Di Logan Marie Glitterbomb. Originale pubblicato il 3 giugno 2020 con il titolo Demystifying Left Minarchism. Traduzione di Enrico Sanna.
Quando si parla di libertarismo di destra, molti che gravitano in quell’area elencano le varie fazioni del movimento libertario. Le più note, semplificando, si riducono ad anarchismo e miniarchismo. Tra gli anarchici troviamo l’anarchismo giusnaturalista e quello consequanzialista, l’agorismo, l’anarchismo individualista, l’anarchismo di libero mercato, il geo-anarchismo, l’anarchismo di sintesi e un’infinità di varianti. Sul lato miniarchista troviamo i liberali classici, i costituzionalisti, i paleolibertari, i repubblicani light e altri.
Dopo il successo della campagna #BottomUnity, molti libertari di destra sono entrati in contatto con il libertarismo di sinistra senza conoscerne le tante varianti. Se, soprattutto a sinistra, libertarismo storicamente era sinonimo di anarchismo, oggi non sempre è così. Molti conoscono le varianti come il comunismo anarchico, il socialismo anarchico, il collettivismo anarchico, l’anarco-sindacalismo, il mutualismo, il primitivismo anarchico, l’anarchismo individualista e quello di libero mercato, ma pochi hanno dimestichezza con la tradizione del miniarchismo di sinistra.
Il miniarchismo esiste, e ha varie forme, come il confederalismo democratico, il luxemburghismo (da Rosa Luxemburg, es), il comunismo consiliarista, il comunalismo, l’ecosocialismo libertario, la socialdemocrazia, il libertarismo e così via. Se il comunismo consiliarista e il luxemburghismo rappresentano tendenze perlopiù poco note e irrilevanti tra le moderne organizzazioni politice, soprattutto nei cosiddetti stati uniti, per vedere esempi concreti di miniarchismo di sinistra possiamo guardare quello che accade nei territori autonomi di Rojava o nei cosiddetti stati uniti in gruppi come il Partito dei Verdi, i Socialdemocratici d’America, Our Revolution, Justice Democrats e il Democratic Freedom Caucus.
Il Partito dei Verdi è un elemento essenziale dell’alternativa di sinistra da tanto tempo. Tra i fondatori ci sono molti anarchici, compreso l’attuale candidato Howie Hawkins, autoproclamatosi municipalista libertario e anarco-comunista, noto per aver scritto la stesura originale del Green New Deal e per aver collaborato con Murray Bookchin. I verdi ancora oggi fanno da cassa di risonanza di molti anarchici. Come nel caso del Partito Libertario, però, non tutti i soci o fondatori sono anarchici. Se il Partito dei Verdi si è sempre identificato con i libertari, altri tendono più verso il lato miniarchista, solo che invece di riconoscere allo stato unicamente le funzioni costituzionali o, in misura ancora minore, le funzioni di guardiano notturno (polizia, giustizia, carceri e esercito, ad esempio), gli riconoscono funzioni sociali e chiedono l’abolizione della polizia, delle carceri e talvolta anche delle forze armate.
I socialdemocratici, similmente ai verdi, sono un misto di anarchismo e miniarchismo libertari. Tra le loro file militano socialdemocratici, verdi e berniecrats di tendenza miniarchista, e hanno un caucus socialista libertario esplicitamente anarchico. La differenza con i socialdemocratici è che questi ultimi accolgono anche persone di orientamento non libertario, compresi liberali della vecchia guardia che hanno gestito l’organizzazione dalle origini socialdemocratiche alla forma attuale. Molti di loro vengono dal movimento associato a Bernie Sanders quando quest’ultimo cominciò ad allinearsi col Partito Democratico sostenendone i candidati e criticando fortemente i partiti minori. Si spera che tanti ora vadano oltre Sanders. Oggi la minaccia viene più che altro dai giovani apologisti liberali e dai comunisti duri e puri. Pur comprendendo entrambi, i socialdemocratici oggi sono perlopiù di tendenze libertarie, vogliono l’abolizione delle carceri, il disinvestimento dall’energia fossile, la depenalizzazione delle droghe e della prostituzione e altro. Hanno iniziative brillanti, la più famosa delle quali è rappresentata dalle officine Gimme a Brake (Light), un servizio di sostituzione gratuita degli stop difettosi che tanto attirano le persecuzioni della polizia.
