Di ZH. Originale pubblicato l’otto novembre 2021 con il titolo Right to Repair. Traduzione di Enrico Sanna.
La Automotive Free Clinic inizia in Alabama una campagna per il diritto di riparare in collaborazione con un certo numero di organizzazioni di varia estrazione. Gli automezzi attuali, come le automobili, i camioncini o i mezzi agricoli, hanno un controllo elettronico gestito da un software proprietario. Spesso questo software non è accessibile al pubblico, il che significa che solo i concessionari e le officine autorizzate possono intervenire in certe parti. All’interno di una strategia di mercato liberato anarchico, il diritto di riparare offre numerose opportunità, tra cui la possibilità di fare sensibilizzazione, sfidare la proprietà intellettuale, allargare il mercato ed eliminare i monopoli. E, aspetto forse principale, risolvere un problema pratico.
In Alabama i repubblicani hanno presentato un disegno di legge sul diritto di riparare. La loro opinione è che la legge vada incontro alle piccole attività, come le officine non autorizzate e le attività agricole. La legge incontra anche il favore degli ambientalisti perché allunga i tempi di obsolescenza delle macchine. Io dico sempre che l’auto più ambientalista è quella che non è mai stata costruita. Spremere il massimo da una macchina è una questione tanto ambientale che economica. Una coalizione populista non ha mai avuto un’opportunità più grande di quella offerta dal diritto di riparare.
Il diritto di riparare serve anche ad ampliare il mercato, permettendo alle officine non autorizzate di espandere i propri servizi e competere con i grandi, a tutto vantaggio dei consumatori dato che la concorrenza abbassa i costi; ma spezza anche i monopoli creati dalla proprietà intellettuale, e su questo ci torno tra un attimo.
Questa campagna risolve anche un’altra questione banale, ovvero il fatto che le officine non autorizzate non possono riparare le auto proprie o dei propri clienti.
Infine, fatto importantissimo per un teorico anarchico, lancia una sfida all’egemonia della proprietà intellettuale. La sfida è tra la proprietà reale, cioè le macchine che appartengono all’agricoltore, e la proprietà intellettuale, che è il software che appartiene al fabbricante. A chi il primato: alla proprietà reale o a quella intellettuale? La proprietà delle idee è l’asso vincente che batte la roba reale? In Massachusetts è stata appena passata una legge in proposito; al momento, è bloccata in tribunale proprio su questa questione.
Agire con lo stato è una trappola, io sono rimasto scottato diverse volte. Io però credo che questa legge sia diversa. Penso che sia vincente. In Alabama, il disegno di legge è stato presentato da un legislatore repubblicano deceduto di recente. Il ddl incontra il favore della gente perché va incontro agli agricoltori, ai meccanici non autorizzati ma anche a chi vuole fare da sé. È sicuro però che i grandi, quelli che vogliono difendere il loro monopolio, andranno all’attacco.
Io non sempre faccio così, ma credo che ora questa sia la cosa migliore da fare. Per prima cosa, provare i canali convenzionali: chiama il politico che hai votato e vedi se ha intenzione di sostenere il ddl. Usa un approccio no profit, vedi se riesci ad entrare in contatto con politici simpatizzanti. Bisogna avviare il processo e avere pazienza, ci vuole tempo.
Nel frattempo, è bene coalizzarsi con altri gruppi che condividono la stessa opinione: agricoltori, camere di commercio dei piccoli centri o ambientalisti. Tramite questi gruppi si può diffondere un messaggio chiaro: facciamo qualcosa per i piccoli. Non partire subito lancia in resta. Per questo c’è tempo e luogo, quando ogni altra via è stata inutile.
Non mi stanco mai di ripetere che è importante NON farne una questione ideologica. Noi siamo contro la proprietà intellettuale. Non abbiamo bisogno di fare lezioni su questioni di teoria anarchica. Ma a molte delle persone coinvolte questo non interessa. Concentratevi sui singoli problemi seguendo le vostre idee, cercate un risultato importante che sia veramente utile alla gente: i valori scaturiscono dalla pratica. Operare con persone di idee diverse aiuta la causa anarchica molto più di un milione di saggi teorici. La gente in Alabama sa che sono anarchico ma si fida di me non per via dei miei valori, ma perché sono una persona onesta e tratto gli altri onestamente. Le relazioni contano più dell’ideologia. Scusate la predica.
Spesso gli anarchici restano intrappolati nel regno delle idee. Il diritto di riparare, al contrario, ci permette di agire nella pratica. Invito chiunque a sporcarsi le mani.
ZH