Come definire una persona che vuole rubare la tua terra e causare terremoti sotto i tuoi piedi? David Koch, uno che approva entrambe le cose, si definisce libertario. Il mese scorso, in un’intervista rilasciata a Barbara Walters per la trasmissione “This Week” trasmessa da Abc, si è autodefinito “essenzialmente libertario”. A parere di Koch, l’etichetta significa “conservatore in materia economica, e… liberal in questioni sociali”. Ma quello che lui chiama conservatorismo economico è smaccatamente antilibertario se per libertà economica si intende il diritto delle grandi aziende di ottenere ciò che vogliono a costo di calpestare i piedi a molti.
Questa settimana la corte suprema del Nebraska ha rigettato una presunzione d’incostituzionalità degli espropri per pubblica utilità a favore del gasdotto Keystone, spianando così la strada alla confisca di terreni privati, comprese falde acquifere vulnerabili, e completare l’attraversamento dello stato in direzione del Texas. La lobby finanziata dai Koch ha una presenza pesante nel progetto; tra le altre cose, finanzia messaggi pubblicitari che attaccano i politici contrari al progetto. I gasdotti a lunga distanza, ovviamente, dipendono dai diritti di prelazione dello stato su grosse porzioni di terreni non edificati, hanno trattamenti di favore, e ricorrono all’esproprio quando il privato non vuole vendere. Più in generale, sono proprio le industrie estrattive, come quella del petrolio e del carbone, ad avere più bisogno dell’accesso esclusivo a quelle terre acquisite con diritto di prelazione dallo stato. Sono loro ad avere più bisogno dello stato per evacuare territori ricchi di risorse.
A proposito, il Bollettino della Società Sismologica Americana questa settimana ha pubblicato una ricerca che attribuisce una serie di 77 terremoti in Ohio, tra cui uno abbastanza forte da essere percepito con i sensi, alla fratturazione idraulica. Le scosse sono avvenute lungo una linea di frattura e sono dovute ad uno scivolamento causato dai processi di fratturazione, processo che prevede il pompaggio ad alta pressione nel sottosuolo di enormi quantità di acqua e agenti chimici per spaccare lo shale e liberare il gas. Tanto per dire la mia, non credo che iniettare milioni di litri di questo minestrone chimico in una formazione rocciosa instabile e permeabile faccia un gran bene alle acque di superficie.
Tutto ciò sarebbe impossibile se fosse ancora in vigore la responsabilità civile per atti illeciti prevista in molti statuti dalla common law fino al 1830 circa. Con la tradizionale common law, una persona era responsabile dei danni apportati ai suoi vicini, punto. A partire dai primi dell’ottocento, però, una serie di precedenti modificarono gli standard di responsabilità così da renderli più favorevoli alle aziende: non solo la parte lesa doveva sobbarcarsi pesanti oneri per dimostrare il dolo, ma c’era tutta una serie di “attività economiche e commerciali in regola con le norme” virtualmente esente da responsabilità. Se fossero ancora in vigore le vecchie norme, chi pratica la fratturazione, chi spiana una collina avvelenando le falde acquifere di un’intera comunità, chi con l’inquinamento causa un aumento dei tumori, o semplicemente distrugge l’ecosistema di una valle intera, si vedrebbe imputare la responsabilità dell’atto da un tribunale, e gli abitanti non rimarrebbero con un pugno di mosche. Attività come la fratturazione idraulica, o i gasdotti, con tutti i rischi che comportano per l’aria e l’acqua (a prescindere dal fatto che tali rischi siano previsti o meno in “attività in regola”) probabilmente non sarebbero assicurabili.
Dopo che i tribunali ebbero indebolito le norme della common law, ecco che arriva la Epa (l’agenzia americana per l’ambiente, es) con le sue norme minime in materia di inquinamento dell’aria e dell’acqua, che suonano come un’esenzione dalla responsabilità: l’espressione “nel pieno rispetto delle norme vigenti” è una scappatoia legale che prescinde dal danno vero e proprio causato alle comunità. A coronare il tutto, c’è ogni genere di legislazione che attribuisce responsabilità artificialmente basse in casi come perdite di petrolio in mare, perdite degli oleodotti e incidenti nucleari, legislazioni che rendono queste attività artificialmente remunerative.
Riassumendo, quando Charles Koch dice di essere per “libertà economica”, vuole dire che le industrie che estraggono, raffinano e trasportano i combustibili fossili (sotto la protezione piena dello stato) devono essere libere di rubare, avvelenare e fare altri danni senza pagarne le conseguenze. Proprio quel genere di “libertarismo” di cui non abbiamo bisogno.