Ho provato a cercare un solo caso di censura o discriminazione dei contenuti da parte dei fornitori di accesso internet in Brasile. Ho cercato casi in cui i fornitori di accesso bloccano l’accesso a specifici siti o offrono un piano più caro per accedere a più contenuti. Sembrerà incredibile ma non ho trovato nulla.
Ho pensato che magari stavo sbagliando, visto che, dopotutto, stavo cercando in internet stesso. Forse il mio fornitore blocca la ricerca, e quando digito “censura da parte dei fornitori di accesso ad internet” su Google è lo stesso fornitore di accesso che filtra i risultati. Forse stavo vivendo in una sorta di Matrix di internet, in cui tutto quello che vedo è quello che il potere vuole farmi vedere e io non me ne accorgo mai.
Però ho trovato diversi utenti che criticavano i servizi offerti dalla loro compagnia, che è quella di cui mi servo io. A quanto pare, il mio fornitore ha fallito miseramente nel suo tentativo di censurare i suoi utenti. Sono riuscito anche ad accedere ai siti della concorrenza e fare una valutazione dei loro prezzi; che, sorprendentemente, in alcuni casi risultavano più bassi di quello che pago io.
Non è possibile. Ho provato con altri siti che avrebbero potuto dare fastidio al mio fornitore. Siti che notoriamente sostengono posizioni politiche radicali e non ortodosse, ad esempio. Con C4SS non ho avuto problemi di accesso. La barra dei segnalibri del mio browser, dove sono diversi siti libertari e anarchici, è uscita incolume.
Posso guardare e scaricare video, così come ascoltare e scaricare musica. I siti torrent sono più vivi che mai per quanto mi riguarda; e non si può dire che siano ben accettati dai fornitori di accesso. Eppure sono a distanza di un click. Non importa quanti siti visito e quanto traffico genero, pago sempre la stessa cifra, ogni mese, per accedere ad internet. Chi l’avrebbe mai detto?
Non potevo crederci. Mi avevano detto che internet per me era quasi completamente chiuso. Senza le norme sulla neutralità della rete, i fornitori di accesso fanno pagare di più per accedere e secondo il piano sottoscritto non mi fanno accedere a certi siti web: una censura.
Questo è quello che ha detto il deputato federale (brasiliano, ndt) Alessandro Molon. Dice che, se non ci fosse la cosiddetta Pietra Miliare Civile di Internet, una nuova legge approvata dalla camera che impone la neutralità della rete, “chi oggi accede gratis a YouTube dovrà pagare di più per vedere i video, e chi scarica musica dovrà pagare di più per farlo.”
Per un attimo ho sperato che il mio fornitore mi facesse pagare di più per accedere a YouTube, così non posso entrarci e sentire le bugie ridicole e nauseanti di Molon.
Lo stato dice che vuole garantire la libertà su internet. È vero?
Lo stato brasiliano è secondo quanto a richieste di eliminazione di contenuti da Google. Fino a qualche tempo fa guidava la classifica. Di recente, la Corte Superiore di Giustizia ha stabilito che qualunque “contenuto offensivo” deve essere rimosso da YouTube.
Dunque l’onere di dimostrare che la neutralità della rete proposta dal governo allargherà la nostra libertà, invece del contrario, spetta tutto ai suoi sostenitori.
Non c’è neanche bisogno di difendere l’internet senza regole dalle dichiarazioni allucinanti di Alessandro Molon e Jean Wyllys, secondo i quali i fornitori di accesso – e non lo stato – stanno per privarci della nostra libertà. Perché è esattamente il contrario.