Maltrattare gli Animali Viola i Loro Diritti

Replica a Walter Block

Di Thomas Raskin. Originale pubblicato il 25 luglio 2017 con il titolo Animal Torture Violates Rights: A Response to Walter Block. Traduzione di Enrico Sanna.

Introduzione

Walter Block è uno dei più stimati teorici libertari nel mondo.1 Eminente studioso di economia presso la Harold E. Wirth, docente di economia presso la Loyola University, Block ha scritto centinaia di articoli e libri sulla complessità delle teorie libertarie: anche una rapida rassegna fa capire l’enorme profondità e vastità del suo pensiero.2 La sua coerenza logica è impressionante, e i suoi studi iconoclastici su argomenti di peso come il militarismo e il proibizionismo gli sono valsi elogi da chiunque lamenti lo strapotere statale.

Nonostante le sue importanti intuizioni su altri argomenti, Block, assieme ad altri libertari come Murray Rothbard3, Tibor Machan4, Roderick Long5 e Jan Narveson6, ha idee torbide sui diritti degli animali7. Secondo lui, gli animali non hanno diritti perché non possono: 1) sostenere diritto di non essere maltrattati, e 2) “promettere di rispettare” i diritti altrui e “mantenere” la promessa.8 Come altri suoi pari, Block desume da ciò che gli uomini possono maltrattare impunemente gli animali di loro proprietà.9

Certo, il fatto di essere contro i diritti degli animali influenza le sue idee anche su altre questioni serie. Sostiene, ad esempio, che il gestore di un macello ha diritto a tenere per sé i soldi guadagnati uccidendo animali con metodi atroci. O che un’industria privata può distruggere l’habitat animale.10 Per capire tutte le implicazioni dei diritti degli animali in una società basata sul diritto di proprietà lockeano, dobbiamo prendere in considerazione queste questioni derivate. In questa breve trattazione mi limiterò a confutare alla base il diritto di maltrattare gli animali sostenuto da Block.11 Nella prima parte confuto le sue teorie, nella seconda elenco le mie obiezioni, seguono le conclusioni.

Le teorie di Block

Personalmente, Block è contro i maltrattamenti, che chiama pratiche “altamente immorali”.12 Immagina anche, forse ottimisticamente, che in una futura società libertaria la magistratura sarà “indulgente” verso gli animalisti che lottano contro i maltrattamenti.13 Ma poiché il libertarismo proibisce solo la violenza contro gli esseri umani, secondo Block il diritto di maltrattare i propri animali resta un corollario inevitabile della dottrina libertaria.14

Anche se non ne parla nel suo articolo del 2015 “Animal Torture: A Critique of Thick Libertarianism”, Block altrove  sostiene che una specie non umana potrebbe teoricamente acquisire dei diritti chiedendoli formalmente e promettendo di rispettare i diritti altrui.15 Block estende lo stesso principio a tutte le entità considerate normalmente non “animali”, il che implica ad esempio che anche gli extraterrestri dovrebbero rispettare gli stessi obblighi libertari degli umani.16

Problemi delle teorie di Block

I problemi connessi sono tre. Primo, Block suppone da subito che la divisione umani-animali abbia significato morale, anche se il significato morale di quella divisione è proprio ciò che Block dovrebbe dimostrare. Secondo, sembra che Block riconosca impropriamente i diritti degli individui solo se possono articolare la richiesta e un sincero rispetto reciproco. Terzo, quando stabilisce chi ha diritto a non essere maltrattato Block presta poca attenzione alla capacità di provare sentimenti.

Cominciamo dal primo. Per stabilire se gli animali hanno diritti, Block delinea quello che potremmo chiamare lo “standard espressivo”, e si chiede se gli animali possono invocare diritti per sé ed esprimere l’onesta volontà di rispettare i diritti altrui. Gli animali dunque non hanno diritti perché, è il ragionamento di Block, non possono rispettare questo standard. Ma si tratta di una questione speciosa, particolarmente evidente se applichiamo lo standard di Block a certe categorie umane. Immaginiamo di usare il ragionamento di Block per determinare se un neonato possiede diritti. Seguendo la sua logica, arriviamo alla conclusione che un neonato non ha diritti perché non può chiederli né può promettere di rispettare i diritti altrui.

