[Di Logan Glitterbomb. Originale pubblicato su Center for a Stateless Society il 23 settembre 2016 con il titolo Police Discrimination? Traduzione di Enrico Sanna.]
In quello che si spera sia una tendenza, cinque agenti di polizia si sono visti negare il servizio presso un ristorante Taco Bell di Louisville, Kentucky. Il proprietario ha chiesto scusa e ha promesso che al personale sarà insegnato ad essere più rispettabili verso tutti i clienti, polizia compresa. Questa non è che un caso in una lunga serie di ribellioni dei lavoratori contro i poliziotti. Mentre i movimenti contro la militarizzazione e il razzismo sistematico fanno breccia in tutto lo spettro politico, la sfiducia verso la polizia assume l’aspetto di una sfida.
Lo scorso febbraio ad Irondale, Alabama, uno di questi fascisti in armi ha cercato di ordinare da mangiare ad un Krystal ma è stato completamente ignorato. Dopo una decina di minuti, “l’agente è entrato per ordinare. Secondo il capo della polizia, i dipendenti hanno voltato le spalle.” Un altro Taco Bell, di Phenix City, Alabama, ha fatto notizia quando una donna ha pubblicato il caso di un vice sceriffo il quale si sarebbe sentito dire che loro “non servono la polizia”. Un dipendente è stato licenziato dopo aver negato il servizio ad altri due vice a luglio. Lo stesso mese in una stazione di servizio di Miramar, Florida, è arrivato un maiale in divisa con una delle sue vittime incatenata sul sedile posteriore. Invece di accogliere l’agente, l’inserviente gli ha chiesto perché aveva arrestato “il suo uomo”. Quando il rapitore con il distintivo si è rifiutato di rispondere, il cassiere lo ha mandato via dicendogli: “tu sai perché”. Un gruppo di agenti ad un Genghis Grill di Dallas si sono sentiti dire che non potevano mangiare perché potevano spaventare gli altri clienti; il gestore ha poi chiesto scusa. In un caso più ameno, una cuoca di Noodles & Co., con sede in Virginia, ha esclamato: “È meglio che mi togli di qua perché io non servo quello là”, ed ha accennato ad un porco in divisa che a quel punto se n’è andato scocciato.
E poi ci sono dipendenti che arrivano ad usare metodi controversi per dire ai poliziotti che non sono i benvenuti, come esagerare con la salsa piccante o mettere del vetro in un sandwich mandando il poliziotto in ospedale. Fatti difficilmente approvabili, ma che rientrano tra i tanti casi di lavoratori arrabbiati con la polizia. E c’è anche la vicenda sorprendente di Lucky’s Teriyaki, un locale di Sedro-Wooley, stato di Washington, che non solo ha detto a due agenti e al loro vice sceriffo che non potevano più mangiare lì perché i clienti non volevano la presenza dei poliziotti, ma ha anche avvisato di spargere la voce tra gli altri agenti.
Ma persone così sono una minoranza. La maggior parte cerca di mantenere buone relazioni con la polizia locale sia per quieto vivere che perché pensa che potrebbe aver bisogno della loro protezione in caso di rapina o altro. I dipendenti “irrispettosi” vengono licenziati o messi in riga, si chiede scusa, e Blue Lives Matter (dal colore blu della divisa, ndt) tappezza le vetrine di volantini nel tentativo non proprio logico di equiparare il rifiuto del servizio alle forze dell’ordine al bigottismo razziale. I dipartimenti di polizia e i loro sostenitori etichettano queste pratiche come discriminatorie.
Fortunatamente per noi, la polizia non rientra in alcuna legge nazionale anti-discriminazione, a differenza delle comunità marginalizzate discriminate sistematicamente sulla base della classe, la razza, l’identità di genere, la religione, gli handicap o le abitudini sessuali. I libertari mettono in dubbio l’efficacia delle leggi anti-discriminazione, dubitano della loro capacità di raggiungere obiettivi condivisibili e spesso generano conseguenze non volute, come nello scenario ipotetico del pasticcere ebreo costretto a confezionare una torta nazista. Per questo non dovrebbero esserci dubbi circa la possibilità che un libertario sostenga il diritto di ogni attività economica di negare il servizio alla polizia, uomini o donne che siano. Anzi, come dimostra il caso di Red and Black Cafe, è dovere di un anarchico tenere la polizia fuori dalle nostre cose. Questo atteggiamento dev’essere incoraggiato, e noi stessi dovremmo fare così ogni volta che è possibile.
Personalmente, una volta sono arrivata a sputare nel milkshake di un poliziotto quando sono stata costretta a servirne uno ad un Dairy Queen ai tempi della mia adolescenza ribelle. Non fu molto pratico né efficace, ma la ribellione dei lavoratori attuali mi spinge a fare di più per far sì che la polizia si senta indesiderata nella mia comunità.
E mentre qualcuno continua ad equiparare l’ostracismo verso questi terroristi armati ad una forma di bigottismo e discriminazione, altri fanno semplicemente notare che in molte attività non sono ammessi animali. E se molti maiali in divisa si definiscono servitori, molti lavoratori dipendenti e altri dubitano chiaramente dell’utilità dei loro cosiddetti “servizi”.