[Di Kevin Carson. Originale pubblicato su Center for a Stateless Society il 30 settembre 2016 con il titolo “Bad Precedents” Are in the Eye of the Beholder. Traduzione di Enrico Sanna.]
Il 28 settembre, il senato americano ha votato l’annullamento del veto del presidente Obama imposto ad un disegno di legge che autorizza i cittadini americani a denunciare un governo straniero per eventuali coinvolgimenti in attacchi terroristici. Obama ha avvertito che la legge avrebbe conseguenze indesiderate, costituirebbe un “pericoloso precedente” per altri paesi. Uno stato straniero potrebbe denunciare il governo degli Stati Uniti per le sue operazioni militari e di spionaggio all’estero, esponendo così militari e ambasciatori americani al rischio di incriminazione. L’erosione dell’immunità sovrana causata dal disegno di legge potrebbe indurre a “dubitare delle nostre operazioni antiterroristiche e tutto ciò che facciamo quotidianamente.” I commentatori democratici pro Obama (che quando nello Studio Ovale c’è un repubblicano aizzano il baccano antibellico) si sono prevedibilmente schierati contro l’annullamento. In realtà, però, questo “pericoloso precedente” è un bene.
Il voto della camera a maggioranza repubblicana aveva, come accusa Obama, indubbie ragioni politiche. È stato un modo per attirare consenso demagogico contro un regime ufficialmente islamico. Ed è improbabile che il promotore del disegno volesse esporre le sacre Truppe e l’intelligence a possibili incriminazioni all’estero. Ma la pura realtà è che militari e intelligence americani all’estero sono quasi tutti al servizio del male. Anche limitandoci al periodo dopo la seconda guerra mondiale, gli Stati Uniti hanno accumulato chissà quanti milioni di morti; forse decine di milioni se si contano non solo le invasioni dirette, ma anche l’appoggio ai golpe militari, gli aiuti alle dittature fasciste, i finanziamenti, le armi e l’addestramento offerti alle squadre della morte terroristiche. Complessivamente, l’America ha probabilmente rovesciato o installato più governi di ogni altro impero nel corso della storia. E questa guerra senza precedenti contro l’umanità è stata in grandissima parte condotta al fine di tenere in piedi un ordine politico ed economico globale in cui le grandi imprese, per lo più occidentali, possano restare padrone di territori scippati e di enormi risorse naturali, mantenendo così il monopolio delle catene di fornitura e distribuzione, e relegando i popoli del sud del mondo al ruolo di manodopera quasi gratis.
Si può dire che ogni guerra combattuta dagli Stati Uniti fuori dal territorio nazionale abbia avuto intenti criminali: ogni presidente, segretario di stato o alto funzionario della “sicurezza nazionale” è implicato in crimini contro l’umanità e al servizio del potere corporativo mondiale.
Da secoli esiste una finzione legale secondo cui ad omicidi, violenze e ruberie fatte per “ragioni di stato” si applicano standard diversi da quelli riservati ai crimini comuni. Questa finzione legale deve finire. Ogni presidente americano vivente, assieme a complici criminali come Henry Kissinger, Dick Cheney, Paul Wolfowitz e Hillary Clinton, dovrebbe aver paura a mettere piede fuori dagli Stati Uniti per timore di essere arrestato e processato. Quei nidi di vipere che sono le ambasciate americane e le postazioni della CIA all’estero dovrebbero aver paura di essere smantellate e processate per aver cospirato contro le popolazioni del Guatemala, Vietnam, Congo, Indonesia, Brasile, Cile e altri paesi, troppi per essere elencati. I torturatori di Guantanamo e di Abu Ghraib, l’intero comando militare americano coinvolto nell’uccisione di civili innocenti, tutti questi, dal primo all’ultimo, devono essere considerati criminalmente e civilmente responsabili.
Gli stati sono essenzialmente criminali. È tramite loro che le classi economiche di governo uccidono, schiavizzano, derubano e terrorizzano l’umanità, per poi estrarne pluslavoro e vivere del nostro sudore e sangue. Moralmente, i loro crimini non sono diversi da quelli di chi uccide e ruba per strada, tranne per le dimensioni mostruose. Credo che sia stato C. S. Lewis a dire che i peggiori criminali nella storia dell’uomo avevano abiti su misura, unghie curate e voci ben modulate, e sedevano dietro scrivanie in uffici arredati con gusto. Ma è ora che siano trattati da criminali quali sono.