Glenn Broadnax, di Brooklyn, New York, soffriva di ansia e depressione. Secondo i documenti recentemente resi pubblici dal tribunale, il pomeriggio del 14 settembre stava “parlando con i suoi parenti morti che erano nella sua testa”, una cosa che lo spingeva a “buttarsi davanti alle auto per uccidersi”. Poiché intralciava il traffico, arrivò la polizia. Broadnax infilò la mano in tasca, tirò fuori nulla, e finse di sparare la polizia. La polizia sparò tre proiettili veri in direzione dell’uomo disarmato. I proiettili mancarono Broadnax ma colpirono due donne che passavano dietro. Broadnax fu fermato con una scarica elettrica e accusato di minacce, possesso di droga e resistenza a pubblico ufficiale, tutti illeciti di lieve entità. Fu anche accusato del reato di aggressione nei confronti delle due passanti ferite. Il procuratore distrettuale arguì che, poiché Broadnax aveva dato origine alla situazione, era criminalmente responsabile del comportamento sconsiderato dei due agenti del governo.
Questo è solo uno dei tanti esempi della crescente brutalità della polizia. Secondo USA Today, il comportamento della polizia è diventato sempre più violento dall’undici settembre, presumibilmente per colpa dell’abbassamento degli standard nelle scuole di polizia e di un addestramento insufficiente. Forse questo è parte del problema. Io però penso che la colpa sia della crescente mentalità da stato di polizia che si è diffusa da quando è iniziata l’infinita “guerra al terrorismo”. Considerata la militarizzazione crescente della polizia di questi ultimi dieci anni, non c’è da stupirsi se la violenza aumenta.
Ma perché cresce l’interesse del pubblico?
Anche molto prima dell’undici settembre la polizia era brutale e forniva grandi titoli ai giornali, ma non così spesso come oggi. L’interesse sempre maggiore da parte del pubblico si basa sul fatto che la violenza è in aumento? Correlazione non significa causa. Le nuove tecnologie, i media indipendenti e la vecchia buona capacità di comunicare degli uomini sono alle origini della questione. Noi siamo connessi, noi parliamo, noi controlliamo la piazza e noi diffondiamo le storie sul web. Di fronte al crescere della violenza la gente ricorre ai social media per diffondere la conoscenza e fronteggiare il potere dello stato.
Per stare in argomento: Sahar Khoshakhlagh, una delle donne sparate dalla polizia che tentava di sparare Broadnax, non beve la storia dell’uomo mentalmente instabile responsabile delle sue ferite. Secondo il suo avvocato, Mariann Wang, l’accusa dovrebbe essere spostata sugli agenti che hanno aperto il fuoco. “È un incredibilmente sfortunato uso della discrezione dell’accusa il fatto che venga accusato un uomo che non ha inferto alcuna ferita al mio cliente,” ha detto Wang. “È stata la polizia a ferire il mio cliente.”
Sono passati i tempi in cui le persone arroganti prese di mira dalla polizia erano persone che semplicemente se lo meritavano. “Si vede che ha combinato qualcosa,” è il vecchio mantra della maggioranza. Oggi noi sappiamo che gli agenti del governo sono dalla parte del torto e non esitiamo a sollevare polemiche riguardo il fatto. La tastiera è più potente degli editti di stato.
L’informatica ha connesso la popolazione come non era mai accaduto prima, ma non è la semplice esistenza della tecnologia che fa salire il dissenso di fronte agli abusi della polizia: è l’attività del pubblico e la volontà di contrastare il potere dello stato. È incredibile vedere queste piccole fiamme di libertà che spuntano non solo negli Stati Uniti, ma in tutto il mondo. Il pubblico sta mettendo in dubbio chi ha il potere e le sue ragioni. Gli individui (e la collettività) stanno acquisendo più potere che mai. Questo ha un grosso effetto sui sistemi politici; e sulla “giustizia”. Quando si arriverà ad un mondo basato sulla libertà anarchica la giustizia non sarà misurata con il metro del castigo, della forza e della violenza; si baserà invece sulla capacità di ristabilire l’ordine e sulla possibilità di disarmare chi opprime.
E allora: via le pietre degli “agenti del bene”, ben vengano le polemiche del pubblico.