[Di Sheldon Richman. Originale pubblicato su Center for a Stateless Society il 2 agosto 2016 con il titolo NATO and Trump’s Misconceptions. Traduzione di Enrico Sanna.]
Ancora una volta Trump capisce il contrario. Secondo la logica interna della Nato, gli Stati Uniti dovrebbero pagare i paesi membri (non il contrario) perché questi forniscono servizi all’impero e ottengono un viaggio in prima linea. Il fatto è che l’impero non protegge. Semplicemente provoca e semina guai. Chi vorrebbe pagare per qualcosa del genere?
Così nota Andrew Levine, riprendendo Andrew Bacevich:
La Nato era un problema particolare. Negli anni novanta diventò parte integrante del progetto imperialistico americano, ma con la scomparsa del Patto di Varsavia, e la fine della Guerra Fredda, è difficile inventare ragioni che possano attirare qualcuno se non chi è nell’ambito propriamente bellico.
Ma i tenutari dell’impero avevano bisogno della Nato perché non potevano, o non volevano, fare i poliziotti imperiali da soli, e perché non si poteva contare sull’acquiescenza dell’Onu, almeno non con tutti quei pestiferi piccoli paesi con idee diverse nell’Assemblea Generale, e non con la possibilità di veto di Russia e Cina nel Consiglio di Sicurezza.
La Nato, d’altro canto, era un’utile organizzazione internazionale che gli Stati Uniti potevano controllare, e poi potevano usarla per tenere a bada le potenze europee nell’improbabile caso in cui qualcuna decidesse di alzare la testa.
Secondo Bacevich, questo è ciò che nascondevano le macchinazioni americane nell’ex Yugoslavia, una volta divenuto chiaro che gli Stati Uniti non potevano restare indifferenti al fatto che quel paese, un tempo socialista e multiculturale, potesse disintegrarsi senza cedere potere ai tedeschi e altri parvenu europei.
Per [Bill] Clinton (o, meglio, per i Clinton e quelli che pensavano come loro), gettare bombe sui serbi era un modo per dare importanza alla Nato e per assicurare agli Stati Uniti il ruolo di guida nel cosiddetto Mondo Libero.
La Nato è il trastullo dell’America. Gli stati membri non ne hanno bisogno. Le élite di governo americane sì. Queste élite rimasero sconvolte nel 1966 quando il presidente francese Charles de Gaulle, offeso dall’invadenza americana, ritirò il proprio paese dalla struttura militare Nato e chiese il ritiro delle truppe Nato dalla Francia. (La Francia tornò ad essere effettivamente membro militare nel 2009). L’America ha sempre appoggiato l’atteggiamento di George H. W. Bush nel 1990-’91 mentre si preparava a mandare i suoi militari alla guerra contro l’Iraq: “Conta solo quello che diciamo noi”.
E Trump mostra sempre questa incapacità di portare a termine l’affare: ironico, vero? Gli è capitato più volte di sollevare questioni su problemi legittimi, ma poi sembra che non gli interessi sfruttare fatti e argomenti per trarne un buon punto da campagna elettorale, e allora finisce per raffazzonare tutto. Io credo di sapere perché: il trucco di Trump consiste nel far passare gli Stati Uniti per la nazione vittima, sfruttata da tutti per colpa di leader stupidi e deboli. Per un demagogo populista che vuole aizzare gli elettori ignoranti questa è adrenalina pura. Ecco perché non può dire alcunché che suggerisca che gli Stati Uniti, lungi dall’essere la vittima, sono quelli che creano vittime. Quando è stata l’ultima volta che un demagogo ha detto: “Il nostro paese ha tiranneggiato il mondo per troppo tempo! Intendo mettere fine a questa devastazione!”?
Certo gli Stati Uniti non dovrebbero affatto pagare i paesi membri della Nato. Bisognerebbe invece smantellare l’alleanza. Non è mai stata un’alleanza difensiva, e l’ultimo velo è caduto quando il Patto di Varsavia e l’Unione Sovietica si sono sciolti. Da allora è diventata apertamente aggressiva, ha incorporato ex alleati russi ed ex satelliti sovietici per spostarsi fino al confine sovietico, violando la promessa fatta da Bush 41 a Gorbaciov nel 1990. Per giunta, sono anni che gli Stati Uniti dicono di voler portare le ex repubbliche sovietiche di Ucraina (dove l’amministrazione Obama ha appoggiato un golpe) e Georgia dentro la Nato, come se il fatto non possa essere considerato una provocazione da qualunque leader russo assennato.
Trump, nonostante le sue tante brutture, potrebbe aver offerto un servizio utile portando seriamente allo scoperto la questione Nato. Peccato che la sua demagogia prenda il sopravvento su tutto. Non riesce a riconoscere che il problema dell’America (e del mondo) non è la sua debolezza ma la sua forza.