Di Fritz-Anton Fritzson. Originale pubblicato il 31 ottobre 2019 con il titolo The Cryptocurrency Revolution is Already Underway. Traduzione di Enrico Sanna.
Secondo Black Cat, il denaro astatuale comporta un “paradosso”: “potrà essere usato quando lo stato non sarà più lì a bloccarne l’uso, ma non finché lo stato è presente.” E però, come lui stesso riconosce, “man mano che le persone si liberano dello stato, si allontanano dal suo raggio d’azione, reagiscono, riescono anche (devono, man mano che lo stato si ritira) a trovare il modo per portare avanti i loro affari tra loro”, compreso l’uso di valute e sistemi di scambio astatuali.
Io aggiungerei che questo processo di liberazione dallo stato in ambito monetario è già in corso e che le valute alternative – sotto forma di criptovalute – non solo possono rappresentare un’importante alternativa per chi opera fuori dallo stato, ma già lo sono. E proprio qui, all’ombra dello stato. Dunque nessun paradosso, ma solo una lenta, graduale sostituzione del tradizionale sistema monetario controllato dallo stato ad opera di un nuovo sistema migliore.
Ad esser sinceri, Black Cat riconosce le prospettive della tecnologia blockchain, ma sottostima fino a che punto le criptovalute già ora soddisfano certi bisogni e il fatto che tutto ciò accade all’ombra dello stato, per puntare ad un futuro in cui le criptovalute finalmente rimpiazzeranno il denaro a corso forzoso dopo una lunga serie di adozioni. Forse occorreranno decenni, mentre in realtà la rivoluzione è già in corso. L’infrastruttura necessaria ad un simile sistema monetario alternativo, che secondo Black Cat deve essere realizzata a priori, già esiste e già viene incontro ai bisogni reali in ambiti marginali dell’attuale sistema.
In posti come il Venezuela, dove la moneta nazionale è invalidata dall’iperinflazione, le criptovalute stanno già facendo la differenza. Anche certe grosse catene commerciali e supermercati cominciano ad accettarle. Non occorre aspettare il collasso completo di una valuta nazionale per trovare campi d’applicazione delle criptovalute. Molti non hanno un conto in banca, soprattutto nei paesi poveri, e una criptovaluta offre loro la possibilità di “essere la propria banca”.
Intere industrie non possono accedere al tradizionale sistema bancario. Negli Stati Uniti, ad esempio, l’industria della cannabis legalizzata soffre del fatto che la cannabis a livello federale è ancora illegale, il che rende difficile l’accesso ai servizi bancari da parte dei commercianti, costretti ad usare esclusivamente il contante. Oggi, però, si può ricorrere alle criptovalute.
Sono d’accordo con Black Cat quando dice che il Bitcoin non ha un grande successo come valuta. L’idea originale di una moneta paritaria è stata in gran parte abbandonata a causa delle commissioni troppo alte e dei tempi di conferma troppo lunghi. Ma altre criptovalute stanno risolvendo il problema. Quando dice che “il Bitcoin è un metodo per offuscare i propri dati finanziari” Black Cat travisa la realtà. In realtà, Bitcoin non offre neanche tutta quella riservatezza. Altre criptovalute fanno meglio. Bitcoin oggi è sostanzialmente uno strumento speculativo, e così purtroppo è attualmente tutto il mercato criptovalutario. Questo spiega il prezzo e la volatilità. I prezzi, si spera, si stabilizzeranno quando l’uso quotidiano avrà preso il sopravvento sulla speculazione.
È vero però che le criptovalute sono tutt’altro che perfette così come sono, ma è anche vero che la concorrenza porta a continue innovazioni e miglioramenti. Approvo l’invito di Black Cat, rivolto agli sviluppatori, di unire gli aspetti migliori di LETSystem con la tecnologia blockchain, ma occorre tenere in mente che è la natura decentrata delle criptovalute a tenerle lontane dalla mano distruttiva dello stato.
A differenza delle valute private o comunitarie di altro tipo, le criptovalute non hanno un punto nevralgico vulnerabile e questo le rende particolarmente inattaccabili. Black Cat sottolinea il fatto che il denaro si basa sulla fiducia, e questo è attualmente vero. Ma questo non significa che per usare il denaro occorre la fiducia di tutti. Con le criptovalute decentrate e afiduciarie non ci sono entità in cui riporre la fiducia; basta confidare in una rete distribuita e nella tecnologia.
Black Cat dice poi che “Il Bitcoin [e, per estensione, altre criptovalute] deve tutto il suo valore all’esistenza degli stati” e che “Se gli stati dovessero scomparire domani, i Bitcoin perderebbero il loro valore”, ma si tratta di dichiarazioni non comprovate. Difficile immaginare la scomparsa immediata dello stato, ma già oggi gli sviluppi che vediamo dappertutto indicano come le persone, sempre più insoddisfatte (in tutti i sensi o solo per certi aspetti) delle attuali valute nazionali a corso forzoso, stiano cercando un’alternativa tra quelle disponibili.