Ricordando Ithaca HOURS

Eric Fleischmann. Originale pubblicato il 23 luglio 2022 con il titolo A Brief Look Back at Ithaca HOURS. Traduzione di Enrico Sanna.

Ithaca HOURS è una delle più famose valute comunitarie negli Stati Uniti; un’analisi della sua storia, il funzionamento e l’efficacia non è mai fuori luogo. Racconta l’antropologo Bill Maurer nel suo libro Mutual Life, Limited: Islamic Banking, Alternative Currencies, Lateral Reason, che Ithaca HOURS nasce nel 1991 a Ithaca, nello stato di New York, ad opera di Paul Glover e alcuni soci. Glover inizia con un invito sulla bacheca degli agricoltori a discutere l’idea. La cosa prende corpo relativamente in fretta con la nascita dell’“Ithaca Barter Board” (IBB), incaricato di sovrintendere e gestire la nascita della moneta. Segue la produzione fisica della moneta con tutto il necessario, dai numeri di serie alle firme dei membri dell’IBB. Glover fece il giro della città con alcuni campioni della moneta e scrisse un elenco delle attività disponibili ad accettare HOURS. L’elenco fu pubblicato sul giornale Ithaca Money, assieme ai coupon e le date degli eventi, al fine di incoraggiare l’uso della moneta all’interno della comunità cittadina, e poi inviato a diverse “‘attività alternative’, cooperative e la locale cooperativa di credito.” Nel 1998 cambia la struttura gestionale della valuta, e “Ithaca Hours” diventa un’attività no-profit con un’amministrazione eletta a tempo determinato. Anche l’elenco delle aziende, da pubblicazione sul giornale diventa un elenco annuale.

Ithaca HOURS, spiega Maurer, teoricamente è una moneta basata sul tempo lavorato: un HOUR equivale a un’ora di lavoro, ma anche (pur non essendo convertibile) a dieci dollari, ed è su questa base che viene spesso scambiata. Esistono sei denominazioni: 2, 1, 1/2, 1/4, 1/8 e 1/10 di HOUR. Al massimo della diffusione, quasi cinquecento attività e oltre un migliaio di persone accettavano HOURS per pagamenti anche parziali di beni e servizi; la Alternative Credit Union accettava depositi in HOURS, i quali erano accettati anche “come quota d’iscrizione, per i prestiti, gli assegni e le commissioni sui trasferimenti automatici, e anche per l’acquisto di pacchetti di ‘Investimenti Socialmente Responsabili’.” La moneta era usata per “prestiti senza interesse e contributi ad attività e organizzazioni comunitarie.” Nel 2002, un gruppo di studio diretto da Jeffrey Jacob monitorò 42 utenti di HOURS e scoprì che: la durata media del coinvolgimento era di otto anni, un utente su due aveva HOURS come fonte principale di reddito, e tendenzialmente gli utenti erano persone di mezza età, istruite, con famiglia e reddito basso.

Le valute comunitarie e quelle alternative possono essere giudicate da diversi punti di vista. In un’ottica agorista (indipendenza dallo stato e dall’economia stato-capitalista basata sul mercato), l’esperienza di Ithaca HOURS è stata un successo ambiguo[1]. Tra gli utenti erano volutamente accettati anche capi e padroni aziendali. Inoltre, come nota Maurer, i salari pagati in HOURS “avranno pure come retrostante ‘il nostro talento, il nostro tempo, i nostri strumenti di lavoro, i boschi, i campi e i fiumi’, come è scritto sulle banconote… ma quando arriva il giorno della paga, a sottoscrivere il salario è il dollaro degli Stati Uniti”[2]. L’agorismo, in particolare l’agorismo verticale, prevede l’uso della valuta statale, ma proprio perciò il radicalismo di HOURS resta dubbio. Maurer scrive che già nel 1992 Patrice Jennings, co-creatore di HOURS, esprimeva il dubbio che HOURS, più che uno strumento di forza in ambito economico, stesse diventando un passatempo, un giocattolo per bianchi della classe media. Un sentire simile a quello espresso da Kevin Carson, per il quale valute come Berkshare (altra valuta locale a cui in parte si ispirò HOURS), basate sul denaro convenzionale, che ricordano le campagne “compra locale”, sono “sostanzialmente un modo per sciacquarsi la coscienza della borghesia liberal che i soldi li ha già.” Non so quanto questa critica possa essere estesa ad una valuta basata in parte sul tempo lavorato, sarebbe meglio sentire anche altre voci critiche. Come quelle dell’anarchico individualista Laurance Labadie e dell’economista del Massachusetts Institute of Technology Frank Fisher, i quali, oltre a me, considerano queste valute “inadeguate alla loro funzione di meccanismo d’informazione e distribuzione tramite il prezzo”. Secondo Labadie si tratta di valute sostanzialmente inutili se il prezzo dei beni, in un genuino libero mercato e secondo la versione mutualista/individualista della teoria del valore del lavoro[3], è già al livello dei costi di produzione.

