Di Logan Marie Glitterbomb. Originale pubblicato il 5 giugno 2019 con il titolo Peer-to-Peer Ridesharing, Not Corporate Profiteering! Traduzione di Enrico Sanna.
Capita che degli anarco-capitalisti distratti portino Uber e Lyft ad esempio di impresa agorista. Saranno anche leggermente più agoristi del tradizionale servizio di piazza, ma sono tutt’altro che ideali. Più che di agorismo, parlerei di vecchio capitalismo clientelare che cerca di camuffarsi da “economia della condivisione”. Solo che la vera economia della condivisione è paritaria, mentre Uber e Lyft sono terze parti che si intromettono e decidono unilateralmente. Non sono il prodotto di un processo decisionale a partecipazione paritaria.
Questa assenza di partecipazione democratica paritaria, unito al modello aziendale gerarchico, genera insoddisfazione tra molti lavoratori di Uber e Lyft. Diversi tentativi di sindacalizzare i tassisti hanno prodotto un effetto valanga culminato in uno sciopero e un boicottaggio di solidarietà l’otto maggio scorso. L’iniziativa ha avuto un certo successo e una certa eco sui media, ma è solo l’inizio.
È accaduto di recente a Washington che i tassisti di servizio all’aeroporto Reagan si sono coalizzati e hanno fatto ricorso a pratiche creative per aumentare il guadagno. I tassisti di Lyft e Uber si ritrovano nei loro parcheggi. Alcuni di loro controllano l’applicazione e danno istruzioni agli altri. Quando arriva un volo, tutti i tassisti disattivano l’applicazione. L’improvviso aumento della domanda, unito alla forte carenza di offerta, fa schizzare i prezzi alle stelle. Chi sta di guardia controlla i prezzi, e non appena questi raggiungono livelli giudicati sufficienti, dà il segnale agli altri, che quindi riattivano l’applicazione e bloccano il prezzo il più in fretta possibile. Una seccatura per i clienti, che devono pagare di più, ma con Uber e Lyft che prendono il 40-50% di ogni singola tariffa questo è l’unico modo per andare avanti. Il fatto è che una corsa non può costare meno della benzina consumata, cosa che purtroppo prima dello stratagemma capitava spesso. È sostanzialmente una versione aggiornata dello sciopero bianco, ma con risultati immediati. Ancora una volta, l’azione diretta dà i suoi frutti.
Sostenere lo sforzo di migliorare le proprie condizioni di lavoro è importante, è un ottimo inizio, ma non basta. Un agorista dovrebbe andare oltre e creare la propria alternativa. Già esistono molte piattaforme paritarie locali di ridesharing. Alcune operano tramite applicazioni simili a quelle di Lyft e Uber, mentre altre operano tramite gruppi di facebook, tutte però sono operativamente limitate.
Volendo optare per un servizio più frequentato e diffuso, c’è Cell 411. L’applicazione funziona in maniera paritaria, nessuno fa la cresta alle transazioni, il che significa contrattazioni dirette tra clienti e tassisti. I tassisti possono fare il loro prezzo, e anche scegliere la forma di pagamento accettata, se contanti, criptomonete, metalli preziosi o baratto. Si possono anche accettare donazioni libere in cambio dei soldi. Un raro caso di potere nelle mani dei lavoratori.
Come diffondere l’uso di queste alternative considerato che molte sono semisconosciute o poco utilizzate? Per iniziare, si può optare per una qualunque piattaforma disponibile localmente, anche se al momento è poco nota o sconosciuta. Si inviano richieste tramite questa piattaforma per incoraggiarne l’uso. Si possono distribuire biglietti da visita o volantini, se possibile. Basta un semplice foglietto con un indirizzo web stampato sopra (es. GetCell411.com) a mo’ di promemoria per il cliente. Quando poi non si trovano alternative e si è costretti a rivolgersi a Uber o Lyft, è buona pratica informare l’autista delle alternative e dargli un biglietto da visita.
Per il tassista che cerca alternative o ha ricevuto materiale pubblicitario da qualche cliente, la cosa è semplice. Basta scaricare l’applicazione del servizio alternativo locale per cominciare a ricevere richieste. Non bisogna preoccuparsi se finora il servizio è poco diffuso. Si può continuare a lavorare per Lyft e Uber e mantenere Cell 411 o qualche altra alternativa a portata di mano. Così, la scarsa diffusione delle piattaforme alternative non scoraggia il coinvolgimento. Gli stessi autisti possono distribuire volantini o biglietti da visita alla clientela al fine di incoraggiarli ad usare i servizi alternativi in futuro.
Biglietti da visita e volantini possono anche essere diffusi in altri modi, ad esempio negli alberghi, nei bar, presso le scuole, gli uffici informazioni, le biblioteche, le comunità e tutti quei posti in cui si pensa che potrebbero attirare l’attenzione. Ognuno di questi metodi promozionali può servire a garantire la crescita dei servizi alternativi, e con questi anche il controllo del lavoro da parte dei lavoratori tramite piattaforme paritarie. La vera economia della condivisione è questa. Sta ad ognuno contribuire.