Brahmani, Mascolinità e Esitazione Vaccinale nell’India del Covid

Di Narmada P. Titolo originale: Brahmin-Savarna Masculinity causing Vaccine Deprivation in India’s COVID Crisis, del 22 luglio 2021. Traduzione di Enrico Sanna.

Articolo scritto a quattro mani con Jyoti B.

L’esitazione è un problema che in tutto il mondo accompagna il vaccino anti covid. Da quando i vaccini sono disponibili al pubblico, sono sorti disinformazione, pettegolezzi e complottismi riguardanti la loro efficacia e sicurezza.

L’esitazione vaccinale è un fenomeno storicamente molto noto. Vi contribuiscono diversi fattori che tagliano trasversalmente le appartenenze razziali, di genere, casta, religione, etnia, credo politico, istruzione, età, condizione lavorativa e reddito. Secondo Maya Goldenberg, “l’esitazione vaccinale è più una diffusa sfiducia verso le istituzioni scientifiche e lo stato che un’incomprensione della scienza” (Haelle, 2021). Capirlo è molto importante se si vuole superare la crisi virale.

In occidente, le donne si vaccinano molto più degli uomini, il 43,3% contro il 38,5% secondo il Centro per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (CDCP). Tra gli occidentali di sesso maschile l’esitazione è connessa a comportamenti errati come l’abuso di alcolici, il fumo e le droghe. Questi comportamenti inducono gli uomini a rifiutare l’assistenza sanitaria e le misure preventive come i vaccini.

In India, ironicamente, la situazione è l’opposto: si vaccinano più gli uomini delle donne. Ovvero, per mille uomini, solo 867 donne si vaccinano, una percentuale inferiore alle proporzioni tra i sessi in India.

L’atteggiamento maschile verso il vaccino, è bene notare, è strettamente legato alla mascolinità. Ma perché in India l’andamento è così diverso? Chi sono questi uomini? E che genere di mascolinità rappresentano? È importante, se si vuole capire l’apartheid vaccinico indiano, capire come è (ri)nato l’egemonico atteggiamento maschilista induista (brahmanico) alla base di tale comportamento.

Mascolinità e esitazione vaccinale

Comportamenti e attitudini maschili sono fattori importanti se si vuole capire l’esitazione maschile davanti al vaccino. Si tratta di un atteggiamento più probabile tra chi si riconosce nella mascolinità. Il vaccino lo allontanerebbe dal ruolo e dalle norme convenzionali di genere, che vedono nell’uomo una figura protettiva fisicamente più forte e adattabile. Gli uomini che aderiscono a ruoli e identità convenzionali mascoline sono più scettici nei confronti dei vaccini.

In India, il discorso pubblico riguardo le differenze di genere nelle vaccinazioni nasconde più di quanto non riveli, a meno che non si guardi la cosa dal punto di vista del sistema di casta. Le relazioni di casta e di genere assumono dimensioni diverse, la disuguaglianza segue schemi diversi. Uno sguardo più attento a queste sottostrutture di genere e di casta rivela tutto un reticolo di vantaggi e di relativi svantaggi all’interno di ogni categoria.

Il fatto che i maschi delle élite ricche delle città metropolitane, soprattutto della casta brahmanica, si vaccinino prima e con più entusiasmo contrasta con l’atteggiamento convenzionale maschile delle società occidentali.

Ma questi uomini non sono tutti uguali. Tra loro ci sono gerarchie di casta e di classe. La Connell, nel suo libro Confronting Equality (2011), scrive: “gli uomini che ricevono i maggiori benefici non sono gli stessi che pagano gran parte dei costi. Globalmente, chi gode di sicurezza personale e costosa assistenza sanitaria grazie alla propria ricchezza economica appartiene ad un gruppo diverso rispetto a chi lavora nei campi e nelle miniere dei paesi in via di sviluppo. Ci sono differenze di classe, razziali, nazionali, regionali e generazionali che dividono la categoria “uomo” e distribuiscono in modo fortemente diseguale costi e vantaggi delle relazioni di genere.”

