Di Roderick Long. Originale pubblicato il 7 febbraio 2016 con il titolo “Arrow” and Anarchophobia. Traduzione di Enrico Sanna.
Negli spettacoli televisivi i personaggi anarchici sono rari (i “Sons of Anarchy” non fanno eccezione). Nella popolare serie televisiva “Arrow”, mandata in onda sulla rete CW e ispirata al personaggio dei fumetti Green Arrow della DC Comics, ha fatto la sua comparsa un nuovo personaggio, Lonnie Machin, caratterizzato esplicitamente come anarchico.
In cosa consiste l’anarchismo di Machin?
Finora è comparso soltanto in due episodi, ma si è dato da fare. Nel primo tortura innocenti con scosse elettriche, rapisce e tiene in ostaggio una giovane donna, e quando questa viene salvata lui si indigna perché non può passare le ore torturandola (anche se non è esplicito, la tortura comprende lo stupro). Machin vorrebbe lavorare per il supercattivo della serie, ma è respinto perché troppo estremista!
Alla seconda comparsa, Machin uccide i genitori adottivi e fa simboli anarchici sui muri con il loro sangue. Minaccia anche di torturare la moglie e i giovani figli del suo nemico, ma il giustiziere di prima lo priva del divertimento.
Uno si chiede: cosa spinge gli autori contro gli anarchici? Ne hanno mai incontrato uno?
L’anarchismo è una filosofia politica che sostiene l’organizzazione sociale volontaria e si oppone ad ogni forma di dominio e di autorità coercitiva, compreso lo stato. Un anarchico tratta gli altri come suoi pari, non come padroni o sottoposti. Dato che il movimento anarchico si oppone alla violenza contro le donne, il trattamento che Machin riserva al suo ostaggio femminile sembra particolarmente contraddittorio.
Gli anarchici sono storicamente in prima linea nei movimenti per l’eguaglianza tra i sessi, il potere dei lavoratori e l’abolizione della schiavitù. Tra i teorici più noti troviamo Henry David Thoreau, Lev Tolstoij, Emma Goldman e, oggi, esponenti della critica sociale come Noam Chomsky e autori di fantascienza come Ursula Le Guin. Sono più che sicuro che nessuno di questi abbia mai torturato nessuno o fatto scritte sul muro con il sangue.
Nell’immaginario collettivo, l’associazione tra anarchismo e violenza è dovuta in parte al fatto che tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento molti anarchici abbracciarono la politica delle bombe e dell’assassinio. Fu una politica disastrosa sia moralmente che strategicamente, ma è bene tenere in mente tre cose:
1. Questo approccio non domina più il movimento anarchico da oltre un secolo (e anche allora era argomento controverso tra gli anarchici). Gran parte degli anarchici persegue i propri obiettivi attraverso la cultura, i movimenti di base e edificando istituzioni alternative.
2. Quando gli anarchici hanno fatto ricorso alla violenza, solitamente lo hanno fatto per rispondere alle istituzioni oppressive, non per seminare il caos e basta.
3. In ogni caso, la violenza imputabile al movimento anarchico quasi scompare di fronte alla violenza perpetrata dagli apologeti delle autorità costituite, in particolare lo stato.
Perché allora gli autori di “Arrow” sentono il bisogno di portare avanti questa visione distorta degli anarchici?
Tra l’altro, il personaggio di Lonnie Machin non nasce in questa serie. È opera di Alan Grant e Norm Breyfogle, che nel 1989 lo fanno comparire sui fumetti nella figura positiva dell’eroico poliziotto privato Anarky. Così che la rappresentazione di Machin che viene fatta è uno schiaffo non solo agli anarchici in genere ma anche ai creatori del personaggio.
Ma l’odio degli autori di “Arrow” verso chi combatte i regimi autoritari non si ferma a Machin. Felicity Smoak, una delle protagoniste, ha un passato di hacktivista; apparentemente non è mai stata anarchica, ma molti anarchici appoggiano movimenti hacktivisti come WikiLeaks e Anonymous, e pubblicare segreti governativi è qualcosa che gli anarchici generalmente approvano. In un recente episodio Felicity rinnega il proprio passato di hacktivista, di quando avrebbe volentieri pubblicato documenti governativi segreti su internet, lo denuncia come errore di gioventù e arriva a bruciare una sua foto di allora.
Qui “Arrow” sembra ripercorrere le orme di un’altra serie ispirata ad un fumetto, “Marvel’s Agents of S.H.I.E.L.D.”, mandato in onda dalla ABC. Il protagonista Skye, un hacktivista di un emulo di WikiLeaks chiamato “Rising Tide”, improvvisamente “si ravvede” ed entra in un’organizzazione spionistica dello stato.
Gli autori di “Arrow” e “Agents of S.H.I.E.L.D.” non sembrano avercela con le attività criminali in genere. Nella seconda serie, Felicity lavora per una società di vigilanza illegale, ad esempio, e i dipendenti governativi di Skye formano una società privata illegale. Abbandonando l’hacktivismo vagamente anarchico, Felicity e Skye non abbracciano la legalità ma la segretezza. Pur stando fuori dagli apparati statali, come tutti gli agenti governativi considerano se stessi parte di un’élite che merita di accedere alla verità allegramente nascosta ai più.
E questo non è solo un insulto agli anarchici. È un insulto a tutti noi.
Citazioni:
• Roderick Long, ‘Arrow’ and anarchophobia, Augusta Free Press, 10 febbraio 2016.
• Roderick Long, “Arrow” and Anarchophobia, News LI, 10 febbraio 2016.