Joseph A. Labadie. Originale: Anarchism: What It Is and What It Is Not, pubblicato il primo febbraio 2016. Traduzione italiana di Enrico Sanna.
Il saggio seguente è stato scritto da Joseph A. Labadie e ripubblicato su dandelion volume 3 numero 12, inverno 1979, da “un opuscolo pubblicato originariamente dal Liberty Club di Detroit”.
Anarchia: cos’è e cosa non è, di Joseph A. Labadie
Volete sapere cos’è l’anarchia? Posso almeno provare a spiegarlo, e a modo mio, con semplicità, farvi capire almeno che non è quello che solitamente dicono i giornali capitalisti, i bugiardi, gli sciocchi e i furfanti.
Prima di tutto, voglio invitare chiunque intenda conoscere la verità sul pensiero anarchico a non cercarla presso i suoi nemici, ma a parlarne con gli anarchici stessi e a leggere le loro opere. E a prendere cum grano salis ciò che uno, due o anche una dozzina di persone dicono al proposito, anche se si definiscono anarchici. Prendete ciò che dice un buon numero di loro e cancellate le parti che non si accordano. Ciò che resta è molto probabilmente vero. Ad esempio, cos’è il cristianesimo? Chiedetelo a una dozzina o più di persone e le risposte probabilmente non combaceranno in tutti i particolari. Potrebbero però concordare in alcuni punti di fondo. È più probabile trovare il concetto di fondo in questi punti piuttosto che nelle singole dichiarazioni. Questo procedimento, per cancellazione, rappresenta il modo migliore per indagare qualunque sapere filosofico. È ciò che ho fatto io per capire cos’è l’anarchia, e ammetto senza modestie di essere arrivato abbastanza vicino alla verità.
Detta con Benjamin R. Tucker, il pensiero anarchico è quella dottrina secondo la quale “tutta l’attività umana può essere gestita dai singoli individui o da associazioni volontarie, così che lo stato verrebbe abolito.”
Lo stato “incarna un principio che ne autorizza le intrusioni nella vita dell’individuo, o di un gruppo di individui, e ne giustifica l’azione in quanto rappresentante o padrone di un’intera popolazione in una data area geografica.”
Lo stato è “l’assoggettamento del pacifico individuo ad una volontà esterna.”
Tenete a mente queste definizioni e non usate parole come “stato”, “potere” o “anarchia” se non nel senso inteso dagli stessi anarchici. Le definizioni offerte da Tucker sono generalmente accettate da tutti gli anarchici.
Secondo Herbert Spencer e altri, lo stato nasce dalla guerra, dall’aggressione, dalla violenza, e si conserva con la violenza. Lo stato ha sempre avuto funzioni di governo: obbligare le classi non-governative a fare ciò che le classi governative vogliono che sia fatto. In una monarchia, lo stato è il re, in una monarchia costituzionale è il re più il parlamento, in una repubblica come gli Stati Uniti lo stato è costituito dai rappresentanti eletti e in una democrazia come la Svizzera dalla maggioranza degli elettori. L’esperienza storica dimostra che le masse migliorano psicologicamente, moralmente e materialmente man mano che si riduce il potere dello stato sull’individuo. Più l’individuo diventa cosciente dei propri interessi, individuali o collettivi, e più cerca l’abolizione dell’autorità coercitiva sulla propria persona e sul proprio comportamento. Spencer evidenzia come nella pratica materiale, per non dire di quella materiale, la Chiesa è migliorata da quando l’individuo non è più costretto ad accettare e sostenere i suoi insegnamenti pena la condanna al rogo o la tortura per eresia; la gente si veste meglio da quando lo stato non impone un modo di vestire; la gente vive una vita coniugale più felice da quando può scegliere con chi sposarsi; la gente sta generalmente meglio da quando non ci sono più norme che regolano il taglio di capelli, i viaggi, le pratiche commerciali, i vetri delle finestre, la libertà di masticare tabacco o di baciarsi di domenica e così via in un’infinità di esempi. In Russia e in diversi altri paesi ancora oggi non si può entrare o uscire dal paese senza un regolare permesso, non si possono pubblicare o leggere libri o altro materiale non permesso dalle leggi, non si può tenere in casa una persona durante la notte senza avvertire la polizia; e insomma all’individuo è impedito il movimento in mille e mille modi. Ma anche nei paesi più liberi l’individuo viene derubato dal fisco, pestato dalla polizia, multato e arrestato da un giudice; e subisce le vessazioni delle autorità per comportamenti che non sono aggressivi e non violano la pari libertà.
