[Di Sheldon Richman. Originale pubblicato su Center for a Stateless Society il 4 marzo 2017 con il titolo Trump Assumes Command of the American Church. Traduzione di Enrico Sanna.]
Come Trump ha dimostrato nel suo primo discorso al Congresso, per quanto spregevole, un governante può sempre mettere sull’attenti un’assemblea politica e disarmare qualche critico semplicemente invocando la fede pseudo-secolare, ovvero l’americanismo, ed elogiando l’ultimo dipendente in uniforme dello stato bellico per aver sacrificato la sua vita. Trump ha sicuramente dimostrato di poter ricoprire il ruolo che ci si aspetta da un presidente: quello che Andrew Bacevich chiama il redentore della Chiesa d’America.
L’espressione oraziana “Dulce et decorum est pro patria mori” (morire per la patria è bello e giusto), è esattamente ciò che il poeta Wilfred Owen chiamava “una bugia ritrita”. Lo sceneggiatore Paddy Chayefsky amplia il concetto di Owen quando fa dire ad una vedova di guerra: “Noi perpetuiamo la guerra esaltandone i sacrifici.”
Quante volte ancora la gente dovrà cascare in questo inganno prima di capire che viene infinocchiata? (La Chiesa Americana è appoggiata da una coalizione di profittatori e veri credenti, quelli che l’economista Bruce Yandle apostrofava come “contrabbandieri e battisti”).
Se mai dovessimo abolite la condizione americana, fatta di guerre continue, sanguinose e costose, potremmo riflettere su questa fede pseudo-secolare secondo cui morire, e uccidere, per il proprio paese è la massima aspirazione personale in fatto di onore e virtù. Dobbiamo capire che morire e uccidere per un’ideologia, anche la cosiddetta democrazia liberale, è un male tanto quanto lo è morire e uccidere per una religione, anche per il cosiddetto islam radicale. La distinzione tra ideologia e religione è più apparente che reale.
Con il suo discorso, Trump ha spremuto tutto lo spremibile. Il sottufficiale Owens è morto in un raid pasticciato in Yemen alla fine di gennaio. A proposito, chi sa che l’America conduce operazioni di terra in Yemen? Era la prima di queste operazioni approvata da Trump, anche se era stata pianificata dall’amministrazione Obama e Trump ha scaricato le responsabilità sui generali.
“Questa sera siamo onorati di avere con noi Carryn Owens, vedova del sottufficiale delle forze speciali della marina americana William ‘Ryan’ Owens,” ha detto Trump al Congresso. “Ryan è morto come ha vissuto: da guerriero ed eroe, combattendo il terrorismo per la sicurezza della nostra nazione… Il suo lascito rimarrà scolpito. Grazie. Come ci insegna la bibbia, ‘Non c’è atto d’amore più grande che dare la propria vita per i propri amici.’ Ryan ha dato la sua vita per i suoi amici, per il suo paese, per la nostra libertà. E noi non dimenticheremo mai Ryan.”
Tutti hanno applaudito in piedi, e Trump non ha fatto nulla per fermare l’applauso. “Ryan sta guardando da lassù,” ha detto. “Voi lo sapete. Ed è molto felice perché credo che abbia appena fatto un record.”
Grandioso! Carryn Owens ha perso il marito, i suoi tre figli hanno perso il padre, ma sanno che lui è morto per lo stato nazione e che i membri del Congresso l’hanno applaudito in piedi per un tempo da record.
Trump ha poi aggiunto: “Ho parlato con il nostro grande generale [e segretario alla difesa James] Mattis proprio ora, e mi ha confermato che, cito, ‘Ryan ha preso parte ad un raid ben riuscito, che ha fornito molte informazioni vitali che in futuro porteranno ad ulteriori numerose vittorie sui nostri nemici.”
Certo, Trump si è scordato qualcosa. Il raid ha ucciso almeno venticinque civili, compresi bambini, tra cui un cittadino americano: il figlio di otto anni di Anwar al-Awlaki, chierico musulmano militante ucciso senza processo in Yemen da un drone di Obama quasi sei anni fa. Abdulrahman, fratello adolescenziale di Nora al-Awlaki, anche lui cittadino americano, è stato ucciso allo stesso modo in Yemen in un attacco con i droni voluto da Obama.
Lo stesso raid di gennaio ha fallito nell’intento di uccidere o catturare i leader di al-Qaeda nella Penisola Araba (AQAP). Riporta la NBC: al contrario di quanto dichiarato da Trump, “il raid mortale del mese scorso in Yemen, costato la vita ad un Navy SEAL americano e a numerosi bambini, finora non ha fornito informazioni significative, hanno dichiarato fonti ufficiali americane a NBC News.” (Un aggiornamento conferma. La CNN riporta altrimenti, ed è certamente possibile che il raid abbia setacciato le informazioni. Ma dobbiamo anche considerare che gli ufficiali americani hanno un motivo per mentire: rafforzare la credenza che Owens non sia morto invano.).
