[Di Enrico Sanna. Originale pubblicato su Center for a Stateless Society il 4 ottobre 2016 con il titolo Compulsory Education is Jail for Innocents Kids. Traduzione di Enrico Sanna.]
Recentemente, il Guardian ha pubblicato un triste articolo su una bambina di una scuola elementare pubblica di Milano. All’ora di pranzo, il preside della scuola ha preso la bambina dalla mensa e l’ha obbligata a mangiare il pranzo in classe, sola e lontano dai suoi compagni. Perché? Perché era stata colta con le mani in pasta. Perché aveva portato a scuola un panino preparato in casa invece di avvalersi del pranzo servito giornalmente dal sistema refettoriale scolastico milanese.
Secondo Anna Scavuzzo, responsabile del servizio mensa nelle scuole pubbliche milanesi, si è trattato di una questione di sicurezza alimentare. La sua portavoce si è detta preoccupata per gli effetti del cibo insalubre sui bambini: “Se si permette a chiunque di portare con sé il proprio pranzo, come possiamo essere sicuri che non accada qualcosa?”
Potete scommettere che questo non c’entra affatto con la sicurezza alimentare, ma c’entra eccome con l’intimidazione e il lavaggio del cervello a cui sono sottoposti i bambini per indurli a rispettare l’autorità. Autorità che è lo stato, e di cui insegnanti e amministratori scolastici sono rappresentanti.
Stanno cercando di plasmare la mente dei piccoli finché è malleabile e indifesa. Lo fanno da quando gli stati hanno dato vita al sistema scolastico pubblico obbligatorio due secoli fa. In altre parole, l’“istruzione” obbligatoria è un istituto impietoso che schiavizza bimbi innocenti in fabbriche che sfornano servi obbedienti dello stato. Lobotomia è la parola più adatta.
La stessa portavoce sembra ammetterlo, involontariamente, quando dice: “Devono imparare a stare seduti assieme e mangiare pasti appropriati, sicuri e biologici, non possono mangiare soltanto patatine e cioccolatini. Sono a scuola e questo significa comunità.”
Ma stare seduti assieme e mangiare pasti sicuri e biologici è solo una foglia di fico. Sedersi o alzarsi o marciare come formiche a comando, mangiare quando e cosa viene ordinato, obbedire agli ordini senza pensare: l’“istruzione” obbligatoria è fatta di queste cose. È per questo che il sistema scolastico pubblico è stato creato, ed è per questo che la frequenza è obbligatoria. L’istruzione obbligatoria, “gratis”, è uno strumento dello stato, forse il più importante. È tramite l’istruzione che lo stato impone un primo controllo ed esercita un’autorità sulla vita dell’individuo. Una comunità vera, al contrario, può nascere solo dalla libertà di associarsi. L’istruzione obbligatoria diventa così un impedimento per chi vuole creare una comunità vera e sensata.
E anche ammettendo che una “istruzione” obbligatoria esista per dare ai più giovani gli strumenti necessari ad affrontare la vita futura, anche prendendo per buona questa definizione dell’istituto, gran parte di ciò che insegna è inutile per gran parte delle persone. Passiamo molti anni della nostra vita a studiare cose che non ci serviranno in futuro. E se non fosse per il grosso sistema di accreditamenti che richiede un pezzo di carta per qualunque lavoro, non avremmo affatto bisogno della scuola.
Come tutto quello che viene dallo stato, l’“istruzione” obbligatoria va contro la libertà di scelta. Non esiste libertà quando la gamma di scelte va da A a A. E non esiste alcun “diritto allo studio”. Decidere se e a che condizioni dare un’istruzione a se stessi o ai propri figli, dovrebbe spettare agli interessati. Ma questa facoltà è inesistente quando il padrone è lo stato. I genitori devono consegnare i propri figli, punto. Dicendo che l’“istruzione” obbligatoria è un diritto, lo stato si fa beffe dei diritti di genitori e figli. È una schiavitù di massa dei più deboli e vulnerabili.
L’obbligo scolastico non è altro che la versione occidentale e laica delle madrasse islamiche, e lo stato è il moderno dio dispotico che pervade tutto. Lo stato è la peggiore tra tutte le religioni. Ma come tutte le religioni istituzionali, anche lo stato è condannato. Le alternative si moltiplicano. Home-schooling e unschooling, ad esempio. E la gente comincia ad accorgersi dell’imbroglio. Come da un secolo la gente va sempre meno alla messa, così anche quella messa laica che è la scuola di stato è vista come sempre più incoerente con la libertà personale.