Dall’altro canto Glover, per il quale HOURS rappresenta indubbiamente “un sistema di mercato non capitalistico”, come spiega in un’intervista con Jana Fortier: “il capitalismo può fare soldi senza bisogno del lavoro e gli HOURS si possono acquisire soltanto lavorando, il che significa che sono pensati per essere spesi e non investiti, non fruttano interessi.” Quello che stava cercando di fare con Ithaca HOURS, spiega, era “un disfare e rifare per arrivare a creare qualcosa di diverso che si dimostri capace di sostenere l’onere di soddisfare i bisogni dell’uomo.” Quanto a potenziale anti-capitalista, aggiunge, “lo scambio di beni e servizi non d’impresa [tramite HOURS] non sono tassabili, lo scambio di beni e servizi d’impresa… sì”, ma “Ithaca HOURS non registra le transazioni, pertanto il valore dello scambio dev’essere dichiarato dalle parti interessate.” Glover accenna anche a un “piano che prevede la creazione graduale di un catalogo dei prezzi in HOURS, così da rendere gli HOURS indipendenti dalla valutazione del dollaro”, piano chiaramente mai realizzato. In termini di successo simbolico, notano Jeffrey Jacob e altri, per gli abitanti di Ithaca gli HOURS “rappresentano un’esaltazione delle virtù di un’economia locale autonoma e un modo per opporsi agli effetti disumanizzanti dell’economia globale.” A suo credito, vista la notorietà raggiunta e l’attenzione dei media, va detto che Ithaca HOURS è stata fonte d’ispirazione di altre valute locali con programmi simili nelle città di Madison nel Wisconsin e Corvallis nell’Oregon.

Nel corso degli anni 2010 Ithaca HOURS cominciò ad andare in disuso per via di alcuni fattori illustrati da Dan Khromov: in primo luogo, l’allontamenento di Glover da Ithaca: l’uscita dal sistema del suo fondatore e strenuo sostenitore rivela così un problema irrisolto di centralizzazione. Incapaci, soprattutto senza Glover, di aggiornare il proprio formato come valuta di carta, gli HOURS finirono per essere surclassati dalle valute elettroniche (un problema che le banche del tempo hanno poi risolto con la piattaforma hOurworld). Con il calo delle attività registrate, le poche attività restanti si ritrovarono sommerse di HOURS, il che causò un accumulo di lavoro arretrato. Khromov però nota come nel 2019 “un insieme di imprese locali, organizzazioni no profit e persone impegnate abbiano unito gli sforzi al fine di ridare forza al flusso di HOURS con la comunità di Ithaca. Il tentativo prevede una ristrutturazione del sistema in linea con gli avanzamenti tecnologici in campo bancario, lo sviluppo di una campagna di mercato forte e efficace e l’aumento delle attività locali che fanno uso di HOURS.” Gli effetti ancora non si vedono.

Note

1. Per saperne di più sulla relazione tra agorismo e valute comunitarie, vedi White Market Agorism di Logan Glitterbomb.

2. Per ulteriori informazioni sulla relazione tra agorismo, datori e lavoro salariato vedi il mio articolo Toward a Cooperative Agorism.

3. È bene notare che, per quanto Labadie molto probabilmente conoscesse le teorie di Friedrich Hayek sul calcolo economico, nei suoi scritti sulle valute basate sul tempo la teoria dell’informazione diffusa tramite i prezzi non compare esplicitamente, emerge invece dal confronto tra i suoi scritti e Fisher. Per quanto ne so, poi, questo problema non ostacola più di tanto il funzionamento e la diffusione delle banche del tempo.

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Markets Not Capitalism
The Anatomy of Escape
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