[Di Nick Ford. Originale pubblicato su Center for a Stateless Society il 23 luglio 2016 con il titolo Mass Murder is Just a “Mistake” for “Empire”. Traduzione di Enrico Sanna.]
Un vecchio detto dice che chi uccide un uomo è un assassino mentre chi ne uccide un milione è un conquistatore e un dio. Aggiungete le parole “senza volerlo” e una terminologia subdola che mira a giustificare passivamente l’assassinio, e otterrete l’attuale politica estera americana.
In una delle sue recenti dimostrazioni più palesi, in Siria un attacco aereo ha ucciso una sessantina di civili (compresi diversi bambini). Vista l’assenza cronica di trasparenza del governo americano, sui numeri ci sono discordanze. Il Guardian, ad esempio, parla di circa sessanta civili, mentre l’International Business Times dice che sono più verso gli 85.
La spiegazione è sempre quella: erano nel luogo sbagliato al momento sbagliato.
“L’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani, con sede in Gran Bretagna, parla di probabile errore e di civili scambiati per militanti islamisti,” secondo il Guardian.
La guerra al terrore continua ad essere condotta con quegli stessi metodi contro cui l’impero americano dice di combattere: il terrore. E come fanno notare molti, queste sono esattamente le tattiche che spingono le persone ad unirsi ai militanti islamisti. Perché dovresti unirti alle Forze Democratiche Siriane se queste sono sostenute da un regime che ha appena ucciso la tua famiglia?
Accidentali o no, questi bombardamenti non fanno altro che creare ostilità tra popolazioni e culture diverse. Anche quando colpiscono davvero gli obiettivi, solitamente non bastano a portare a termine una guerra. Quest’ultima dev’essere affiancata da uno sforzo superiore volto a impedire la propaganda e la rinascita del terrorismo, ma anche ciò diventa più difficile quando c’è una forza esterna che strilla continuamente ordini da dietro.
Nel suo classico L’Uso della Conoscenza in Società l’economista Friedrich Hayek parla dei benefici che si hanno quando ci si rimette alla conoscenza locale. I droni sono un esempio di come i responsabili della politica estera al comando ignorino le caratteristiche particolari di una regione perché loro hanno questo piano grandioso di “liberare” i siriani.
E gli Stati Uniti non sono gli unici ad agire così. Il Guardian: “I ribelli e molti residenti parlano di bombardamenti russi ancora più indiscriminati, e accusano i russi di aver deliberatamente colpito ospedali, scuole e infrastrutture in zone in mano all’opposizione, cose che Mosca nega.”
Che si tratti dell’impero russo o americano, il fatto puro e semplice è che entrambi sono progettati per uccidere. Quando hai un’organizzazione che può sovvenzionare gran parte dei suoi costi usando finanziamenti non volontari, e hai aziende bulimiche che ci ricavano profitti, ecco che questo processo istituzionalizza la guerra infinita.
E se c’è una cosa che il ventunesimo secolo dimostra, è che lo stato è in grado di mettere le mani su tecnologie che facilitano la guerra anche se questo non è necessariamente il suo obiettivo principale. Amazon.com, per dire, pur non essendo un modello di libero mercato, non usa i suoi droni per bombardare persone sospettate di frodare gli altri clienti.
L’egoista Max Stirner diceva: “Lo stato chiama legge la sua violenza, e crimine quella dell’individuo”. E questo vale alla perfezione anche per la pratica della guerra. Ovvero, i bombardamenti con i droni sono atti terroristici, atti politici pensati per terrorizzare e così ottenere determinati obiettivi politici. E l’obiettivo politico, in questo caso, è ovviamente mettere in mostra il potere dell’impero americano.
E finché l’impero americano vorrà mostrare i muscoli, finché i contribuenti o non ci vedranno nulla di sbagliato o non avranno il potere di contrastarla, questa violenza ciclica andrà avanti. Proprio come la polizia, sparando, attira la violenza, lo stesso fanno i bombardamenti con i droni, e lo stesso fa lo stato che sta al centro di tutto. Perché lo stato è di per sé violenza e causa di violenza.
Solo che a volte la violenza è più evidente.