Di Logan Marie Glitterbomb. Originale pubblicato il 26 aprile 2018 con il titolo 4/20: A Retrospective Meditation on Legalization. Traduzione di Enrico Sanna.
Un altro venti aprile (in America, giornata nazionale della marijuana, ndt) è andato, preceduto dalla Giornata della Bicicletta (diciannove aprile), in memoria del primo viaggio con l’LSD di Albert Hoffman. Queste due giornate dedicate alla cultura dell’acido e della cannabis hanno un sapore dolceamaro, celebrano la cultura delle sostanze amate da tanti nel momento in cui continua la lotta armata nota come Guerra alla Droga.
Ultimamente, il movimento per la legalizzazione della cannabis ha fatto grandi passi. L’uso medico, ma anche ricreativo, è stato legalizzato in molti stati. Nonostante le reazioni a livello locale e federale, il movimento ha seguito in gran parte le premesse: ha arricchito una manciata di imprenditori grazie alla domanda di quelle persone la cui vita è minacciata sia dalla guerra alla droga che, ora, dalla legalizzazione.
Vista la formulazione delle normative, coltivazione, lavorazione e vendita al dettaglio sono generalmente fortemente ristrette, limitate talvolta ad aziende che operano già in campo agricolo o medico, o ad aziende con lunghe esperienze, il che soffoca sul nascere i potenziali piccoli competitori. Altrove la concorrenza è un po’ più libera, ma chi ha precedenti per droga non può avviare un’attività propria, né lavorare per attività legalizzate. Così la legge impone il divieto proprio a chi ha una lunga esperienza nel settore.
La legalizzazione non ha effetto retroattivo. Chi è stato arrestato prima delle nuove leggi mantiene la fedina sporca, e molti continuano a marcire in galera per condanne precedenti. Legalizzare è inutile se non risolve il problema del carcere di massa. Le leggi dovrebbero avere effetto retroattivo, dovrebbero ripulire le fedine di chiunque abbia precedenti per droga liberandoli dalla schiavitù carceraria.
È proprio la questione del carcere di massa a spingerci oltre la legalizzazione. Occorre decriminalizzare completamente tutte le droghe, rilasciare retroattivamente tutti i detenuti per droga e cancellare i reati. La questione del carcere di massa è al cuore di un intreccio di molti importanti movimenti attuali, come quelli contro la violenza poliziesca (come Black Lives Matter), contro la schiavitù in carcere (Operation PUSH), per le libere prestazioni sessuali, contro il controllo delle armi, il movimento Ban the Box e tanti altri. Il ciclo continuerà finché dalla schiavitù carceraria si trarranno potere e profitti.
Reduci della Giornata della Bicicletta o dalla Giornata Senza Fumo, o da tutt’e due, ricordatevi che per quella sostanza che voi celebrate ci sono ancora amici dietro le sbarre, e che nessuno sarà mai veramente libero di godersi la vita con una semplice legalizzazione finché questi problemi non saranno risolti. Battetevi per la legalizzazione, sì, ma anche per abolire il sistema carcerario, la polizia che lo sorregge e tutto l’ambaradàn connesso.