[Di Roderick Long. Originale pubblicato su Center for a Stateless Society il 15 dicembre 2016 con il titolo What’s So Bad About Flag Burning? Traduzione di Enrico Sanna.]
Il neoeletto Donald Trump ha recentemente chiesto un anno di carcere e la perdita della cittadinanza per chi brucia la bandiera americana. Casualmente, lo stesso Trump due anni fa al Letterman Show appoggiava chi brucia la bandiera, e questo mi induce a fare qualche domanda. Quattro, per l’esattezza: due per i conservatori pro Trump e due per i suoi detrattori liberal.
Questa la prima domanda per i conservatori: Ricordo di aver sentito alcuni di voi (non Trump, ammetto) esprimersi ad alta voce a favore della libertà di espressione a proposito delle leggi che in paesi musulmani criminalizzano scritti o discorsi “irrispettosi” dell’Islam o del profeta Maometto. Com’è che le vostre ragioni di allora non si applicano più alla proposta di Trump?
Secondo, ricordo anche che voi conservatori parlavate molto del dovere dello stato di proteggere i diritti di proprietà privata (anche se, ammetto, l’uomo simbolo dell’esproprio Donald Trump neanche in questo è mai stato dalla vostra). Insomma, se io compro una bandiera americana con i miei onesti guadagni, o se ne faccio una con un pezzo di stoffa, perché non posso fare quello che voglio della mia proprietà se lo faccio senza danneggiare nessuno? Se lo stato dice di avere diritto, al posto mio, di decidere cosa posso fare con la mia bandiera, che è proprio mia che l’abbia comprata o fatta, tutto ciò non sembra più comunismo che libero mercato?
E poi avrei un paio di domande per quei liberal che criticano la proposta di Trump per l’eccessiva durezza verso chi brucia la bandiera. Primo: Urlate la vostra critica contro Trump per il suo disprezzo per la libertà d’espressione, benissimo; ma quanti di voi urlarono appena vent’anni fa, quando Hillary Clinton sosteneva la legge sulla protezione della bandiera del 2005, che ugualmente condannava ad un anno chi bruciava la bandiera?
Infine, una domanda soprattutto per quei liberal critici che sostengono il diritto di bruciare la bandiera ma sono in disaccordo con il messaggio di chi compie l’atto. Cosa c’è che non va bene nel messaggio di chi brucia la bandiera?
Anche se la bandiera fosse un simbolo legittimo di libertà, il divieto di bruciarla sarebbe un modo bizzarro di onorare la bandiera: sacrificare la libertà reale a favore del suo simbolo. E poi, davvero la bandiera significa libertà?
È ormai opinione diffusa che la bandiera dei confederati, per quanto i suoi sostenitori la riveriscano come un’icona di libertà, sia inestricabilmente associata alla causa della schiavitù e il suprematismo bianco. Ma la bandiera americana, il simbolo del governo federale, è davvero più difendibile?
La bandiera dei confederati ha sventolato sulla schiavitù per cinque anni. La bandiera americana ha sventolato sulla schiavitù per quasi un secolo, e sulla segregazione razziale e altre costrizioni pseudo-schiavistiche per un altro secolo. (E il governo federale non si è mosso contro la segregazione finché il movimento spontaneo per i diritti civili non divenne così forte che preferirono cooptarlo piuttosto che ignorarlo). E ancora oggi la bandiera americana sventola su un paese in cui i neri hanno molta più probabilità di finire dentro, o uccisi, per mano di agenti dello stato.
La stessa bandiera sventolava sul massacro degli indiani d’America, i loro figli rapiti, le loro terre rubate; e questo furto continua ancora oggi, come nel caso del Dakota Access Pipeline. Proprio ora quella bandiera sventola su un paese in cui lo stato registra ogni telefonata, ci dice come possiamo o non possiamo curarci, e mantiene un regime di privilegio a sostegno dell’élite corporativa a spese di tutti gli altri.
Certo, gli americani godono di una maggiore libertà rispetto ai cittadini di molti altri paesi, ed è questo che porta molti a vedere nella bandiera americana un simbolo della libertà. Ma la libertà di cui godono gli americani è stata conquistata duramente perlopiù con la lotta spontanea che alla fine ha prevalso sull’opposizione dello stato. Chi onora la bandiera, il simbolo del governo federale, non celebra le nostre libertà; celebra l’autorità centrale a cui queste libertà sono state eroicamente strappate.
E anche in tutto il mondo i soldati con la bandiera americana troppo spesso hanno appoggiato dittatori e bombardato civili, dall’Asia all’America Centrale al Medio Oriente. Nei mesi scorsi, le bombe americane soltanto in Yemen hanno ucciso decine di civili. Stupisce il fatto che milioni di persone in tutto il mondo vedano la bandiera americana con paura, non simbolo di libertà ma seminatore di terrore e morte? Di fronte a questa realtà, insistere a difendere la bandiera dicendo che “in realtà” significa qualcos’altro suona vuoto come quei neo-confederati che parlano di “Retaggio, non Odio”.
Abbiamo iniziato, come nazione, a buttare la reverenza cieca verso la bandiera confederata. È ora che anche la reverenza verso la bandiera americana sia destinata allo stesso ben meritato oblio.