ha detto il presidente Donald Trump. Che poi ha aggiunto: “loro non vogliono che si riaprano”, riferendosi ai “democratici e l’estrema sinistra”.
“Più sono giovani e minore è il rischio,” ha detto Trump ad un colloquio. Non riaprire le scuole, ha dichiarato, comporta costi più grandi della morte dei ragazzi: la morte dell’economia e ad opera dell’economia. “Dobbiamo ricordare anche l’altro aspetto della cosa. Anche tenerli lontano dalle scuole e tenere le scuole chiuse provoca la morte. Un danno economico che causa morte, per varie ragioni sempre morte. Probabilmente, più morti.”
Più morti.
Kayleigh McEnany, addetto stampa, ha ribadito la posizione del presidente: “Il presidente ha detto molto chiaramente che vuole la riapertura delle scuole… e quando dice riapertura intende riapertura totale. La scienza non ha il diritto di mettersi in mezzo.”
E i genitori cosa devono pensarne?
Morte dell’economia, morte ad opera dell’economia o morte dei ragazzi? Oltre alla morte, c’è il pericolo dei debiti per le spese mediche per via di un sistema sanitario distrutto, a tutti i livelli, dalla scarsità artificiale. Ci sono prove evidenti che il virus attacca il cuore strutturalmente causando danni permanenti. Sappiamo che colpisce pesantemente non solo il sistema respiratorio, ma anche il fegato, i reni e il cervello. E non si sa se chi sopravvive acquisirà l’immunità e se tale immunità durerà nel tempo.
Per un politico, per un genitore, sono questioni difficili.
Apri le scuole e fai la roulette russa con tuo figlio; tieni chiuse le scuole e fai scattare la bomba economica.
“Più sono giovani e minore è il rischio,” dicono loro, ma il fatto è che il tuo “giovane” figlio può portare il virus a casa e infettare la famiglia. Apparentemente, il virus si diffonde facilmente tra i ragazzi, che “possono portare nel naso e nella gola tanto coronavirus quanto un adulto infettato”. Quindi, se anche tuo figlio dovesse schivare il proiettile (e dovrà schivarne tanti), gli rimarrebbe comunque la sindrome del sopravvissuto e i debiti che non gli lasceranno chiudere occhio la notte.
Per quei politici e quei genitori coinvolti in questa stupida e violenta organizzazione che è il sistema statunitense, la questione si risolve rispettivamente in un calcolo da psicopatici e in una terribile sottomissione. E poi un’altra questione: i giovani – bambini, ragazzi, giovani adulti, adolescenti, eccetera eccetera – costretti, in un modo o nell’altro, a frequentare la scuola.
È facile far tacere i ragazzi: la nostra società è strutturata in modo da tener conto solo dell’opinione degli adulti. Ma se parliamo di obbligo scolastico con una pandemia in corso, loro devono sapere che hanno il diritto di difendersi.
La posizione standard dello stato riguardo l’autodifesa è che è lecito difendersi da un pericolo… a meno che il pericolo non sia anche il potere. Prevedibilmente, la questione della riapertura scolastica si è trasformata in un dibattito tra politici e genitori, con i ragazzi tenuti fuori dalla porta. Qualunque sia la minaccia rappresentata dalla pandemia in corso, dai ragazzi ci si aspetta che chinino la testa e obbediscano.
La prima libertà sospesa dallo stato è, necessariamente, il diritto all’autodifesa. Avete il diritto alla vita, alla libertà, alla proprietà, alla felicità… purché queste cose non servano allo stato (e gli servono). Potete avere il permesso di difenderti da quelli come voi (forse, qualche volta), ma mai dalla polizia, mai dalle forze della sicurezza nazionale, o dall’Fbi, dall’Ice, o dal funzionario che impone l’obbligo di frequenza. Insomma, mai dallo stato.
L’anarchico non è d’accordo. L’anarchismo si oppone. L’anarchia è contro queste violenze, questi atti di potere, queste violenze. Per un anarchico, l’autodifesa è un fatto evidente, elementare, scontato, è elevato a espressione di autostima; ed è un diritto che hanno anche i ragazzi.
I ragazzi hanno il diritto di sottrarsi, organizzarsi, difendere le proprie vite da chi vorrebbe prenderle. Se i politici o i genitori non proteggono dalle violenze di ogni genere i ragazzi a loro affidati, i ragazzi non sono obbligati a chinare la testa e subire.
Se politici e genitori decidono di riaprire le scuole durante la pandemia, i ragazzi hanno il diritto di non andarci; che le scuole riaprano vuote. Se costretti, i ragazzi possono boicottare la scuola e organizzare alternative più sicure. E quando lo stato manderà i suoi scagnozzi, ovvero i poliziotti, a distruggere le alternative o ad acchiappare i fuggitivi, i ragazzi avranno il diritto all’autodifesa.
Per sapere di più riguardo Youth Liberation, un buon inizio è la rivista NO!.