Nel contesto indiano, gli uomini non sono né un’entità monolitica né una categoria stabile. La casta dominante ha una mascolinità diversa dalle altre. La società induista si basa su una disuguaglianza per gradi, è divisa in quattro caste, Brahmani, Kshatriya, Vaisya, Shudra, a cui si aggiungono quelli che stanno fuori dal sistema e che sono chiamati “intoccabili” o Dalit. Le gerarchie di casta determinano lo status sociale, i privilegi e l’accesso al capitale sociale. Per chi sta fuori dal sistema non esistono privilegi e status. Il sistema di casta è fatto in modo tale da conferire diritti e privilegi alle caste superiori e dare loro il diritto di punire e reprimere le caste inferiori. Sulla base della classificazione fatta da Connell nel 2005, quella dei Dalit, dato il loro status di casta, sarebbe una mascolinità emarginata, mentre quella di Brahmani sarebbe una mascolinità egemone in quanto eterosessuali in posizione dominante nella gerarchia di casta.

La mascolinità dominante dei Brahmani si è manifestata spesso in passato. Durante la seconda ondata pandemica, gli uomini hanno manifestato il loro comportamento mascolino rifiutandosi di adempiere ai loro doveri di casta, come i tradizionali riti funerari. Così che il compito di cremare e seppellire i morti è stato imposto agli addetti alla cremazione Dalit, che vi si sono accinti senza misure protettive, a rischio di restare contagiati.

Molte campagne di vaccinazione svoltesi in diverse città si rivolgevano esclusivamente ai Brahmani. Come è accaduto a Bangalore, ad esempio, ad opera, pare, dell’impresa statale BJP. Sempre a Bangalore ci sono stati casi di vaccini forniti in esclusiva, consegna di pasti a domicilio e stanze d’albergo a prezzo speciale per gli Aggarwala samaj, che rappresentano una comunità di casta. Altre città metropolitane, comeHyderabad, hanno organizzato campagne vaccinali esclusive per i membri delle loro comunità chiuse e i dipendenti aziendali. In ogni caso, i principali beneficiari di queste campagne esclusive sono uomini appartenenti alla casta dei Brahmani.

Si tratta di uomini che sfruttano le loro organizzazioni di casta e le loro ricchezze personali per farsi vaccinare in cliniche private ad un prezzo doppio rispetto al prezzo normale mentre nel resto del paese mancano i vaccini. Si tratta di un atteggiamento pericoloso, passivamente violento, ad opera dei Brahmani nei confronti dei gruppi emarginati. È un comportamento che perpetua l’idea del dominio e di un rapporto di potere sbilanciato a sfavore di uomini e donne delle caste emarginate.

R. Srivatsan (2015), nel suo articolo Reflections on discrimination and health in India spiega che la discriminazione è connessa al potere politico ed economico e al dominio sociale (di casta). La discriminazione, nelle sue diverse forme, è una scelta strategica delle caste elitarie indù per garantirsi il controllo e appropriarsi dei benefici dati dallo sviluppo di un’economia capitalista guidata dalle privatizzazioni. È con queste pratiche e strategie discriminanti che le caste dominanti mantengono i loro privilegi. Secondo Srivatsan, la discriminazione, soprattutto quella di casta, è una realtà innegabile, è sempre stata uno strumento di controllo, dominio e di esercizio del potere nella società indù. È il liberalismo capitalista che, in coppia con l’elitismo di casta, amplifica e allo stesso tempo maschera l’odio delle caste per l’uguaglianza, mantenendo gran parte degli esclusi, le cosiddette caste inferiori, fuori dall’accesso alle risorse (Srivatsan, 2015).

Possiamo quindi affermare che, nell’ottica della discriminazione di casta, se i Brahmani abbiano ottenuto priorità nelle vaccinazioni è per ragioni strettamente connesse al loro dominio e supremazia di casta, nonché al loro ego mascolino. Sono uomini egocentrici, elitari, insensibili alle condizioni “altrui”, soprattutto di quelli che loro considerano una “minaccia”, moralmente inferiori, reietti. Sono privi di valori umani, non accettano moralmente l’idea che ad avere priorità nell’accesso ai vaccini debbano essere le persone ad alto rischio come i vecchi, i trans, le donne, i netturbini, gli addetti alla cremazione, i sanitari più esposti e altri che forniscono servizi quotidiani.

