La Federal Reserve ha l’incarico di mettere in pratica la politica monetaria americana. Considerato che dirige la più grande potenza economica mondiale, la Fed è ai vertici delle istituzioni di potere. Anche se guida la politica monetaria pubblica, la Fed è in gran parte privata. Dunque si muove in segreto, in assenza di controlli pubblici. Grazie a Carmen Segarra, però, ora possiamo dare uno sguardo all’interno della Federal Reserve.
Qualche tempo fa, la Segarra è stata assunta dalla Fed di New York come esaminatore bancario, cioè con il compito di controllare che la banca seguisse tutti i regolamenti interni e di “supervisionare” questa centrale di potere economico. Durante il suo lavoro, la Segarra ha cominciato a sospettare una certa condiscendenza della Fed con le banche d’investimento che avevano buone amicizie; soprattutto la Goldman Sachs, protagonista chiave della crisi finanziaria nel 2008. Per confermare i suoi sospetti, ha registrato 46 ore di incontri privati e conversazioni. Le registrazioni rivelano un atteggiamento piuttosto accomodante della Fed con le istituzioni finanziarie che avrebbe dovuto controllare. Prove alla mano, la Segarra ha dato voce alla sua protesta. È stata subito licenziata.
La donna è andata ad aggiungersi ai ranghi di altri informatori e ha passato le registrazioni a Jake Bernstein, un giornalista investigativo di ProPublica, e al programma radiofonico This American Life. In un’intervista con l’emittente Npr, Bernstein nota: “Questa è gente che lavora dentro le banche. Incontra queste persone tutti i giorni, ha bisogno di informazioni dalle banche. È più facile ottenerle se si hanno amici e buone relazioni, ma a volte si scade nell’ossequio.” Le registrazioni rivelano molte cose, come gli accordi segreti definiti “oscuri” dagli stessi rappresentanti della Fed, e rivelano la cultura corrotta che regna nella banca centrale.
“Scadere nell’ossequio” non è il termine appropriato. Meglio chiamarlo furto. La popolazione è derubata della propria libertà di agire e della propria sicurezza. Un furto sotto forma di salvataggi bancari e di una politica economica basata sul “troppo grande per fallire”, a vantaggio del capitalismo di stato.
Dopo le rivelazioni, il senatore democratico Elizabeth Warren, del Massachusetts, ha invocato un’indagine sulla corruzione della Fed. Assieme a lei il suo collega democratico Sherrod Brown. Illusioni.
Sono tantissimi anni che le grandi aziende e il settore finanziario godono di privilegi economici garantiti dallo stato con la premessa che queste istituzioni sono indispensabili alla società. La finanza è separata ma allo stesso tempo legata profondamente allo stato. Questo significa che l’economia della nazione è connessa direttamente con queste istituzioni. Questi legami danno forza ad un’economia politica corporativa in cui lo stato ha interesse diretto a far sì che queste concentrazioni di capitale, oggi definite “troppo grandi per fallire”, abbiano successo. Se vuole conservarsi in salute, lo stato deve garantire la stabilità del capitalismo.
Le normative appaiono così come uno spreco di tempo, energie e denaro pubblico.
Noi che apparteniamo alla sinistra di mercato siamo contrari a queste concentrazioni di potere e capitali, che in primo luogo permettono l’esistenza di istituzioni “troppo grandi per fallire”. Crediamo che spetti al potere della società, liberato dalla simbiosi stato-capitale, guidare il mercato. Immaginiamo un sistema economico e di governance decentralizzato e partecipativo. In una società basata sulla libertà personale e di associazione non c’è posto per il potere.
Chi è a capo della Fed, così come gli altri presunti controllori, crede di poter programmare l’economia. Il loro problema è che il mercato, come tutto ciò che dipende dal comportamento umano, non è fatto per essere programmato: il mercato è spontaneo. La volontà di controllare l’economia porta necessariamente all’ingabbiamento dell’attività umana e dell’innovazione. In un mercato liberato, al contrario, il potere sarebbe diffuso tra tutti, e questo richiederebbe libertà di agire e di seguire le proprie inclinazioni. È tempo di chiudere la Fed e di mettere in pratica un’economia basata sulla libertà.