L’obiettivo del raid è stato offuscato dalle dichiarazioni discordanti. Secondo la NBC, inizialmente alcuni “ufficiali del Pentagono l’avevano definita una ‘missione esplorativa’ mirante a raccogliere informazioni”, ma non hanno smentito il senatore John McCain quando ha detto che la missione mirava ad eliminare o a catturare militanti. A far crescere la confusione è la descrizione fatta dal Pentagono di una delle vittime, lo sceicco Abdel-Raouf al-Dhahab, come uno dei leader di AQAP. Secondo la NBC, “il governo yemenita ha smentito il fatto.”
Il Washington Post: “Rappresentanti yemeniti tribali hanno descritto la situazione caotica seguente [il raid], e hanno detto che i capi delle tribù, anche quelli che non sono affiliati ad AQAP, hanno preso le armi per lealtà verso Dhahab e spinti dal desiderio di proteggere il loro villaggio. ‘Chiunque abbia dignità e onore non sta a guardare mentre parenti e membri della tribù vengono attaccati,’ ha detto Saleh Hussein al-Aameri, capo tribale molto vicino al luogo dello scontro a fuoco.” (Enfasi aggiunta).
A quanto pare, non occorre essere un “terrorista estremista islamico” per indignarsi quando truppe straniere attaccano il villaggio di notte.
“È andato storto quasi tutto quello che poteva andare storto,” ha detto il New York Times. “La morte del sottufficiale William Owens è arrivata alla fine di una serie di incidenti e valutazioni errate che hanno precipitato il commando in cinquanta minuti di lotta feroce durante i quali sono stati feriti altri tre e un aereo da 75 milioni di dollari è stato deliberatamente distrutto.” Nonostante ciò, “il Pentagono pianifica altri attacchi simili per accelerare le attività contro il braccio di al-Qaeda in Yemen.”
Secondo i principi delle fedi pseudo-secolari, il disprezzo per la vita altrui non è un problema. Tutto quello che conta è che un uomo sia morto mentre eseguiva gli ordini emanati dall’alto sacerdote della Chiesa Americana nel nome della Sicurezza Nazionale. È un’eresia anche solo chiedersi se la sua morte è stata inutile, se la morte dei civili costituisce un crimine di guerra, se l’operazione aveva una qualche relazione con la sicurezza reale degli americani. E guai a chi dice anche solo timidamente (come hanno fatto alcuni militari) che questi raid creano militanti e riempiono i ranghi di chi vuole vendicarsi contro gli americani per le azioni del loro governo.
Come previsto, l’amministrazione Trump ha schivato le critiche parlando del martire Owens. Il capo dell’ufficio stampa di Trump, Sean Spicer, ha detto che “chi dubita del successo di quel raid disonora la vita di Owens e dovrebbe chiedere scusa.”
Fatto sconveniente, è stato il padre di Owens ad ammonire Trump a “non nascondersi dietro la morte di mio figlio per evitare un’indagine” sull’operazione maldestra. Quando i resti del sottufficiale sono arrivati alla base aeronautica di Dover, si è rifiutato di incontrare il presidente. “La mia coscienza non mi permette di parlare con lui,” ha detto Owens, che è un veterano.
Non sorprende che Trump abbia sfruttato il dolore di una vedova e invocato la fede nazionale pseudo-secolare per il suo vantaggio. È tipico dei presidenti. Ciò che sorprende è il fatto che ci sia cascato qualche critico di Trump. Come Van Jones, sedicente estremista di sinistra, entusiasta per l’uso spudorato della morte di Owens da parte di Trump. “In quel momento [Trump] è diventato presidente degli Stati Uniti, punto,” ha detto alla CNN. “È stato uno dei momenti più straordinari mai visti nella politica americana.”
Non credo. Ma ciò dimostra come una fede pseudo-secolare possa eguagliare quella religiosa quanto a potere.
Contrariamente a ciò che sostiene la religione nazionale, la “guerra al terrore” non è né difensiva né efficace: quindici anni fa, prima che le forze armate americane invadessero l’Iraq e l’Afganistan, non c’era alcuna AQAP. E sono anni che si bombarda lo Yemen (cosa che, stranamente, favorisce AQAP perché permette all’Arabia Saudita di combattere il suo nemico, ovvero gli huthi). Gli attentati dell’undici settembre, pretesto ufficiale per lo stato di guerra permanente, erano vendette, anche se immoralmente dirette soprattutto contro civili, per i decenni di oppressioni e atti mortali americani contro i musulmani arabi. La già minuscola minaccia terroristica poteva essere ridotta ulteriormente con una politica estera non interventista.
Ma qualsiasi sospetto che la Chiesa Americana stia sbagliando è sistematicamente emarginato, tenuto lontano dalla coscienza popolare, dai media tradizionali difensori della fede ufficiale. Finché continuerà, ci saranno innocenti in terre lontane che continueranno ad essere uccisi e americani come Ryan Owens che continueranno a morire per niente.
Originariamente pubblicato su The Libertarian Institute.