I Migliori in Città: Armati, Brutali e Codardi
The following article is translated into Italian from the English original, written by Jonathan Carp.

Martedì a Santa Rosa, in California, due dei “migliori” uomini della città si sono accovacciati dietro lo sportello di una macchina e hanno sparato a morte un bambino di tredici anni che aveva una pistola giocattolo. Il bambino, Andy Lopez Cruz, stava camminando per la strada con una pistola giocattolo di plastica quando i due “eroi” sono prontamente balzati fuori dalla macchina della polizia, si sono nascosti dietro lo sportello del passeggero e hanno chiamato il bambino a voce alta. Quando Andy ha reagito come qualunque altro essere umano, e si è voltato verso di loro, i due arditi in blu hanno sparato. Hanno sparato un bambino che aveva una pistola giocattolo. Perché erano spaventati.

Quasi mai il coraggio fisico è la virtù suprema. Non è neanche particolarmente legato ad un qualunque altro valore morale. Ma è ugualmente una virtù, e una virtù che purtroppo oggi scarseggia tra gli individui dei dipartimenti di polizia, che si nascondono dietro una buffa schiera di macchine da guerra e fanno fuori chiunque, di qualunque specie o età, provochi il più flebile fremito di paura nei loro deboli cuori. Animali domestici, malati di mente, vecchi: apparentemente, tutto quello che si muove è in grado di terrorizzare l’ardito poliziotto; lo colma di abietta paura, presumibilmente se la fa addosso, è spaventato al punto che tira fuori la sua arma e fa fuoco, volente o nolente, su tutto quello che batte i denti per il terrore.

A luglio a Hawthorne, in California, un agente di polizia alla vista di un cagnolino meno di un quarto le sue dimensioni è stato sopraffatto dalla paura al punto che non gli è rimasta altra scelta che sparargli cinque colpi davanti al suo padrone. Ovviamente, nessuno può biasimare il poliziotto in questione. Con lui c’erano soltanto tre suoi colleghi. Non avrebbero mai potuto nulla contro quella bestia feroce, che sulle zampe posteriori arrivava quasi all’altezza della sua cintola. Lasciare che il padrone lo calmasse era chiaramente fuori discussione, visto che quest’ultimo era un pericoloso malfattore colpevole di un crimine orrendo: offesa alla polizia in stato di negrezza.

A gennaio in Maryland un ragazzo di ventisei anni con la sindrome di Down e un quoziente intellettivo pari a 40 è stato assassinato non da uno, non da due, ma da tre poliziotti fuori servizio perché osava cercare di vedere un film due volte senza pagare un secondo biglietto. La possibilità che una tale trasgressione non valesse la vita di un uomo non è passata per la testa dei nostri impavidi agenti. Quando gli hanno chiesto di andarsene, la sua reazione irata fu tale che gli agenti si presero una paura tremenda per la propria vita, e furono costretti a immobilizzarlo e “tenerlo sotto controllo” finché non morì asfissiato. L’aspetto tipico di una persona affetta da sindrome di Down è così facile da riconoscere che anche un profano riesce a diagnosticarla sui neonati. Ma apparentemente i nostri eroici agenti non hanno mai visto “Johnny Stecchino”. Chi può biasimarli per aver avuto paura? La loro vittima era alta un metro e sessantatré e pesava 130 chili. Di muscoli, immagino.

Di nuovo in California, a giugno, alcuni agenti del dipartimento di polizia di Los Angeles, credendo di sentire l’odore inconfondibile di qualcuno che si fa un prodotto chimico illegale, hanno sfondato la porta di casa di un ottantenne che, spaventato dall’intrusione notturna di sconosciuti, ha tirato fuori un fucile ed è stato immediatamente ucciso da una scarica di piombo dei nostri eroici agenti, che coraggiosamente hanno giustiziato un vecchio sul suo letto. Si ignorano le ragioni per cui i nostri agenti non siano riusciti a farsi identificare. Non si sa neanche come abbiano fatto a schivare il fuoco del vecchio. Ma una cosa è certa: ora che un ottantenne non può più brandire la pistola contro sconosciuti che irrompono nella sua camera da letto nel bel mezzo della notte siamo tutti più sicuri.

Quando si parla di abusi della polizia, si finisce solitamente per discutere di politiche e procedure da cambiare e della necessità di una maggiore responsabilità. Cose importanti, ma è importante anche discutere dell’incredibile livello di codardia che tolleriamo negli agenti di polizia. Se il pericolo ti spaventa al punto che sei un pericolo per gli altri, non ci fai nulla in un lavoro pericoloso. Dovresti prendere in considerazione un altro lavoro da qualche altra parte in un bell’ufficio confortevole. Il coraggio fisico non è la più grande virtù, ma è pur sempre una virtù.

Traduzione di Enrico Sanna.

Anarchy and Democracy
Fighting Fascism
Markets Not Capitalism
The Anatomy of Escape
Organization Theory