Di Logan Marie Glitterbomb. Originale pubblicato il 22 gennaio 2020 con il titolo White Market Agorism. Traduzione di Enrico Sanna.
Qualunque movimento politico che miri a cambiare radicalmente la società, prima o poi si chiede come raggiungere tale obiettivo. Iscrivendosi ad un sindacato e facendo uno sciopero generale? Uscendo dall’attuale sistema per vivere di risorse di recupero, rubate o prese con l’inganno come sostiene la propaganda classica di CrimethInc? Mettendo su cooperative e collettivi secondo lo spirito del comunismo di ventura? Seguendo la strategia dei fatti, ovvero facendo saltare in aria i palazzi del potere e uccidendo i politici? O serve un insieme di tutto ciò?
L’agorismo somiglia a quest’ultima scelta. Combinando illegalità, teoria del potere duale, secessione economica, sindacalismo rivoluzionario e anticapitalismo dei mercati liberati (ma privo di tanti eccessi della strategia dei fatti), l’agorismo propone una strategia basata sulla contro-economia come via alla società anarchica. Ma cos’è la contro-economia?
Samuel Edward Konkin III, padre dell’agorismo, spiega cos’è la contro-economia nel suo libro Counter-Economics: what it is, how it works:
La Contro-Economia è la somma di qualunque Azione Umana non aggressiva e proibita dallo Stato. Rientrano nella Contro-Economia il mercato libero, il Mercato Nero, la “economia sommersa”, tutti gli atti di disobbedienza civile e sociale, tutti gli atti associativi proibiti (di genere sessuale, razziale, inter-religioso) e tutto ciò che lo Stato, in qualunque luogo e momento, decide di proibire, controllare, regolare, tassare o tariffare. La Contro-Economia esclude ogni atto approvato dallo Stato (il “Mercato Bianco”) e il Mercato Rosso (furti e violenze non approvati dallo Stato).
Questa è la definizione principale su cui operano sempre gli agoristi, pertanto possiamo dire che l’agorismo è tradizionalmente legato al mercato nero e grigio, ma non a quello bianco, rosso e rosa (furti e atti violenti permessi dallo stato). Ma è proprio così? Perché in realtà pare che l’“agorismo di mercato bianco” sia molto più diffuso e molto meno contraddittorio di quanto non si pensi.
Ancora Konkin:
Quanto più si denuncia l’imbroglio dello Stato – nazionalismi, pseudo-Economia, false minacce, promesse elettorali tradite – tanto più la Contro-Economia cresce verticalmente e orizzontalmente. Crescere orizzontalmente significa che sempre più persone svolgono attività contro-economiche; crescere verticalmente significa che nuove strutture (economiche e di servizi) si diffondono specificamente per servire la Contro-Economia (canali di comunicazione sicuri, arbitrati, assicurazioni riguardanti attività specificamente “illegali”, primi esempi di tecnologie al servizio della sicurezza e addirittura servizi di vigilanza e protezione).
Derrick Broze definisce più in dettaglio i concetti di agorismo orizzontale e verticale nel suo saggio intitolato appunto Vertical and Horizontal Agorism. Qui spiega come l’agorismo orizzontale “riguarda la scelta coraggiosa di intraprendere un’azione che lo stato considera illegale o immorale. Avventurarsi in questo territorio significa unirsi ai cripto-anarchici, a chi fa contrabbando, distilla clandestinamente, spaccia droghe leggere, fa guerrilla gardening, fa lavoretti in nero, vende alimentari o fa il barbiere in nero, vende armi.” Questo è sostanzialmente l’agorismo così come definito da Konkin, che però da allora è diventato molto di più.
L’agoristico rifiuto del mercato bianco è più debole nell’agorismo verticale. L’agorismo verticale si ispira profondamente all’operato di Karl Hess, ai suoi esperimenti sulla sostenibilità a livello di quartiere e ai libri che illustrano il risultato di tali esperimenti, ovvero Community Technology e Neighborhood Power. L’attenzione si sposta così verso la sostenibilità e l’autosufficienza della comunità e non si limita ai mercati nero e grigio.
Spiega Broze:
L’agorismo verticale comprende la partecipazione e la creazione di reti di scambio comunitario, orti urbani, orti casalinghi, mercato dei consumatori, alternative alla polizia e tecnologie paritarie decentrate. Se queste iniziative, da un lato, possono richiedere l’uso della moneta statale (il che le rende non del tutto contro-economiche), dall’altro aiutano sensibilmente la lotta contro la dipendenza dallo stato e dal capitale.
Qui sono in disaccordo con Broze, quando dice che queste azioni non sono contro-economiche semplicemente perché non si servono di mercati grigi o neri come da lui stabilito nello stesso saggio. Certo ammette che, pur se non contro-economiche, “le azioni verticali sono importanti e necessarie.” Ma poiché non sfidano direttamente il potere statale e corporativo, aggiunge, come possono essere contro-economiche?
Insomma, cosa è l’“agorismo del mercato bianco”?
È qualcosa che comprende molte di quelle cose elencate da Broze descrivendo l’agorismo verticale: reti comunitarie di scambio, orti urbani, orti casalinghi, mercato di produttori, alternative alla polizia e tecnologie paritarie decentrate. Ma anche molto altro.
Le criptovalute appartengono perlopiù al mercato bianco, ma sono considerate anche un importante esempio di agorismo. Konkin elogia il sindacato Industrial Workers of the World come esempio di sindacato agorista, ma si tratta anche di un’organizzazione registrata presso lo stato e la sua attività è perlopiù legale. Altri esempi di agorismo nel mercato bianco sono i social decentrati come Minds e Steemit, le fonti decentrate di energia rinnovabile, il biohacking, la permacoltura, hackerspace/makerspace, programmi di condivisione comunitari, sistemi di scambio alternativi compresa l’economia del dono, LETSystem, il credito mutuo, Labor Notes, medicina alternativa e complementare, unschooling/homeschooling, Tor, freeshop, media alternativi e aziende gestite dai lavoratori.
Certo, certe forme di agorismo del mercato bianco possono avere punti di contatto con l’agorismo del mercato grigio e possono sfociare nell’agorismo del mercato nero. Dopotutto, per distruggere il controllo statale e corporativo la contro-economia deve operare in sinergia. E quando si presenta l’occasione, è bene spingere il maggior numero possibile di attività dal mercato bianco a quello grigio o nero, ad esempio favorendo attività prive di permessi o che truccano la contabilità, tutte attività altrimenti non contro-economiche.
Contro-economia significa andare contro le strutture di potere laddove possibile. Ad esempio, in un sistema dominato da boss e schiavitù salariale, un’azienda gestita dai lavoratori o un sindacato di base sono contro-economia. In un settore alimentare che è un oligopolio di pochissime aziende che praticano attività dannose relative agli allevamenti e alle colture industriali, avere un orto personale o comprare direttamente dal produttore è contro-economia. Dato il panorama dei media, in gran parte dominio di poche industrie della notizia, i media indipendenti sono contro-economia. Dato infine l’attuale panorama tecnologico, dominato da poche industrie, le tecnologie libere e open-source sono contro-economia.
Il fatto che non operi nel mercato grigio o nero non significa che qualcosa non è contro-economia, e sicurissimamente non significa che non è agoristico. È tempo, allora, di applicare la pratica agoristica anche al mercato bianco e riconoscere che ciò può servire la nostra causa.