Our Revolution e Berniecrat in generale ricordano molto i socialdemocratici. C’è tutta la gamma che va dai liberal statalisti e di sinistra che pensano che basti votare e fare riforme, agli anarchici di sinistra incentrati più sulla riduzione del danno e la mobilitazione. Pur essendo le proposte di Sanders più socialiste che democratiche, molti miniarchisti hanno aderito alla sua campagna date le sue buone probabilità di vincere e perché ci vedono un sostenitore della riduzione del danno. Per quanto la sua campagna sia una versione annacquata della politica dei verdi o anche dei veri socialdemocratici, rimane una voce forte contro gli aiuti alle aziende, il carcere di massa, la guerra alla droga, la sorveglianza di massa, il debito di studio e la distruzione ambientale, e ha spinto a candidarsi su piattaforme più estremiste persone come Alexandria Ocasio-Cortez (AOC) che chiede esplicitamente l’abolizione delle carceri e dei centri di detenzione per immigrati.
I Justice Democrat, cofondati dalla Cortez come caucus democratico anticorporativo, è una conseguenza di ciò. Non strettamente libertario ma attira perlopiù persone di tendenze libertarie. La squadra è formata dalla Cortez, Ilham Omar, Ayanna Pressley e Rashida Tlaib, i quali tutti si sono appoggiati a vicenda nel chiedere che lo stato non lasci a polizia e giudici la questione degli sfratti, chiedere una moratoria della chiusura di servizi pubblici e del pagamento dei mutui ai criminali bancari durante la pandemia, e infine per chiedere la scarcerazione delle persone non violente e l’istituzione di un reddito di base.
Il Democratic Freedom Caucus è più sulla linea dei libertari di tendenza liberale classica e georgista. Sostiene la depenalizzazione delle droghe e della prostituzione, la fine della guerre e la riduzione dei militari, una forte privacy, libertà di portare armi, tassazione del valore fondiario, riduzione degli arresti eccetera, mentre in economia hanno un orientamento più capitalista e più sfumato, una sorta di ala centrosinistra dei repubblicani light. Pur distanziandosi dal resto della sinistra miniarchista libertaria, occasionalmente possono creare convergenze con i socialdemocratici, Berniecrat e Justice Domocrat quando si tratta di sostenere candidati come il democratico libertario Mike Gravel nel 2008 e 2020, o Tulsi Gabbard che ha ricevuto l’appoggio di Ron Paul, Gary Johnson e Mike Gravel (che ha appoggiato sia lei che Bernie Sanders dopo la fine della sua campagna elettorale).
Se è vero che #BottomUnity potrebbe essere una scelta facile per quegli anarchici che immaginano una società astatuale volontaria a prescindere dal credo economico e politico, è però anche vero che miniarchisti di sinistra e di destra molto difficilmente potrebbero conciliare le loro differenze. Qualche briciolo di unità però si vede. Ralph Nader e Dennis Kucinich si sono alleati con Ron Paul in materia di libertà civili. Il giudice libertario miniarchista di destra Andrew Napolitano ha definito Nader uno dei suoi politici preferiti e lo ha intervistato e elogiato nella sua rubrica su Fox News. Il Partito dei Verdi e il Partito Libertario hanno collaborato sulla questione dell’accesso al voto, partecipano agli incontro l’uno dell’altro e hanno cogestito molte iniziative ai tempi della prima alleanza tra la vecchia destra e la nuova sinistra che ha ispirato il moderno movimento libertario americano. Murray Bookchin partecipò ad un’assemblea dei verdi e del Partito Libertario, il candidato alla presidenza Russell Means ha appoggiato Ralph Nader, e così via. Il caucus socialista libertario del Partito Libertario fa adepti nel suo omologo socialdemocratico. Anche i politici di sinistra di tendenza miniarchista come Sanders e la Cortez si ritrovano spesso a fianco a Thomas Massie e Justin Amash.
È un casino, la lotta contro lo stato corporativo finisce per attrarre libertari di tutte le risme. Anarchici e miniarchisti, di destra o di sinistra, farebbero meglio a smettere di insultarsi per imparare gli uni dalle idee degli altri e allearsi o stare separati secondo i casi. Se anarchici e miniarchisti di entrambe le parti possono mettere da parte le differenze e formare alleanze tattiche, e se anarchici di sinistra e di destra possono fare lo stesso, niente vieta ai miniarchisti di destra e di sinistra di fare o alleanze più o meno strette. Non dico che le alleanze saranno indolori e senza disaccordi, ma credo che se ci si avvicina con sincerità, a cuore aperto, si può imparare molto dagli altri, trovare nuove soluzioni ai problemi, venire incontro ai bisogni di tutti i libertari sulla strada che porta al restringimento delle dimensioni dello stato e alla limitazione del suo potere sulle nostre vite.