Ma Block dice espressamente che i bambini hanno diritti. Pur giustificando qualche sculacciata da parte dei genitori per ragioni disciplinari, Block riconosce che abusi estremi, come ad esempio lacerare a morte un bambino,17 viola senz’altro i suoi diritti. È chiaro allora che Block non è disposto a considerare tutte le categorie degli umani al pari di tutte le categorie degli animali. Ma per giustificare l’uso del suo standard espressivo deve applicarlo tanto agli animali quanto agli umani. Se non lo fa significa semplicemente che è sua intenzione negare i diritti agli animali.

A questo punto Block potrebbe obiettare che i bambini, a differenza degli animali, hanno diritti perché altri membri (più anziani) della loro specie rispettano lo standard espressivo. Ma questa obiezione evidenzierebbe il nodo problematico della questione. Quando cerca di dimostrare che tutti gli esseri umani meritano una particolare protezione, le tesi di Block presumono ingiustamente fin da subito che ciò che moralmente conta sono i tratti comuni tra membri della specie. Altrettanto facilmente, e inaccettabilmente, possiamo immaginare che ciò che conti moralmente siano i tratti comuni con altri membri della stessa classe di età, e riformulare la questione così: “L’individuo in questione appartiene ad una classe di età che ha invocato diritti per sé, promesso di rispettare quelli altrui e mantenuto la promessa? Se no, non merita alcun diritto.” Block giustamente giudicherebbe ingiusta la questione perché questa formulazione arbitraria priverebbe i bambini dei loro diritti in quanto appartenenti ad una certa classe; classe invocata senza una ragione specifica. Ma anche la formulazione usata da Block, che riconosce i diritti per i bambini ma non per le loro parimenti inespressive controparti animali, è ingiusta. E dunque dovremmo rigettare il suo ragionamento.

Certo a questo punto Block potrebbe convenire che ogni individuo deve attenersi allo stesso modo allo standard espressivo. La cosa renderebbe il discorso più coerente, ma la questione in sé dello standard espressivo resterebbe un terribile malinteso. Bastano due esempi per illustrare questo ulteriore problema.

Immaginiamo che la Apple fabbrichi un computer a forma di corpo umano, vestito come un umano, e programmato per dire “Vi prego di non maltrattarmi e io non maltratterò voi.” Immaginiamo che questo computer, progettato per aiutare gli uomini e non per far male, “mantenga la promessa” e non maltratti nessuno. Ora, visto che questo computer fa la sua richiesta e la sua promessa a voce, secondo il ragionamento di Block dobbiamo garantirgli i diritti. Ma se la macchina non può provare sentimenti, è strano accordargli “diritti”. Perché per quanto dica di essere contraria ai maltrattamenti, non è qualcosa che sente. Data la sua incapacità di elaborare emozioni e di provare dolore fisico, il computer non può esprimere la sua volontà in materia di benessere personale. E riconoscere dei diritti a questo computer non sarebbe più sensato che riconoscerli ad un tavolo, una sedia, un cuscino o altri oggetti che non patiscono il trattamento ricevuto.18

E anche nel caso in cui la classe di individui che adempie allo standard espressivo non coincida perfettamente con la classe di individui che realmente non desiderano essere maltrattati, Block probabilmente risponderebbe che agli individui che vogliono certi diritti basta esprimere un desiderio in termini di diritti (anche se non tutte le entità che possono esprimere tale desiderio vogliono realmente questi diritti). Ma come Block stesso riconosce esplicitamente altrove, non è vero che chiunque desideri certi diritti sia capace di esprimere tale desiderio. Per tornare all’esempio di prima, i bambini non possono articolare il desiderio di veder rispettati i propri diritti né possono promettere di rispettare i diritti altrui. Lo stesso potrebbe dirsi di adulti che hanno serie incapacità cognitive. Schizofrenici paralizzati da allucinazioni, visioni o paranoie possono non essere in grado di esigere o promettere il rispetto dei diritti con più coerenza di un animale. E però Block riconosce che infanti, persone psichicamente alterate e malati mentali desiderano e meritano diritti.

