In America il 15 aprile, giorno della dichiarazione dei redditi, è una celebrazione. In questo giorno noi cittadini siamo orgogliosi di stare assieme in una società democratica e di prendere le decisioni cooperando tra noi. I frutti del nostro sudore, sotto l’occhio vigile della IRS (il fisco americano, ndt), sono distribuiti tra la società, edificano il sogno collettivo di una unione più completa… un dollaro fiscale alla volta.
Ok, ok, niente di più lontano dalla verità.
La triste verità sul 15 aprile è che la stragrande maggioranza del gettito va alle spese militari passate, presenti e future. La War Resisters League ha trascorso tanto tempo a studiare il gettito federale, con risultati più che seri.
Il gettito destinato alla spesa militare comprende 584 miliardi dell’enorme bilancio del Dipartimento della Difesa. Altri 202 miliardi circa vanno ad altri settori della difesa. In totale 786 miliardi per operazioni militari correnti. Se si aggiungono i 47 miliardi per le “Operazioni Contingenti Oltremare” di Obama (proseguimento della “Guerra al Terrore” di Bush), si arriva a 833 miliardi per operazioni in corso. Altri 521 miliardi sono usati per le spese militari del passato. Con questo debito di guerra arriviamo a 1.400 miliardi di dollari.
Ma il conteggio non si ferma qui. Il Dipartimento degli Interni, che si è fatto un (triste) nome con la sicurezza aeroportuale, ha militarizzato i dipartimenti di polizia di tutto il paese fin dall’inizio. La guerra alla droga non sembra rallentare (anche se fioriscono sacche di resistenza). Produzione di armi, droni, prigioni, macchine da guerra, mantenimento di arsenali nucleari in grado di mettere fine alla civiltà umana diverse volte (distruggere la terra una volta basta mica)… l’elenco si allunga continuamente.
Il 47% circa del gettito fiscale va alle risorse umane: finalmente prendiamo posto a tavola! Ma non dimenticate che quando i “troppo grandi per fallire” sono nei guai è sicuro che i soldi andranno a loro, non alla popolazione. Mr. Smith chiude bottega, le famiglie perdono la casa, ma l’élite economica è salva. Invece di ridistribuire il gettito tra le persone, i soldi delle tasse vanno a proteggere gli interessi economici dello stato. Il primo salvataggio fatto dall’amministrazione Bush è costato ai contribuenti americani 700 miliardi… e la spesa continua.
Quello che per gli americani è una priorità, come una comunità sicura e pulita, un ambiente pulito, infrastrutture, scuole, ricerca e altro, perde importanza di fronte alla potenza economica e militare dell’impero americano.
Il giorno della dichiarazione dei redditi non è il giorno della cooperazione; è il giorno della beffa. È il giorno in cui ci ricordiamo che lo stato azzoppa il potenziale umano. Serve a ricordare che lo stato è un ostacolo permanente al mercato risorgente. È il giorno in cui ci ricordiamo degli orrori e dei costi della pianificazione centrale.
Il libertarismo offre una soluzione. Immaginate un sistema socio-economico messo su da esseri umani liberati; istituzioni alternative create dall’autogoverno e dalla libera associazione. Le possibilità dell’umanità sono enormi. Neanche possiamo immaginare l’effetto che il talento libero e il lavoro autonomo avrebbero sul progresso e sull’edificazione della società.
Una cosa è certa: Non è negli interessi dell’uomo liberato morire per lo stato; una società senza stato non sprecherebbe risorse immani in guerre.