Storia dell’esitazione vaccinale

“Esitazione vaccinale” e antivaccinismo sono problemi universali che potrebbero essere fortemente ridotti o eliminati con massicce campagne di sensibilizzazione e informazione sui vaccini. Sappiamo che storicamente l’esitazione e l’opposizione popolare ai vaccini erano fenomeni comuni durante pandemie del passato come il colera (1817-1920), la peste (1894-1920) e l’influenza (1918-20). Alla fine dell’Ottocento l’esitazione, allora fortissima, fu sconfitta grazie a campagne informative massicce (Tumbe, 2020). Ma ci vollero trent’anni perché la gente si convincesse dell’utilità dei vaccini. Il cambiamento è registrato nel rapporto del Haffkine medical institutes del 1930, che così notava: “se prima c’erano rivolte quando si facevano pressioni per l’inoculazione, ultimamente si è minacciata una rivolta perché i vaccini rischiavano di non bastare.” La forte perdita di vite umane durante la seconda ondata di covid ha fatto capire l’importanza dei vaccini (Tumbe, 2020).

Ruolo dei media dominanti nel discriminare Dalit e minoranze

Occorre esaminare criticamente a fondo il ruolo dei medi dominanti nel discriminare poveri ed emarginati. Invece di esporre le responsabilità dello stato e chiedere che combatta l’esitazione vaccinale con massicce campagne di sensibilizzazione, i media accusano selettivamente e discriminatamente le parti più povere e vulnerabili della società. L’atteggiamento dei media indiani, locali e nazionali, verso l’esitazione vaccinale soprattutto in regioni prevalentemente Dalit o Adivasi o di altre minoranze, è caratterizzato da sessismo, ideologia di casta e islamofobia, se non peggio. Queste sono alcune citazioni:

Le donne delle zone rurali di Bihar riluttanti al vaccino

“…l’esitazione dei Dalit, il livello più basso di una gerarchia di casta induista profondamente discriminatoria.”

L’esitazione vaccinale è alta nelle regioni prevalentemente musulmane

Alla base dell’esitazione vaccinale nelle zone rurali e tribali dello stato ci sono voci sulla sicurezza dei vaccini.

Quello dei media, che accusano Dalit, Adivasi, minoranze e le donne delle zone rurali di essere riluttanti al vaccino, è un atteggiamento selettivo e riduzionistico. Invece di cercare di far passare una “carenza di vaccini” per “esitazione vaccinale” tra i poveri e gli emarginati, i media farebbero meglio a porre queste domande:

• Lo stato ha fatto campagne contro l’esitazione?

• Esiste la possibilità che tutti possano accedere equamente ai vaccini?

• Lo stato può fornire vaccini gratis per tutti?

• Il “diritto al vaccino gratuito” non dovrebbe essere incluso tra i “Diritti alla vita e alla libertà personale” dell’articolo 21 della costituzione indiana?

• A quale casta e a quale classe economica appartiene il 5% degli indiani che si è vaccinato?

In India, solo chi può permetterselo accede ai servizi sanitari privati, il che significa che a vaccinarsi per primi sono stati gli uomini della casta egemone dei Brahmani, mentre Dalit, Adivasi, minoranze, donne e altre categorie emarginati sono sistematicamente escluse dal vaccino e da altri servizi sanitari.

Negli ultimi decenni, le caste elitarie sono passate dalla sanità pubblica a quella privata, che è perlopiù inaccessibile, fuori dalla portata dei poveri appartenenti principalmente alle caste inferiori. Nel contesto indiano, il “benessere” non è un concetto universale a cui tutti hanno diritto, bensì un valore esclusivo, proprietario, accessibile solo a chi possiede privilegi di casta (Srivatsan, 2015). Questo esclude gli emarginati, le caste inferiori e i poveri che vivono nel sottosviluppo e non hanno accesso a risorse come l’istruzione e la sanità.

In conclusione, la precedenza degli uomini di casta superiore, la privatizzazione, la carenza di vaccini per gli emarginati o le persone ad alto rischio, tutto ciò si ricollega all’atteggiamento mascolino, di casta, degli uomini appartenenti alla casta dominante dei Brahmani. E influisce sulla diffusione diseguale dei vaccini in India. L’agire mascolino e l’atteggiamento di casta dei Brahmani rappresentano un grosso ostacolo alla diffusione universale dei vaccini e dell’assistenza sanitaria di base. Il sistema sanitario è un sistema cooperativo in cui tutti hanno la stessa parte. La pandemia può essere affrontata solo con uno sforzo collettivo. Se si vuole correggere l’apartheid vaccinico e assicurare la diffusione dei vaccini, occorre fare a pezzi, smantellare l’atteggiamento tossico mascolino e di casta proprio dei maschi appartenenti alla casta dei Brahmani.

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