Block non è l’unico. Appare assiomatico che esseri umani senzienti che non hanno fatto male a nessuno, anche quando sono immorali e privi di capacità espressiva, abbiano diritto a non essere maltrattati in circostanze normali. Per capire perché, dobbiamo riandare ad un’affermazione di Rothbard secondo cui gli esseri umani hanno diritti di proprietà perché “trasformano il proprio ambiente per migliorare la proprie condizioni.”19 Detto altrimenti, gli umani hanno diritti di proprietà perché possono usare e desiderare i benefici dei diritti di proprietà in un modo che le pietre, i fiumi e altre entità non creative non hanno. Anche se Rothbard era contrario ai diritti degli animali, e dunque non accettava le implicazioni logiche del suo stesso ragionamento, la sua premessa aveva un senso. C’è una buona ragione per credere che un’entità debba ricevere un diritto negativo quando vuole la protezione fornita da quel diritto negativo e ne ha un beneficio.20

Quando usiamo la premessa di Rothbard per valutare la moralità del maltrattamento degli animali, dobbiamo necessariamente concludere che maltrattare innocenti animali senzienti viola senz’altro i loro diritti. E questa conclusione ci porta al problema ultimo delle teorie di Block sui diritti degli animali: ignora l’importanza della capacità di provare sensazioni. Dato che un essere senziente può provare dolore, è chiaro che tutti gli esseri senzienti hanno interesse ad evitare l’esperienza dolorosa del maltrattamento. Ponendo la questione in termini che un rothbardiano dovrebbe apprezzare, è “naturale” che un essere senziente, data la sua avversione al maltrattamento, abbia diritti contro il maltrattamento stesso. Non importa se chi non può comunicare (chi ha difficoltà cognitive, problemi psichici, i giovanissimi e, sì, i non umani) non può esprimere in maniera eloquente la propria richiesta di godere di questi diritti. Ciò che importa è che gli esseri senzienti, a differenza degli oggetti inanimati, non vogliono essere maltrattati. Se questa volontà garantisce il rispetto ufficiale quando si tratta di umani, allora, presumibilmente almeno, deve garantire lo stesso rispetto ufficiale nel caso di esseri non umani.

Conclusione

Secondo Block, la legge ha come fine unico la regolazione delle interazioni tra umani, il che significa che il trattamento degli animali si deve risolvere privatamente.21 Certo Block è libero di sostenere il suo punto di vista, ma anche noi siamo liberi, forse costretti, di condannare i ragionamenti moralmente arbitrari e deviati che lo portano a certe conclusioni riguardo gli abusi sulle specie non umane. Un sistema legale che permette un’aggressione ingiustificata di esseri senzienti, dando troppa importanza alla capacità di comunicare dell’agente e minimizzando esageratamente l’importanza della sua capacità di provare dolore, non ha basi logiche.


Note

1. Newsmax definisce Block uno dei 100 “libertari più influenti.” Vedi “100 Most Influential Libertarians: A Newsmax/FreedomFest List.” Newsmax. June 1, Accessed July 3, 2017. 2017. http://www.newsmax.com/BestLists/libertarians-newsmax-freedomfest/2017/06/01/id/793510/.

2. Per un elenco delle pubblicazioni di Block, vedi “Walter Block Publications.” Accessed July 3, 2017. http://www.walterblock.com/publications/.

3. Murray Rothbard, The Ethics of Liberty (New York and London: New York University Press, 1998), 155. Libro pubblicato originariamente nel 1982.

4. Machan, Tibor R. “Do Animals Have Rights?” Public Affairs Quarterly 5, no. 2 (Aprile 1991): 163-73. http://www.jstor.org/stable/40435778.

