Obbligo Scolastico, Omofobia e Transfobia: Stessa “Logica”

Di Vishal Wilde. Originale pubblicato il 5 giugno con il titolo The Common ‘Logic’ of Compulsory Education, Homophobia, and Transphobia. Traduzione di Enrico Sanna.

A chiunque contesti l’obbligo scolastico capita prima o poi di ricevere (una variante di) questa obiezione: “un giovanissimo non ha la possibilità di sapere cosa è bene per lui, cosa serve per inserirsi nella società, servono standard minimi a cui tutti possano uniformarsi.” Questa obiezione (che bambini e adolescenti non sanno “cosa è bene per loro” e che ci debba essere qualcuno ad operare queste scelte importanti al posto loro) poggia sulla stessa base apparentemente logica su cui posano certi comportamenti sociali transfobici e omofobici. È una logica oppressiva, diretta contro le persone glbt, ed è la stessa utilizzata per imporre l’obbligo scolastico.

Tesi: l’Omosessualità è “Solo una Fase” e i Giovani sono “Confusi”

Una delle affermazioni più diffuse tra le persone omofobe è che l’omosessualità è soltanto una “fase fatta di malintesi” propria di adolescenti e giovanissimi in genere. Basta cercare su Google “omosessualità solo una fase” o “omosessualità confusa” per trovare subito molte obiezioni alle tesi su cui si basano queste opinioni, che però rimangono molto diffuse tra persone omofobe che frequentano alcuni forum di discussione. Fortunatamente, molti paesi si stanno muovendo nella direzione di una più ampia accettazione di gay, lesbiche e bisessuali. Si diffonde l’idea secondo cui ognuno ha il diritto fondamentale di esprimere i propri sentimenti come vuole (anche se ci sono paesi come l’Arabia Saudita, la Cina e l’India che restano ancorati al passato). Il cambiamento del sentire comune è graduale, ma ci sono vittorie significative e la percezione della legittimità delle relazioni non eteronormative è in ascesa e non mostra segni di regressione.

All’interno dell’architettura istituzionale dell’obbligo scolastico, le forme di sessualità non eteronormative sono state e continuano ad essere scoraggiate, rigettate e soffocate. Alla base di questo atteggiamento c’è il ragionamento secondo cui “i giovanissimi non sanno cosa è meglio per loro”, “sono troppo giovani per orientarsi da soli”, eccetera (secondo il privilegio accordato non solo alla eteronormativa ma anche al rapporto tra giovani e adulti). Ovviamente, il problema non è dato solo dagli adulti; ci sono anche i coetanei che assumono certi atteggiamenti osservando gli adulti, ma questa è solo una brevissima esposizione. Ma vorrei tornare, brevemente, sull’argomento della transfobia prima di spiegare come queste applicazioni particolari di una logica sbagliata si riflettano sulle fondamenta presumibilmente corrette alla base dell’obbligo scolastico.

Tesi: i Giovani Transgenere Sono “Confusi”

I transessuali continuano ad essere fortemente discriminati in tutte le società. Vivere con una particolare, stigmatizzata identità di genere in una società ritagliata lungo linee di genere è ipso facto doloroso, e anche quando un giovane transessuale cerca di affermare la propria identità e la propria esistenza diversa, le persone eteronormative (genitori, educatori, coetanei, eccetera) ribattono dicendo che sono semplicemente “confusi”. Le persone dotate di autorità (frutto di gerarchie imposte e rafforzate dal sistema scolastico obbligatorio) cercano continuamente di soffocare l’identità di genere con ragionamenti del tipo: “sono troppo giovani per sapere”, “non sanno cosa è meglio per loro” o “non capiscono”, e dicendo così negano la loro esperienza personale. Certo l’identità transgenere è altra cosa dall’identità lesbica, gay o bisessualle, ma lo stesso ragionamento è usato contro tutti.

La Stessa “Logica” dell’Obbligo Scolastico”

Chiunque abbia provato a convincere qualcuno del male insito nella natura costrittiva dell’istruzione si sarà sentito rispondere che con i giovanissimi almeno un certo grado di costrizione dev’esserci. Se si prova a contestare l’obbligo ci si scontra inevitabilmente con obiezioni del tipo “Allora pensi che i bambini dovrebbero fare quello che vogliono e imparare quello che vogliono?” È difficile rendere per iscritto la derisione insita in certe affermazioni, ma in questo caso è evidente e la dice lunga sul fatto che in società i giovanissimi siano considerati subumani. E poi quest’altra: “Certo molti non vogliono andare a scuola perché non ne capiscono l’utilità.”

Note Conclusive

Chi ha conosciuto sulla propria pelle cosa sia l’omofobia e/o la transfobia sulla base di questi presunti ragionamenti logici (io, da eterosessuale, non pretendo di saperne quanto vorrei) forse vedrà che gli stessi ragionamenti servono a giustificare l’obbligo scolastico e le tante violenze oppressive in cui si traduce (compreso l’abuso sessuale). La mia speranza è che questo breve esame di queste presunte logiche, e il filo comune che le lega, dia qualche arma intellettuale, morale a quegli attivisti contrari all’obbligo scolastico, che vogliono convincere il maggior numero possibile di persone della sua grande ingiustizia e violenza.

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