L’amministrazione Obama ha recentemente annunciato una politica di intervento limitato in Iraq, con l’uso di droni per allontanare la possibilità che Isis conquisti i territori autonomi curdi. Il principale alleato americano è il governo regionale curdo di Massoud Barzani. Gli aiuti americani contro Isis si limitano alle regioni curde in Iraq.
Il principale avversario di Barzani nella conquista della fiducia dei curdi è Abdullah Ocalan, leader del Partito dei Lavoratori Curdi (PKK) attivo in tutti i quattro paesi in cui esistono significative minoranze curde.
Mentre guidava da una prigione turca un PKK originariamente marxista-leninista, Ocalan ebbe modo di studiare le opere dell’anarchico Murray Bookchin, di cui adottò una versione della sua filosofia “municipalista libertaria” (che Ocalan ribattezzò “confederalismo democratico”). La filosofia di Bookchin si impose all’attenzione di Ocalan come parte di un più ampio interesse per il pensiero socialista libertario tra i nazionalisti curdi dopo il crollo dell’Unione Sovietica. Ocalan vide nel confederalismo democratico – influenzato anche dagli sforzi orizzontalisti come quelli dell’esercito di liberazione zapatista messicano – un’alternativa sia al capitalismo clientelare occidentale che all’economia pianificata sovietica.
Il confederalismo democratico divenne la base su cui si sviluppò in Kurdistan il Raggruppamento delle Comunità, un tentativo del PKK di amministrare il territorio curdo. Questo ricalca da vicino il modello delle democrazie dirette federate di Bookchin, che a sua volta si basa sul modello della Comune parigina, dei soviet russi nati dopo la Rivoluzione di Febbraio, e delle entità anarchiche durante la Rivoluzione Spagnola. L’economia è governata da un insieme di auto-governo dei lavoratori e pianificazione partecipativa. Le donne hanno un ruolo di primo piano nelle municipalità e nelle milizie, e hanno combattuto valorosamente – per ragioni comprensibili – contro Isis.
Il PKK è ancora nella lista delle organizzazioni terroristiche per via della sua rivolta violenta contro il governo turco, anche se da un anno mantiene la tregua ed è riuscito a conquistare una significativa autonomia regionale per i curdi nella Turchia orientale. Ad aprile, sotto la tregua, il PKK ha trasferito il grosso delle sue forze combattenti nel Kurdistan iracheno.
Se Obama volesse davvero fermare l’ingresso di Isis nel Kurdistan iracheno farebbe meglio ad aiutare il PKK, soprattutto considerati i rapporti pacifici del partito con la Turchia e l’indipendenza di fatto delle aree curde nella Siria nordorientale. Il PKK e le sue milizie alleate in Siria hanno avuto più successo militarmente contro Isis del Libero Esercito Siriano appoggiato dall’occidente. Il PKK ha difeso le aree Yazidi del Kurdistan iracheno, e ha fatto trasferire i civili a rischio, quando i Peshmerga di Barzani si sono dileguati. Nel Kurdistan siriano, i combattenti PKK turchi hanno impedito la caduta di Kobane, che sta lungo le linee di comunicazione tra le aree dominate da Isis in Siria e Iraq. Ocalan e il PKK, a differenza di Barzani, sono molto popolari in tutto il Kurdistan, non solo nella parte irachena.
Ma è improbabile che Obama lo voglia. Peggio di una vittoria di Isis, dal punto di vista americano, sarebbe solo la dimostrazione della validità di un’alternativa sia al capitalismo corporativo che al socialismo di stato, un’alternativa basata sul decentramento, la democrazia diretta e l’autogestione.
Il Kurdistan ha molto in comune con la Corea postbellica. Nel vuoto di potere lasciato dalla ritirata dei giapponesi dalla penisola coreana, scrive (“Mass Graves”, ripubblicato su Austro-Athenian Empire il 25 maggio 2008) il compagno di C4SS William Gillis, “accadde qualcosa di sorprendente. Gli anarchici coreani, che da tempo appoggiavano la resistenza, uscirono dall’oscurità e formarono a livello nazionale una federazione di villaggi e consigli di lavoratori per sovrintendere un massiccio programma di riforma agraria.” Al nord, le forze di occupazione sovietiche soffocarono subito tutto, liquidando il progetto anarchico e installando al potere il regime dei Kim. Le forze americane arrivarono molto più tardi, dando alla Corea del Sud un momento di pace e libertà. Quando arrivarono, però, i comandanti militari americani scoprirono di “non avere una procedura valida per trattare con le federazioni regionali e le comuni anarchiche.” Così restituirono le terre all’aristocrazia spossessata, e aiutarono i possidenti terrieri a instaurare un governo militare. Con l’inizio della guerra di Corea, l’assassinio di anarchici e altri di sinistra, già in corso ad opera del regime militare, divenne frenetico. Almeno 100.000 sospetti anarchici, socialisti e comunisti o simpatizzanti finirono nelle fosse comuni.
Lo stato americano preferirebbe che Isis non vincesse. Ma come nel caso dei proprietari della fattoria ne La Fattoria degli Animali di Orwell, gli uomini hanno in comune con i maiali un interesse sopra tutti: non vogliono che gli “animali”, le persone qualunque, si governino da soli.