5. Long, Roderick T. “Why Fur Is Not Murder.” Praxeology.net. January 26, 2003. praxeology.net/unblog01-03.htm#13.

6. Narveson, Jan. “Animal Rights.” Canadian Journal of Philosophy 7, no. 1 (Marzo 1977): 161-78. http://www.jstor.org/stable/40230681.

7. “Animale” in questo saggio significa “animale non umano.”

8. “Walter Block – Q&A Session [Australian Mises Seminar].” 6 ottobre 2013. Accessed July 4, 2017. https://www.youtube.com/watch?v=sLqEk3BKoiQ&t=1m15s.

9. Block conferma la sua posizione in Block, Walter, and Steven Craig, “Animal Torture”. The Review of Social and Economic Issues 1, no. 4 (2017): 82. http://rsei.rau.ro/images/. Anche se sarebbe bene tornare pienamente a questo articolo in altra sede, ciò che ora importa è che qui si articoli l’opinion di Block, evidentemente immutata, pur se a disagio e riluttante, secondo cui sotto il sistema legale libertario sostenuto da lui si possono maltrattare gli animali.

10. Certo Block potrebbe sempre, in teoria, opporsi al diritto di chi gestisce un macello di tenere per sé il denaro, e al diritto degli industriali privati di distruggere l’habitat animale. Ma si tratterebbe di un’opposizione che non deriva dal riconoscimento dei diritti animali.

11. Mi riferisco alla proposta di Block di legalizzare i maltrattamenti in circostanze normali, il che significa che ignoro alcune questioni etiche cruciali mentre ne affronto altre. Ad esempio, non prendo in esame la possibilità legale di maltrattare un animale per salvare la vita di tanti altri esseri senzienti. Mi chiedo se dovrebbe essere legalmente permesso tagliare il becco o le corna, penetrare con la forza o confinare gli animali in luoghi angusti per facilitare la produzione di carne, latticini e uova per i consumatori americani che potrebbero tranquillamente fare a meno di questi prodotti animali.

12. Block, Walter, and Stephen Montgomery. “Animal Torture: A Critique of Thick Libertarianism.” The Review of Social and Economic Issues 1, Nº 2 (Primavera 2015): 106. Accessed July 4, 2017.

13. Ibid., 106.

14. Ibid., 106-107.

15. “Walter Block – Q&A Session [Australian Mises Seminar].” 6 ottobre 2013. Accessed July 4, 2017. https://www.youtube.com/watch?v=sLqEk3BKoiQ&t=1m15s.

16. “Walter Block – Q&A Session [Australian Mises Seminar].” 6 ottobre 2013. Accessed July 4, 2017. https://www.youtube.com/watch?v=sLqEk3BKoiQ&t=2m00s.

17. Lacerare a morte un bambino è un esempio mio, non di Block. Lo uso perché l’industria ovicola trita a morte milioni di polli maschi ogni anno. Vedi McKenna, Maryn. “By 2020, Male Chicks May Avoid Death By Grinder.” National Geographic. June 13, 2016. Accessed July 4, 2017. http://www.nationalgeographic.com/people-and-culture/food/the-plate/2016/06/by-2020–male-chicks-could-avoid-death-by-grinder/. A proposito dei diritti dei bambini secondo Block, vedi  Block, Walter, Ed Smith, and Jordan Reel. “The natural rights of children.”Int J Health Policy Manag, 2014, 85-89. doi:10.15171/ijhpm.201.

18. Garantire diritti a questi oggetti significherebbe imporre restrizioni al modo in cui vengono trattati dagli individui.

19. Rothbard, The Ethics of Liberty, 155.

20. Forse le entità possono avere diritti pur mancando al presente di una volontà in questo senso. Una persona anestetizzata, ad esempio, pur essendo temporaneamente incosciente, probabilmente ha il diritto a non essere toccato aggressivamente. Quello che sostengo io , dunque, è che anche gli esseri senzienti, e non soltanto loro, hanno diritti. La questione andrebbe esaminata in un altro saggio.

21. Block and Montgomery, “Animal Torture,” 105.

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