Di Darian Worden. Articolo originale: No State Solution, del 28 maggio 2010. Traduzione di Enrico Sanna.
Lo stato israeliano minaccia di impedire a una flottiglia navale di portare generi di sostentamento e attivisti a Gaza.
Da quando nel 2007 Hamas ha preso il controllo, Israele ha imposto l’embargo a Gaza. Le autorità israeliane lasciano entrare solo una quantità limitata di medicine e alimenti, causando stagnazione e danneggiando chi non può comprare beni di contrabbando. L’embargo colpisce anche la costruzione di infrastrutture vitali, comprese quelle distrutte durante l’attacco israeliano del 2008-09. Dicendo che i beni trasportati sono un sostegno a Hamas, le autorità israeliane hanno annunciato che dirotteranno le navi.
Questo non significa che Hamas è un’associazione di brave persone. Un’organizzazione piena di estremisti religiosi che attacca deliberatamente i civili non è eroica.
Ma non è destino che ebrei e musulmani si odino. Come racconta Jason Adams in “Nonwestern Anarchism”, agli inizi del Novecento palestinesi e immigrati ebrei erano coinvolti in una movimento anarchico che puntava alla coesistenza pacifica di persone di diversa religione e origine etnica. Più di recente, Anarchists Against the Wall e International Solidarity Movement si sono impegnate in un’azione internazionale contro la politica di Israele. Con l’istituzione e il mantenimento dello stato e l’istituzione di rapporti gerarchici di tipo inferiore-superiore, la violenza diventa imprescindibile.
Invece di affidarsi alla burocrazia dell’Onu e ai giochi di potere internazionali, queste associazioni di attivisti ricorrono all’azione diretta. Cercano di provocare il cambiamento intervenendo direttamente, senza chiedere il permesso alle autorità. Un’azione pubblica di queste dimensioni attira l’attenzione su ciò che sta succedendo e può spingere le autorità statali a fare concessioni.
Un’azione diretta può anche essere nascosta. Un’idea potrebbe venire dalle gallerie usate per contrabbandare beni a Gaza. Ma da un punto di vista anarchico le gallerie sono problematiche: il contrabbando serve a Hamas per aumentare le tasse e acquisire materiale con cui costruire carceri. È però anche vero che tengono in moto l’economia, alimentando così la richiesta di servizi che i poveri abitanti di Gaza possono offrire.
Nel lungo termine la soluzione è l’abolizione di tutti gli stati, attuali e in fieri, così come i sistemi di monopolio e privilegio a cui lo stato dà vita. Nel frattempo però la gente deve poter mangiare, bisogna costruire ospedali e mantenere in piedi quelle infrastrutture che garantiscono il miglioramento dell’esistenza. L’azione diretta non materializza immediatamente queste cose, ma forza la mano del politico, dimostra che la popolazione può agire nonostante gli ostacoli politici, può armare le richieste che i politici non potranno più liquidare in parlamento con un gesto della mano.
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