Il Copyright è un Pacco

Gli autori possono guadagnare senza!


[Di Vishal Wilde. Originale pubblicato su Center for a Stateless Society il 5 aprile 2017 con il titolo Copyright Law Sucks – Authors can be Compensated Without It! Traduzione di Enrico Sanna.]

I diritti di copia di un’opera intellettuale hanno origini che risalgono al copyright letterario, da cui si sono diffusi. Tenendo presente ciò, è bene vedere come gli autori possano essere compensati in assenza di copyright. Chi sostiene il copyright letterario dice sostanzialmente che non c’è altro modo per compensare gli autori. Molti libertari ritengono dannosa la proprietà intellettuale nell’insieme, ma fanno un’eccezione per la letteratura. Se si riesce a demolire il sostegno al copyright letterario, allora si mette in dubbio anche la necessità di altre forme di proprietà intellettuale.

Ma prima di vedere come un autore può essere compensato senza copyright, ricordiamo come i consumatori verrebbero beneficiati da un tale regime. Immaginiamo di abolire il copyright, o di rinunciarvi volontariamente. Le idee contenute nel testo potrebbero essere trasmesse, articolate e modificate molto più facilmente. Ad esempio, sarebbe più facile avere copie gratis dell’opera, ovvero ognuno pagherebbe quanto vuole. Dunque le idee sarebbero accessibili ad un pubblico più vasto.

Poniamo che un autore produca un’opera letteraria in assenza di leggi sul copyright: libro, racconto, poesia, sceneggiatura o simili. Qualcun altro sarebbe libero di aggiungervi un capitolo, correggere l’opera, tradurla, offrire una trama alternativa, farne una serie, un prequel, eccetera (dando idealmente credito all’opera o al suo autore: poi ci torno). Le idee contenute nell’opera si diffonderebbero in forme diverse. Pensate alla “fan fiction”, ma molto più ampia e profonda: la “base dei fan” attorno all’opera originale si allargherebbe di molto, soprattutto perché i costi sarebbero più bassi rispetto al valore precedentemente tenuto artificialmente alto tramite copyright.

Nel caso di opere accademiche o scientifiche, ciò significa che la ricerca potrebbe avere un impatto molto più grande. Una persona potrebbe optare per pubblicazioni ad accesso libero, a discapito di quelle a pagamento inaccessibili a molti che non possono pagare le tariffe. Molte università, organizzazioni e persone nei paesi in via di sviluppo non possono pagare le tariffe imposte dallo stato per accedere a certi contenuti. E il problema investe anche il mondo sviluppato! È come se il copyright rafforzasse ciò che Marx chiamava la divisione tra paesi borghesi e paesi proletari e tra borghesi e proletari nello stesso paese.

I sostenitori delle leggi sul copyright dicono di voler dare credito agli autori e riconoscimento per la loro opera. Ma è bene notare che gli autori già ora faticano ad ottenere il credito dovuto per la loro opera. Molti copiano, modificano, articolano e ripubblicano senza citare l’autore originario. Anzi il copyright può eliminare del tutto il credito all’autore, e ciò nonostante l’intento dichiarato di riconoscere onestamente l’attribuzione. Quando qualcuno prende le idee di qualcun altro e le usa per fini commerciali, ad esempio, è incentivato ad omettere il riconoscimento del credito così da non dover spartire le royalty. Basta presentare, o anche utilizzare, l’idea originale in modo diverso.

Ecco quindi che una persona che semplicemente trasmette e articola un’idea può camuffarsi da originatore di quell’idea perché il copyright gli fornisce l’incentivo legale e finanziario artificiale a fare così. Il risultato finale è che il credito dato all’autore di un’opera è meno esplicito, e può essere anche omesso del tutto. Così il copyright erode anche la fiducia che le persone hanno l’una nell’altra (oltre ad essere esso stesso un sintomo di scarsa fiducia).

In assenza di leggi che tutelino il copyright, gli autori possono ricevere miglior credito per varie ragioni che creano un effetto composito. Come la riduzione dei costi di diffusione, il minore incentivo a nascondere l’identità di chi ha creato l’originale, e il fatto che più persone sarebbero interessate a leggere l’opera originale. Un ulteriore credito viene agli autori originali dal fatto che le opere derivate hanno un riferimento alle loro.

Ovviamente, quando si pensa all’abolizione del copyright la preoccupazione principale è il compenso. In quale altro modo, dicono i sostenitori del copyright, gli autori saranno compensati per le loro opere? Prima di tutto, teniamo in mente che aumentando artificialmente i costi tramite copyright significa che meno persone possono accedere e fruire di un’opera. Ridurre decisamente i costi significa allargare la base dei lettori di quell’opera. Questo significa che più gruppi di fan, più sottoculture, più club, più società, eccetera, possono mettere insieme le loro risorse e invitare un autore a partecipare ad eventi, rispondere a domande, o dar vita a servizi alternativi. I singoli individui all’interno del gruppo potrebbero variare secondo quanto pagano per l’opera (qualcuno potrebbe pagare di più, qualcun altro meno, altri nulla) ma se l’opera piace è probabile che vogliano avere qualcosa di correlato, o servizi, che in assenza di copyright sarebbero a pagamento.

Se davvero sono interessati, ad esempio, potrebbero pagare un compenso, le spese di viaggio o altro, per avere il piacere di incontrare l’autore di persona o online e parlare delle sue opere. Così l’autore avrebbe un incentivo finanziario: la discussione di un’opera potrebbe spingerlo a scrivere su commissione per soddisfare i desideri di alcuni ammiratori. Molte persone oggi vorrebbero discutere con determinati autori delle loro opere. Attualmente, l’unica speranza è di poter chiedere un autografo, forse scambiare due parole o ricevere qualche foto. O sperare che qualcuno prima o poi risponda alle email. Il copyright allontana gli autori dalle persone che apprezzano quello che scrivono. Molti lettori potrebbero in futuro diventare collaboratori se solo potessero parlare con l’autore delle loro letture preferite.

E poi, man mano che l’idea originale viene trasmessa e articolata da altri, altri autori ancora potrebbero ricavare sostegno ideale e materiale dall’idea originale. Invece di avere pochi autori in alto con guadagni enormi e una massa di autori in basso che sopravvivono a fatica, i ricavi sarebbero distribuiti più equamente. Senza leggi sul copyright, gli autori sarebbero economicamente incentivati a darsi credito a vicenda per rafforzare ed estendere le loro relazioni.

Il copyright, come ogni genere di proprietà intellettuale, serve solo a punire il consumatore e frustrare l’autore impedendogli di trovare sistemi migliori per guadagnarsi da vivere. È roba da mandare al macero, con tutto l’edificio dei monopoli sulle idee protette dallo stato.

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