È un errore anche di alcuni anarchici dire che il pensiero anarchico mira alla libertà assoluta. Il pensiero anarchico è una filosofia pratica, non cerca l’impossibile. Vuole però rendere universalmente applicabile la pari libertà di tutti. Data questa norma, la maggioranza non ha più diritti della minoranza, milioni di persone sono alla pari col singolo. L’anarchia presuppone che tutti gli uomini abbiano pari diritto ai prodotti della natura senza denaro e senza prezzi; o che ciò che una persona produce appartenga a quella persona, e che nessuno, singolo o gruppo, stato o fuorilegge, possa prenderne una parte senza che la persona suddetta lo sappia e consenta; che tutti siano liberi di scambiare ciò che produce ovunque lo voglia; che sia libero di operare con suoi simili se lo vuole, o stare in competizione con loro in qualunque campo di attività; che non si subiscano restrizioni riguardo ciò che si pubblica o si legge, si beve o si mangia, o si fa, purché non infranga gli stessi diritti dei suoi simili.
Il pensiero anarchico è spesso accusato di essere una teoria impraticabile importata negli Stati Uniti da un branco di stranieri ignoranti. Chi dice così, sbaglia sapendo di non dire la verità. La dottrina della libertà personale, per quanto concerne il tentativo di metterla in pratica, appartiene agli Stati Uniti, come testimoniano persone come Paine, Franklin e Jefferson. Anche i puritani ne avevano un vago concetto quando esercitavano il diritto a un giudizio personale in materia religiosa. Diritto a un giudizio personale in materia religiosa significa anarchia applicata alla religione. Il primo a formulare la teoria della sovranità individuale fu uno yankee, Josiah Warren, che discendeva dall’omonimo generale rivoluzionario. Abbiamo anarchia applicata al commercio perché il commercio è semplicemente scambio anarchico.
Chi commette un crimine non è un anarchico, perché il crimine è l’aggressione di qualcuno, il contrario dell’anarchia.
Non si può uccidere, se non per autodifesa, ed essere anarchici al contempo, perché uccidere significa violare il pari diritto alla vita degli altri: l’antitesi dell’anarchia.
A definire anarchici gli assassini e i criminali sono solo le persone ignoranti e in malafede.
Non si può essere anarchici e fare ciò che il pensiero anarchico condanna.
Il pensiero anarchico riconosce l’occupazione e l’uso come unici diritti sulla terra, abolendo pertanto la rendita fondiaria.
Garantisce ad ogni persona o associazione il diritto di emettere moneta come mezzo di scambio, abolendo così l’interesse sul denaro grazie alla cooperazione e alla competizione.
Non riconosce la validità di brevetti e copyright, e abolendo i diritti di brevetto abolisce di fatto i monopoli.
Non riconosce il diritto di alcuni di imporre tasse su qualcosa che gli interessati non hanno richiesto; la tassazione dovrebbe essere su base volontaria, come è oggi per le chiese (protestanti, ndt), i sindacati, le società di assicurazioni e altre associazioni volontarie.
Secondo il pensiero anarchico, la libertà in ogni aspetto della vita è lo strumento più valido per elevare il genere umano a una condizione di vita migliore.
Qualcuno dice che l’anarchia non è socialismo. Sbagliato. L’anarchia è socialismo volontario. Non esistono due diversi socialismi, anarchico e non, dittatoriale e libertario, statuale e libero. Di fatto, qualunque tentativo di migliorare la società rafforza o indebolisce il potere di determinazioni o forze esterne sull’individuo. Se l’indebolimento va in direzione anarchica, il rafforzamento va in direzione contraria.
Anarchia è sinonimo di libertà, indipendenza, libertà d’azione, autogoverno e non-interferenza, cura di se stesso e rispetto della libertà altrui, laissez faire, astatualità, autonomia e così via.
Mi accorgo, in conclusione, di aver solo abbozzato una definizione del pensiero anarchico. Chi volesse approfondire, può trovare alimento intellettuale in: Instead of a Book, di Tucker; Che cos’è la proprietà? e Sistema della contraddizioni economiche di Proudhon; Voluntary Socialism di Tandy; The Anarchists di Mackay; Free Life, the Demonstrator e Lucifer di Auberon Herbert; e tanti altri libri, saggi e opuscoli ottenibili presso Henry Bool, Ithaca, NY, E.C. Walker, 244 West 143rd Street, NYC, “Liberty,” Box 1312, New York, or “Mother Earth,” P.O. Box 217, Madison Square Station, New York City.