L’Onu è tornata sulle prime pagine con le preparazioni per l’apertura della sessione della 69ª Assemblea Generale. Il segretario generale Ban Ki-moon ha evidenziato l’importanza della missione Onu in questa “epoca di turbolenze”. Forse, però, è meglio guardare da vicino in cosa consiste questa “missione”. E allora si scopre che il fine dichiarato è il mantenimento della pace e della stabilità. O, come dice l’ex ambasciatore americano presso l’Onu Susan Rice, “impedire e punire le aggressioni”.
Un po’ strano, se uno ci pensa. Il compito stabilito dell’Onu è prevenire le aggressioni, ma non fa assolutamente nulla per tenere a bada l’unico paese le cui aggressioni superano di gran lunga tutte quelle dell’ultimo periodo postbellico; forse di tutta la storia. In questi ultimi settant’anni gli Stati Uniti hanno invaso più paesi, rovesciato più governi e appoggiato più dittatori e gruppi terroristici di ogni altro paese sulla terra. Il secondo della lista non ci va neanche vicino.
Anche quell’assortimento di “minacce” rappresentato da al Qaeda, Hamas, Isis e l’Iraq di Saddam, era o una reazione alla politica aggressiva americana o frutto di sponsorizzazioni nascoste degli Stati Uniti e dei suoi alleati volte a portare avanti i loro fini aggressivi. Gli atti criminali di al Qaeda, e oggi di Isis, sono il risultato diretto del supporto che l’America ha fornito alla Fratellanza Islamica per contrastare l’Egitto di Nasser; della destabilizzazione di un governo afgano pacifico e relativamente progressista (per far sprofondare l’Unione Sovietica nel suo Vietnam); del supporto fornito ai terroristi cosovari nella ex Iugoslavia degli anni novanta; del supporto offerto ai ribelli ceceni contro il governo russo; e del supporto segreto ai ribelli che in Siria combattono Assad.
Stati Uniti e Onu dicono che il loro obiettivo principale è la diffusione della democrazia. Ma gli Stati Unti rovesciarono Mossadegh in Iran e Lumumba in Congo e incoraggiarono attivamente un’ondata di dittature militari in Sudamerica negli anni sessanta e settanta.
Pur spacciando i suoi atti criminali dicendo che servono a “punire l’aggressione” o “diffondere la democrazia”, gli Stati Uniti sono motivati quasi per intero dal desiderio di proteggere le industrie estrattive che depredano risorse minerarie in Africa, petrolio in Indonesia e Nigeria, e altro altrove. Allo stesso tempo difendono le industrie manifatturiere del primo mondo che sfruttano il lavoro schiavistico in paesi del terzo mondo.
Lungi dall’impedire che gli Stati Uniti compiano crimini contro l’umanità, l’Onu serve da foglia di fico per nascondere le aggressioni contro chi sfida la sua volontà.
Parafrasando la battuta di Lysander Spooner sulla costituzione, o l’Onu è stato creato per permettere al più grande aggressore mondiale di perpetrare questi crimini (nel qual caso è pericoloso), oppure non può fare nulla (e allora è inutile). La seconda alternativa è più che sufficiente. Se l’accusa contro la Lega delle Nazioni fu che non riuscì a fermare Hitler, perché non dovrebbe valere lo stesso per l’Onu con gli Stati Uniti?
Restiamo sulla prima ipotesi. L’Onu aveva un ruolo fondamentale nella visione di Roosevelt e Truman, che immaginavano un ordine mondiale protetto dagli Stati Uniti e i suoi alleati. Questa visione avrebbe dovuto imporre il dominio corporativo sul mondo e punire qualunque tentativo di uscire da quest’ordine. Ovvero, l’Onu è il male e i suoi fini dichiarati una bugia.
Dal punto di vista di chi critica radicalmente la sua politica imperialista, l’uscita degli americani sarebbe un bene: per gli Stati Uniti sarebbe più difficile mettere su coalizioni multinazionali per dividere il peso fiscale e militare dell’aggressione. Ma proprio per questo gli Stati Uniti non usciranno mai dall’Onu, che esiste solo per servire gli interessi corporativi della classe che controlla l’America e i suoi alleati. E se anche gli Stati Uniti uscissero, il risultato non sarebbe, come crede chi da destra critica l’Onu, la purificazione del paese dall’influenza corruttrice che emana da Rockefeller Plaza. La corruzione è connaturata all’America. L’uscita degli Stati Uniti servirebbe solo ad amputare un tentacolo della piovra lasciando intatti il cuore di Wall Street e la testa di Washington.
Invece di cercare distrazioni nell’Onu, sarebbe meglio colpire alla radice: Abolire gli Stati Uniti e il sistema di dominio che alimenta.