Comunizzare la Società con le Cooperative di Consumo

Di Logan Marie Glitterbomb. Originale pubblicato il 28 di settembre del 2024 con il titolo Communizing Society with Consumer Cooperatives. Tradotto in italiano da Enrico Sanna.

Il mondo anarchico si divide tra chi è per il mercato e chi è per forme di programmazione decentrata come l’economia partecipata o le comunità federate. Se Ludwig von Mises e Friedrich Hayek evidenziano i tanti difetti della programmazione centrale, altrettanto si può dire della programmazione decentrata. Quest’ultima cerca di evitare il problema della conoscenza coinvolgendo produttori e consumatori nella programmazione piuttosto che lasciare che affidarsi alla programmazione centrale. Come le cooperative, i sindacati, le associazioni professionali e altro offrono al lavoratore la possibilità di partecipare alla programmazione economica, così questo sistema richiede la partecipazione del consumatore tramite consigli consultivi o simili. Ma convincere le persone, in quanto consumatori, ad associarsi e partecipare alla programmazione è un po’ più difficile di un semplice arrangiamento; molti preferiscono consumare senza pensare a riunioni o altro.

Una soluzione diffusa è data dalla tecnologia: il computer. Gli autori di The People’s Republic of Walmart fanno l’esempio di tante aziende, compresa la Walmart, che usano i computer per calcolare e programmare consumo e produzione. Ignorando però un punto importante: queste forme di programmazione avvengono all’interno di un più ampio sistema di mercato di cui cogliere i segnali che aiutano a calcolare e programmare meglio.

La programmazione in certi contesti può funzionare, può anche offrire vantaggi come meno sprechi e più efficienza, ma un sistema non si può basare solo sulla programmazione, pena problemi di calcolo economico. E qui entrano in gioco le cooperative di consumo, che sono attività economiche (alimentari, creditizie, di servizi e così via) di proprietà dei loro soci. Il modello può entrare in conflitto con il lavoratore proprietario perché molte cooperative sono gestite secondo gerarchie capitaliste, hanno strutture dirigenziali e la proprietà non è del lavoratore, ma ci sono cooperative di consumo in cui consumatore, lavoratore e proprietario sono la stessa persona, mentre altre ancora sono ibridi lavoratore-consumatore, come la Eroski, una catena di supermercati e stazioni di servizio affiliata alla Mondragon. Questo genere di cooperative di consumo, in cui i lavoratori sono proprietari e decisori democratici, è un esempio di come si possono riprodurre certi aspetti della programmazione partecipata e delle comunità federate in un’economia di mercato.

Le cooperative di consumo permettono agli interessati di iscriversi e partecipare agli incontri programmatici in cui consumatori e lavoratori possono esprimere i loro bisogni, mentre conti e programmazione sono fatti sulla base dei risultati. Un simile sistema opera sempre sul mercato, può tener conto dei segnali provenienti dal mercato e integrarli nel calcolo al fine di programmare al meglio la soddisfazione dei bisogni non solo dei consumatori proprietari, ma anche dei non proprietari che vorrebbero acquistarne i prodotti, lasciando che altre aziende colmino le lacune lasciate dalla programmazione. Le cooperative possono anche unirsi e formare unioni di cooperative, ovvero cooperative i cui soci sono rappresentati dalle singole cooperative organizzate su base federata. In questo modo le cooperative possono coordinarsi e programmarsi assieme alla maniera delle comunità federate anarco-comuniste. Questo permette di evitare cose impossibili come la soddisfazione dei bisogni di tutti i partecipanti, molti dei quali preferirebbero non partecipare agli incontri programmatici. Ci si limiterebbe a tener conto soltanto dei bisogni di chi partecipa spontaneamente, mentre in alcuni casi si potrebbero usare i segnali del mercato per intuire i bisogni di quei clienti che non sono proprietari.

Certo le cooperative possono fallire per errori di programmazione, ma il fatto che esistano significa che altre possono inserirsi e servire meglio i bisogni dei consumatori. Le cooperative di consumo permettono di sperimentare forme di programmazione economica decentrata, mentre la competizione tra loro permette di migliorare l’offerta.

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