Di Brian Nicholson. Originale pubblicato sul blog Pyschopolitik il 23 luglio 2016, ripubblicato su Center for a Stateless Society il 26 luglio 2016 con il titolo Tired of Bleeding. Traduzione di Enrico Sanna.]
Dall’episodio di Ferguson in poi, sono sempre più (e più, e più…) i cadaveri sulla coscienza della polizia americana. Sembra che ogni giorno ci sia un nuovo caso. L’ultima vita spenta dalla polizia apparteneva a Sandra Bland: fermata in Texas per aver cercato di togliersi di mezzo all’arrivo di un auto della polizia senza mettere la freccia, trascinata fuori dalla sua auto, aggredita, arrestata per non essersi inginocchiata davanti al poliziotto che l’aveva fermata e per aver continuato a fumare nella Sua Dannata Automobile. Più tardi è stata trovata morta in cella. La polizia dice che si è suicidata; ma la vicenda è molto sospetta, e si indaga sulla morte.
Da notare: casualmente lei era un’attivista contro la violenza poliziesca. Su internet, inoltre, ci sono discussioni sulla foto segnaletica diffusa in seguito al fatto: sembra che, invece di ritrarre una persona arrabbiata ma ancora viva contro una parete, la foto la ritragga sul pavimento dopo la morte… cosa che indicherebbe un depistaggio… e si aggiungerebbe al fatto che il video del suo arresto sembra modificato. E che avrebbe fatto seguito alla notizia del tutto irrilevante fatta trapelare, secondo cui sarebbe stata trovata marijuana nel suo organismo: la ciliegina sulla torta della dichiaratamente fascista Scuola di Polizia Eric Cartman.
Ragazzi, è come The Boot: Rivendica i tuoi diritti e ti aggrediscono. Metti in dubbio le ragioni del fermo e ti aggrediscono. Porca miseria, corri e ti aggrediscono! Neanche l’obbedienza assoluta agli ordini strillati da loro ti salva: chiedete ad Oscar Grant. La polizia fa tutto il possibile per fare di te un esempio, per terrorizzare la gente, per dominare e soggiogare e imporre la gerarchia di classe, soprattutto in termini razziali.
Una cosa che mi è rimasta impressa nella mente è ciò che la madre ha detto riguardo il suo dolore nel dover seppellire la figlia:
Ho una bambina da seppellire. Non sospettavo di lei, non era la mia reclusa… era la mia bambina. Dopo che avrò seppellito questa bambina sarò pronta… Questo significa guerra.
La rabbia comprensibile è importante in sé, ma anche nell’ottica del movimento Black Lives Matter, un movimento per cui, per ovvie ragioni, ho simpatia e che a volte mi spinge a chiedermi: cosa è disposta a fare la gente per ottenere giustizia? Qual è il punto d’arrivo? Certo, le proteste stanno avendo un seguito, ma non possiamo marciare e urlare slogan all’infinito. Alcuni rispondono alle pressioni proponendo riforme patetiche come la videocamera sulla divisa, che ha diversi ovvi difetti (tanto per cominciare, sono loro a controllare la videocamera: c’è già stato un caso di violenza in cui un poliziotto l’ha spenta). Altri non arrivano neanche a tanto, e all’espressione La Vita dei Neri è Importante rispondono con “La Vita di Tutti è Importante”! Come se sostenere che le vittime dell’aggressione costante dei bulli in divisa non devono essere trattati come usa e getta rappresentasse una minaccia per tutti gli altri.
Eppure… tornando alle parole dette in onore di Sandra da sua madre… forse dovremmo cambiare atteggiamento.
Possiamo riprendere l’incontro con un poliziotto, ed è importante far sentire una voce diversa da quella degli sbirri e dei loro adoratori nei media. E l’azione diretta? E se si riconosce che la loro presunta legittimità, fatta di uniformi e distintivi scintillanti, è puramente immaginaria, una bugia che copre un sistema immorale? E se la prossima volta che vediamo un poliziotto usare la forza contro persone che non fanno male a nessuno… andassimo a fermare il poliziotto? E se a fare così fossero in tanti?
E se lo facessimo tutti?
A me non piace la guerra. Ma quando ti aggrediscono davvero, non hai scelta. I fantocci dei media e chi rappresenta l’esecutivo della classe di potere possono strillare quanto vogliono a proposito dell’Isis, dell’Iran o della Russia, ma è più probabile che sia uno sbirro a mandarci all’aldilà.
Io spero di vivere a lungo e bene. Ma ascoltatemi attentamente: se dovessi esalare l’ultimo respiro per mano della polizia… che questo significhi guerra.